A maggio fa’ ciò che ti piace: un appello al conflitto

[Tradotto dal blog Attaque, qui il testo originale in francese]

In questo contesto possiamo facilmente renderci conto di come il gel idroalcoolico serva tanto a disinfettare le mani, quando ad appiccare degli incendi. In altre parole che non abbiamo bisogno delle direttive dello stato per prenderci cura dei nostri cari e, una volta sistemata la questione della sopravvivenza, non abbiamo niente di meglio da fare che uscire, ad occhi aperti e in agguato per un colpaccio; ora abbiamo più che mai bisogno di vendetta e di amicizie realmente vissute.
Ora che siamo presi in questo sistema futurista non possiamo che dichiarare guerra alla normalità se non vogliamo morire di un’asettica noia.

Siamo di fronte ad un doppio movimento. Da un lato il potere non sembra essere mai stato così forte, non sembra aver mai conquistato così tanto i cuori e gli spiriti dei suoi cittadini docili. Dall’altro, sembra non aver mai dovuto gestire una situazione tanto complessa (almeno dalla nostra nascita).

Di fronte a tutto ciò, forse possiamo tirare un paio di conclusioni.

Prima di tutto che non si tratta più di aspettare chissà quale massa che si dovrebbe risvegliare per affrontare la situazione.

In secondo luogo, che il momento sembra propizio per attaccare.

Propizio qui non significa che è il solo buon momento. È sempre il momento di opporsi.

No, propizio significa qui che il nostro avversario è preso completamente da altre cose e che noi non abbiamo nessun mezzo di sapere né ciò che i nostri atti possono produrre come effetto a catena (vista la situazione abbastanza inedita per la nostra epoca) né se avremo prossimamente un’altra occasione.
Sembra essere una scommessa interessante per i nemici del potere. Cogliere l’occasione e vedere ciò che potrebbe succedere…

Nel momento in cui le forze di controllo, che setacciano lo spazio coi mezzi, coi droni o a piedi non sono mai state così presenti e sovraccariche di lavoro, cosa succederebbe se fossero minacciate nei loro bastioni da messaggi di morte scritti a vernice? Se ce la si prendesse ripetutamente con loro con qualche pietra/cocktail/fuoco d’artificio/petardo in piena notte durante i loro sonni? Facendosi attaccare durante i loro pattugliamenti?

Nel momento in cui le gabbie sono piene fino a scoppiare e dove si muore dietro le sbarre, cosa succederebbe se alcune macchine dei secondini si trovassero a contatto con un cacciavite/un martello/qualche accendifuoco? Se le persone che sorvegliano e rinchiudono, già sotto costanti pressioni, si facessero aggredire rientrando a casa?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, lavorano/studiano/condividono/si rilassano/si informano/ insorgono/fanno sesso… di fronte ad uno schermo, cosa succederebbe se qualche cavo in fibra ottica, sotto un facile pannello d’accesso, venisse sabotato?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, “comunicano” tramite telefono. Ordinano/comandano/ pianificano/organizzano per produrre (e perfino per militare) o “si prendono cura” tramite app o incessanti colpi di telefono, cosa succederebbe se dei ripetitori situati in posti spesso molto poco frequentati venissero resi inoperativi?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, vivono isolate in una bolla domotica connessa alla matrice come un ersatz di vita, cosa succederebbe se un traliccio dell’alta tensione, di facile accesso, crollasse a terra?

Non sappiamo assolutamente cosa tutto ciò potrebbe produrre. Ed è proprio per questo che bisognerebbe assolutamente tentarlo.

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Questo breve testo vuole essere un punto d’incontro per un mese di maggio pericoloso.

Nota (1) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare maggio e questo invito non ti è piaciuto, non esitare ad attaccare ad aprile e dare un senso al tuo attacco col tuo potenziale comunicativo.                                                                                                     Nota (2) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare puoi attaccare ad aprile e a maggio!