[Tradotto dal blog Attaque, qui in francese]
Dei detenuti della prigione Rémire-Montjoly sono insorti questa mattina [ndt: primo aprile 2020]. Verso le 8.30, all’apertura delle celle, se la sono presa con una guardia che è stata poi derubata delle chiavi. I detenuti hanno acceso un fuoco. La calma è tornata dopo la mobilitazione di un importante dispositivo di sicurezza.
Ci sono stati fino a 80 gendarmi, un intero squadrone di brigadieri mobili, gli effettivi della compagnia di Matoury, che si sono riversati nel centro penitenziario appena dietro gli uomini del Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale [ndt: gruppo d’intervento della gendarmeria nazionale, paragonabile per funzione ai GOM italiani]. Il GIGN è quest’unità di élite specializzata nella gestione delle crisi. Ci è voluto poco più di un’ora a questi uomini per avanzare fino ai due raggi dove si annidava la rivolta… Dei militari appoggiati nella loro manovra da un elicottero che non ha smesso di fare degli archi di cerchio al di sopra dei fili spinati.
Durante tutta l’ora che è durata l’operazione, non è trapelato nulla, se non il fruscio delle pale, i rumori a singhiozzo dei camion d’intervento e le grida angosciate dei detenuti che arrivavano alle orecchie delle persone riunite all’esterno. Si è dovuto aspettare il bilancio stilato dalle autorità, che è piuttosto positivo. Ci sono stati di certo dei danni materiali, causati soprattutto dall’incendio, ma nessun ferito. La guardia molestata, dopo essere rimasta per qualche tempo rinchiusa dai prigionieri, resta tuttavia sotto shock. È stata portata all’ospedale di Caienna, la sua testimonianza sarà preziosa per determinare le cause di questo ammutinamento. […]