Cronache milanesi (parte I) – Resoconto giornate di rivolta a Milano 8 – 9 – 10 marzo

DOMENICA 8 MARZO 2020

Domenica sera verso le 20 giunge la notizia tramite un gruppo Facebook di una rivolta in corso nel carcere di Opera. Opera è il carcere più grande d’Italia con la più grossa sezione di 41 bis, è una struttura all’interno della quale è molto difficile avere contatto con i detenuti, la posta viene spesso bloccata.
Si scopre presto che l’ingresso del penitenziario è stato completamente militarizzato.
Un gruppo di solidali è riuscito ad avvicinarsi al perimetro per un saluto, ottenendo una risposta calorosa: alcuni reclusi hanno iniziato una battitura, mentre altri hanno cercato di dare qualche informazione rispetto alla loro condizione.

LUNEDI’ 9 MARZO 2020

Lunedì mattina, intorno alle 9, inizia a circolare la notizia della presenza di alcuni ragazzi sul tetto di San Vittore e di una rivolta in corso.
In poco tempo sotto le mura del carcere si sono radunati solidali e familiari ed è iniziata una giornata lunga e densa di avvenimenti.
Mentre del fumo nero usciva da alcune celle, il presidio si è diviso in due.
Un primo gruppo si è fermato in piazzale Aquileia da cui si vedevano i ragazzi del Terzo raggio: dal tetto è stato srotolato uno striscione che recitava “Indulto” , altri fuori dalle celle hanno intonato forti cori e hanno aperto un altro striscione con scritto “Libertà”.
Fuori è stato allestito un gazebo ed è stata imbastita una merenda. Si è rimasti il più possibile sotto le mura per non lasciare soli i detenuti.
Tramite una cassa con microfono familiari e amici sono riusciti a comunicare con i loro cari all’interno.
I ragazzi reclusi ci hanno raccontato ciò che stava succedendo, lamentandosi dellasospensione dei colloqui, esprimendo le loro preoccupazioni per l’“Emergenza Virus” sia per loro che per chi si trova fuori.

Il secondo gruppo si è spostato sotto il Quinto raggio, dove anche lì dei ragazzi sono riusciti a salire sul tetto e a comunicare con le persone all’esterno.
Con l’aiuto dell’autoscala dei pompieri, a quanto dicono i giornali, un magistrato ha provato a trattare con i detenuti, ma dopo qualche minuto ha desistito. Sono rimasti sul tetto continuando a comunicare con i solidali in strada.
Dopo circa due ore quando i ragazzi si trovavano ancora sul tetto, nella strada di fronte alle mura è arrivato autobus della polizia penitenziaria, probabilmente con a bordo dei rinforzi per sedare la rivolta o per possibili futuri trasferimenti dei quali è girata voce successivamente.
Il mezzo è stato bloccato dai solidali che sono stati immediatamente caricati dalla Celere e quindi sono stati costretti ad abbandonare la via.
Solidali, parenti e amici si sono riuniti nel presidio dipiazzale Aquileia che è durato fino alle 19 momento in cui è stato fatto un ulteriore caloroso e rumoroso saluto ai prigionieri. Durante tutto il pomeriggio non sono mancati gli aggiornamenti sulle sommosse che si stavano susseguendo nel resto delle carceri d’Italia.
Poco dopo le 19 si è venuto a sapere che anche nel carcere di Opera i reclusi erano insorti e che la reazione della polizia è stata molto violenta. Rapidamente un ampio numero di solidali ha raggiunto i familiari che si erano riuniti all’ingresso del penitenziario.
La rabbia è stata tanta, si chiedevano informazioni sulla situazione dentro, lo schieramento di Polizia Penitenziaria e Carabinieri è rimasto in silenzio se non per provocare. Contemporaneamente un altro nutrito gruppo è riuscito a raggiungere il perimetro per un saluto. La risposta è stata impetuosa, sono partiti cori e battiture nonostante la repressione subita nelle ore precedenti.
I detenuti hanno raccontato le conseguenze subite in seguito alla rivolta. Sono stati pestati, sono stati privati del cibo, della televisione e della luce. Dell’esterno è stato visto chiaramente un intero braccio, proprio quello da cui è iniziata la rivolta, completamente al buio.

MARTEDI’ 10 MARZO 2020

Nella mattinata di martedì sui quotidiani on-line viene diffusa la notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte della procura, per adesso a carico di ignoti con accuse di devastazione e saccheggio e resistenza, relativa ai fatti di San Vittore di lunedì.
Alle ore 15 nelle carceri milanesi apparentemente tutto tace.
Alle ore 20 un gruppo di solidali si è nuovamente avvicinato al perimetro del carcere di Opera. I reclusi hanno raccontato ciò che hanno subito successivamente alla rivolta. Non hanno ricevuto cibo, gli è stata tolta la televisione, sono stati privati delle ciabatte, gli sono state negate le telefonate. Sono stati picchiati, hanno riferito di avere le ossa rotte e di non aver ricevuto cure. Chi si trovava fuori dalla struttura ha raccontato ai ragazzi che sui giornali non è stato detto nulla di ciò che è avvenuto all’interno del penitenziario in questi giorni. Successivamente ci sono stati tanti cori, battiture e fuochi d’artificio all’esterno.

Testo da Facebook