Episodio 12
Catapultata fuori dagli abissi dell’interiorità, la memoria diventa un dispositivo per immagazzinare dati che rende possibile lo scambio di informazioni. Totalmente immerso nel processo comunicativo, il soggetto cibernetico – ormai privo di interiorità – cresce in un mondo dove l’idea stessa di autonomia politica perde di senso, dove conta solamente la lotta all’entropia.
Nel 1964 Wiener farà un intervento al convegno di Royaumont, Parigi, intitolato “L’uomo e la macchina” in cui sostiene: «le macchine che apprendono diventano diverse a seconda della loro esperienza.» (All’epoca si riferiva a un computer in grado di giocare a dama, non ancora a scacchi). La capacità di memorizzare e prendere decisioni sulla base delle informazioni ricevute portava, proprio mentre la nozione di interiorità soggettiva veniva svalutata, a riconoscere paradossalmente un’individualità alla macchina. E a un intervento del pubblico che sottolineava come la macchina non ha coscienza di sé in quanto incapace di provare dolore, lo scienziato si limiterà a rispondere: «Non è così sicuro…»
Le macchine cibernetiche, negando la specificità del vivente, divengono loro equivalenti. Concepita e fabbricata dall’essere umano, la macchina se ne distacca per imporsi come un nuovo stato di natura.
Riferimenti episodio 12
• Point Alpha, Data Blast (101+303+808 = Now form a Band, 1995)
• Mitch Walking Elk, If They Come in the Morning (Indians, 1988)
• Combo de la Muerte, Peace Sells (Megadeth) (Tropical Steel, 2008)
• LETTURE A MEZZA VOCE – Divieto di socialità (III puntata)
• Enore Zaffiri, Q64II (Musica reticolare, 1965-68)
• Werner Herzog, Il ventesimo secolo è stato un errore? Werner Herzog in conversation with Paul Holdengräber, 16/2/2007
• Werner Herzog, Cuore di vetro, 1976
• Νικόλας Άσιμος, Μην καρτεράτε άλλο πια (Με το βαρέλι που για να βγει το σπάει, 1978) – Nikolas Asimos, Mhn Me Karterate (Me to bareli pou gia na bgei to spaei, 1978)
• John Lee Hooker, The Motor City Is Burning (Urban Blues, 1967) (testo)
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