Il 26 marzo 2020, dopo alcuni scioperi della fame avvenuti in diverse prigioni iraniane, a causa delle pessime condizioni detentive, della diffusione del coronavirus e perfino della morte di più detenut*, i prigionieri di alcune sezioni della prigione centrale di Tabriz, una città del nord-ovest del paese, si sono ribellati.
Secondo i rapporti ufficiali delle agenzie di stampa dello Stato, le forze di polizia hanno assediato il settore intorno alla prigione e si sono sentiti degli spari.
Il califfato islamico sciita, ipocrita e oppressivo, ha attaccato i prigionieri indifesi con gas lacrimogeni e a colpi di arma da fuoco, così come ha ferito molti di loro.
Nota di Attaque [ndt: da cui è tratta questa notizia, a sua volta dall’inglese qui]: anche se i media parlano di decine di migliaia di prigionier* liberat* “provvisoriamente” dal regime a causa della pandemia di coronavirus, molto più numeros* sono coloro che restano rinchius*. La scorsa settimana, ci sono state delle rivolte nelle prigioni di Khorramabad e di Aligurdaz (due città nella parte occidentale del paese) e dei/delle ribelli sono stat* uccis* dalla polizia e dai secondini, ma altr* sono riuscit* ad evadere.