Di fronte ad una piaga mondiale abbiamo bisogno di condividere riflessioni radicali al di là dei confini linguistici e nazionali.
Perché dalla piaga può nascere il fuoco.
E il fuoco può portare la libertà.
Questo sito nasce dalla volontà di condividere riflessioni e materiali sulle conseguenze di questa epidemia. Alimentare una discussione che permetta di confrontare gli strumenti critici che danno ad ognun la possibilità di agire nel presente.
Agire con un fine di sovversione dell’attuale ordine sociale, per liberare il pianeta e tutto il vivente dalla piaga di questa società.
Come ci ricorda la storia di Londra, dalle piaghe può nascere il fuoco, dal fuoco la demolizione delle strutture del dominio. Nell’incendio del 1666, durante l’epidemia di peste, bruciarono decine di chiese e buona parte degli edifici pubblici. Purtroppo, a seguito di quell’incendio, Londra venne ricostruita in un modo che favorisse il controllo sociale e il governo della città. Questa volta vogliamo evitare che il momento di crisi porti ad una ristrutturazione del sistema attuale.
Perché non potrebbe avvenire che in senso maggiormente autoritario e securitario.
Ci troviamo di fronte ad una delle più grandi crisi che l’assetto sociale dominante abbia mai conosciuto: l’impianto ideologico che cerca di giustificarlo sta crollando sotto l’evidenza di un disastro ecologico che si aggrava costantemente in un pianeta sovra-popolato, interamente abitato e colonizzato dagli esseri umani.
In una simile situazione si inserisce la pandemia che stiamo vivendo, evento ampiamente prevedibile e quasi scontato che, molto probabilmente, si ripeterà in futuro con attori – vuoi virus, carestie, eventi climatici ed atmosferici catastrofici – diversi.
La conseguente reclusione di buona parte della popolazione, causata dall’eco-fascismo di turno, potrebbe condurre a situazioni di insofferenza, ribellione, rivolta.
Così chi ha dedicato la vita alla pratica dell’obbedienza in cambio della sicurezza della costrizione, dell’obbligo, di colpo scopre che uno starnuto può condurre ad una fine inattesa.
Senza più sicurezze, scegliere di continuare a seguire la strada dell’obbedienza non può che offrire le stesse incertezze offerte dalla sua diserzione, dalla scelta azzardata del cammino che conduce alla rivolta. Un sentiero non tracciato, che si lascia alle spalle secoli di dominazione per esplorare un futuro di liberazione.
Per tracciare questo cammino, o per lo meno per cercare di seguirlo, è necessario aprire un dibattito, confrontarsi continuamente su come reagisce il dominio all’evolversi degli eventi, capire come colpirlo e come sostenere le rivolte che scoppieranno.
Al di là di lingue e confini.
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