Aggiornamenti su Peppe dal carcere di Alessandria

Come prevedibile è stata respinta la richiesta di commutare la detenzione con gli arresti domiciliari causa coronavirus.
Dalle telefonate con Peppe sappiamo che alcune divergenze con dei detenuti politici di lungo corso in aS2 si sono acuite in seguito alla rivolta del 9 marzo. Mentre il carcere di Alessandria bruciava e la tensione era forte alcuni di loro si sono chiusi in cella, Peppe e un altro invece hanno cercato, per quello che era possibile dalle finestre della sezione, di dare sostegno ai rivoltosi bruciando degli oggetti e giocando al lancio di campingas. Per questo è stato denunciato oltre che per altre iniziative individuali di protesta che hanno dato un po’ fastidio in sezione e che hanno portato dei danni alla struttura carceraria per un ammontare di circa tremila euro. Però la luce del sole è tornata ad entrare da un bel po’ di finestre in as2. Ma nel liberare dal plexiglass opacizzante l’ultima finestra, Peppe si è danneggiato la schiena già provata da 3 ernie bilaterali. È dovuto ricorrere alle cure dell’infermeria e dopo tre giorni di punture ha accusato malesseri insoliti. La documentazione sanitaria che attesta la sua patologia, spedita dai familiari con posta veloce per permettergli di acquistare un busto ortopedico è stata trattenuta per più di 2 settimane. Pure il resto della posta, in entrata e in uscita, subisce enormi ritardi, deviazioni o cancellazioni. Per tutti questi motivi ha chiesto il trasferimento in un altro carcere, ma la richiesta è stata respinta con una rapidità sorprendente. Nel frattempo ha scontato 15 giorni di isolamento e si appresta ora a scontarne altri 15. Oggi ha ripresentato la domanda di trasferimento dichiarando l’incompatibilità con la struttura e con alcuni detenuti.

Sosteniamolo con ogni mezzo possibile!
Sempre vicini a chi lotta dentro e fuori la gabbia.

 

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