Italia – Un saluto per l’anarchico Franco Di Gioia

«Eppure per noi anarchici sarà sempre difficile farci capire. Noi non siamo un partito che va in parlamento o in televisione a spiegare le nostre idee. Non abbiamo tanti strumenti che ci consentono di fare propaganda, non abbiamo le televisioni, i grandi giornali, i mezzi finanziari, perché siamo un movimento di persone libere, di lavoratori, di disoccupati, di studenti e le nostre idee le propagandiamo con i pochi mezzi che abbiamo, e con i fatti» — F. Di Gioia

Ci ha lasciati il compagno anarchico Franco Di Gioia.
Fino all’ultimo è rimasto lucido e attivo, nonostante le difficoltà di salute che lo avevano portato ad ultime atroci sofferenze.
Fino all’ultimo ha contribuito al pensiero e all’azione anarchica con scritti chiari e sostegno incondizionato.
Franco è stato un proletario, un anarchico, un combattente per quell’ideale che continueremo a condividere con lui.
La porta della sua casa di Grisolia, sulla costa tirrenica cosentina, è stata sempre aperta a tutti quei compagni che sono venuti a trovarlo, anche da lontano, fino a poco tempo fa e per tutti quei proletari che si incontravano con lui.
Ci ha insegnato la semplicità della risposta rivoluzionaria in ogni situazione.
Con lui se ne va un pezzo di storia dell’anarchia; con noi resta la chiarezza del suo pensiero, la forza del suo carattere, la capacità di sentire l’ingiustizia e l’urgenza di saperla restituire, senza scrupoli e senza pietà, a chi l’ha generata.
Lo ricordiamo nelle sue lotte con i lavoratori di Grisolia, fra operai e non per gli operai, per il suo sostegno verso i prigionieri, per il gruppo anarchico di Grisolia, con la sede che dava sulla piazza, animata dai suoi comizi pieni di pathos e partecipazione, per i convegni anarchici del centro sud, per la sua partecipazione alle battaglie di Comiso, per la diffusione del pensiero anarchico in Calabria, per il suo entusiasmo, la sua autenticità, la sua umanità, come anche ci ricordano i compagni che hanno lottato con lui.

«Il mio contributo sarà sempre per l’anarchia» — F. Di Gioia

Anarchici
14/05/2020

[https://fuoridallariserva.noblogs.org/post/2020/05/14/un-saluto-per-lanarchico-franco-di-gioia/]
[https://malacoda.noblogs.org/post/2020/05/15/un-saluto-per-lanarchico-franco-di-gioia/]

Roma – Insieme nel cuore della lotta

Tra gli atti a sostegno dell’operazione repressiva del 13 marzo, la Procura di Bologna dichiara apertamente la necessità di togliere di mezzo le persone disposte a lottare e di farlo preventivamente, in considerazione dell’attuale momento storico in cui tensioni sociali potrebbero scatenarsi in tutto il paese.

Le accuse rivolte a 12 compagni/e sono istigazione a delinquere, danneggiamento, imbrattamento e incendio, nel quadro di un’associazione con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico. Anche quella Procura è convinta che bisogna vivere di miseria e di carcere, e così altre 7 compagne e compagni sono detenuti e altri/e 5 hanno l’obbligo di dimora e di firma.

Descrivere chi vive di solidarietà come “istigatore” non rappresenta solamente un pesante capo di imputazione dal punto di vista di anni di carcere da richiedere. La figura dell’istigatore fa emergere l’ennesimo tentativo manipolatorio dello Stato. La responsabilità di ciò che avviene all’interno di qualsiasi luogo di reclusione, così come nella società tutta, risiede esclusivamente nelle scelte politiche dei vari governi. Chiunque viva sulla propria pelle lo sfruttamento, l’impoverimento, l’esclusione, il pericolo della propria incolumità causata proprio da quelle stesse politiche, sa bene verso chi rivolgere la propria rabbia e non ha certo bisogno di suggerimenti terzi. Lo ha ben dimostrato l’immediata risposta delle persone detenute all’irresponsabile e cinico disinteresse dello Stato sulla gestione dell’emergenza Covid, con le spontanee rivolte di marzo dentro le carceri e le proteste ancora in corso. Così come lo hanno sempre dimostrato le rivolte avvenute all’interno dei centri di detenzione per immigrati.

Da due mesi ci sono rivolte nelle carceri di tutto il mondo perché le persone detenute non accettano di essere condannate al contagio del Covid nel contesto atroce di privazione della libertà.

C’erano Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma e Tommi davanti le mura di tutte le carceri?

Probabilmente sì. Tante Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi e tante/i noi.

La lotta per un mondo giusto, la lotta per la libertà, la lotta contro ogni forma di autorità, non è “istigazione” bensì solidarietà ed è, e sempre sarà, patrimonio di tutti e tutte noi.

In un mondo di muri, droni, guerre, segregazione razziale, violenza di genere e sfruttamento c’è chi sceglie da che parte stare.

SIAMO CON VOI

LIBERI TUTTI LIBERE TUTTE ORA

Rete Evasioni

https://ilrovescio.info/2020/05/14/due-testi-da-roma-in-solidarieta-con-gli-arresti-di-bologna/

Roma – MERDE – CESSI – CHIAVICHE

Queste sono le parole che abbiamo sentito risuonare in questi ultimi mesi dalle bocche di numerose familiari di persone detenute, riferite per lo più all’operato vigliacco e vendicativo di giudici, magistrati, ministri e viceministri operanti nella sfera della sorveglianza, della repressione, della reclusione. Della “Giustizia”, insomma… che in questo periodo di emergenza-Covid, ha preferito mostrare il pugno di ferro invece di mettere in atto misure adeguate a preservare veramente la vita di chi si trova in carcere.

Oggi, più di sempre, ci uniamo a questo coro.

Oggi, che lo Stato ci strappa, arrestandoli, altri 7 tra compagni e compagne, i nostri cari.

Oggi, che la procura di Bologna rende operativi dei mandati di cattura ideati, ed eseguiti in piena notte, dai Reparti Operativi Speciali dei carabinieri, e impone ad altri/e 5 l’obbligo di dimora a Bologna, rientro notturno e firme quotidiane.

L’inchiesta ripercorre il modus operandi di ormai decine di altre in passato, il ciclico e strumentale utilizzo dell’articolo 270 bis, l’associazione con finalità di terrorismo, che tutto giustifica. Soprattutto i mezzi impiegati, i soldi spesi per farlo, e i tempi d’indagine prolungati.

Questa inchiesta infatti è un po’ datata (sembra prendere avvio nel 2018)… ma una nota della procura ci chiarisce il perché, nonostante la richiesta delle custodie cautelari fosse depositata nei loro uffici già dal luglio 2019, proprio ora viene accordata.

Non è nostra abitudine citare certe fonti, ma questa volta ce la sentiamo, ché questa nota ci suggerisce un paio di considerazioni: 1) […] “Le evidenze raccolte in questo ultimo periodo, caratterizzato dalle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica del Covid-19, hanno evidenziato l’impegno degli appartenenti al sodalizio[…] ad offrire il proprio diretto sostegno alla campagna “anti-carceraria”, accertando la loro partecipazione ai momenti di protesta concretizzatisi in questo centro” (Bologna).

Come spesso accade, è la generosità – e l’impegno, certo -, delle compagne e dei compagni che viene punita.

Non ci fossero state le rivolte a rivendicare vita e dignità, e le iniziative fuori a sostenerle, la “questione carcere” e le morti, pesanti come macigni che si porta dietro, sarebbero rimaste tombate nel silenzio.

2) […] “In tale quadro, l’intervento, oltre alla sua natura repressiva per i reati contestati (ma ciò non dovrebbe avvenire a processo concluso? Cioè una volta eventualmente accertate le responsabilità?), assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturibili dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato” oggetto del citato programma criminoso di matrice anarchica. ” […]. E la valenza preventiva connaturata a qualsiasi misura cautelare, non dovrebbe riferirsi al pericolo di reiterazione di un qualche reato, un po’ più specifico di un opinabile “istigazione” al limite del “delitto d’opinione”?

Certo, se la custodia cautelare è già considerata come repressione dei reati contestati, è evidente che si può affermare senza problemi che in questo già claustrofobico momento bisogna prevenire, anche tramite la privazione della libertà, l’azione di chiunque si permetta di mettere in discussione la natura e le scelte dello stato (che nel mentre ha mostrato cosa – e chi – è sacrificabile) … come se non fossero esse stesse a provocare la tensione sociale.

Oggi più di sempre possiamo solo dire di essere orgogliose/i di avere delle compagne e dei compagni che anche nei periodi più difficili non rinunciano a battersi per ciò che si ritiene giusto! Contro ciò che risulta inaccettabile! E che sempre più persone arriveranno a comprendere volenti o nolenti, non perché lo dicono gli anarchici, ma perché, come questi tempi hanno reso evidente, lo stato non fa sconti a nessuno.

In quanto alla formula del terrorismo, a onor del vero usata e abusata nel corso del tempo, e sempre spendibile strumentalmente nel teatrino mediatico, non sprechiamo parole.

Ad Elena, Stefi, Nicole, Zi peppe, Guido, Duccio, Leo, rinchiusi nelle varie sezioni penitenziarie di Alta Sicurezza adibite ai sovversivi e alle sovversive; ad Emma, Otta, Martino, Tommi, Angelo, colpiti dalle altre misure restrittive, va tutta la nostra solidarietà, il nostro sostegno, il nostro affetto.

LIBERE SUBITO, LIBERI SUBITO!

Roma, 13 maggio 2020.

NED-PSM

https://ilrovescio.info/2020/05/14/due-testi-da-roma-in-solidarieta-con-gli-arresti-di-bologna/

Vigevano – Saluto a Stefania

Giovedì 14 maggio

Oggi un gruppo di compagni e compagne si è recato sotto le mura del carcere di Vigevano per portare un saluto solidale a Stefania, arrestata ieri nell’operazione “Ritrovo” che ha portato all’arresto di 7 compagni/e e ad altre 5 misure cautelari.

Siamo riusciti a comunicare con i detenuti, abbiamo raccontato loro perchè eravamo presenti lì sotto.

Da dentro si sono fatti sentire con cori e battiture.

Non sappiamo se Stefania ci abbia sentito: noi abbiamo provato a spostarci il più vicino possibile alla sezione femminile e fortunatamente qualche detenuto ci ha assicurato che proverà a farle arrivare il nostro saluto.

Ιταλία: Κατασταλτική επιχείρηση «Ritrovo» – Φυλακίστηκαν 7 συντρόφια

Κατασταλτική επιχείρηση «Ritrovo» – Φυλακίστηκαν 7 συντρόφια

Το ξημέρωμα της 13ης Μάη του 2020, επτά αναρχικά συντρόφια συνελήφθησαν μεταξύ Μπολόνιας, Μιλάνου και Τοσκάνης, ενώ πέντε ακόμα υποχρεώθηκαν σε μόνιμη διαμονή στον δήμο όπου κατοικούν, και έγινε έρευνα και στον χώρο Il Tribolo στην Μπολόνια. Η κατασταλτική επιχείρηση, υπό την ονομασία «Ritrovo», ενορχηστρώθηκε απ’ τον εισαγγελέα Stefano Dambruoso και τους Carabinieri της ROS (Ομάδα Ειδικών Επιχειρήσεων), οι οποίοι από κοινού πραγματοποίησαν τις συλλήψεις και τις έρευνες, υπό τις εντολές των τοπικών Carabinieri της Μπολόνια.

Τα επτά συλληφθέντα συντρόφια κατηγορούνται με το άρθρο 270bis του ποινικού κώδικα (ανατρεπτική οργάνωση με σκοπό την τρομοκρατία και την ανατροπή της δημοκρατικής τάξης), ενώ οι υπόλοιπες κατηγορίες υπάγονται στα άρθρα 414 (υποκίνηση σε διάπραξη εγκλήματος), 639 (καταστροφές και βανδαλισμοί) και 635 (φθορά). Ένα άτομο κατηγορείται με το άρθρο 423 (εμπρησμός) για την εμπρηστική επίθεση στις 16 Δεκέμβρη του 2018 σε κεραίες τηλεπικοινωνιών, οι οποίες βρίσκονταν στο San Donato της Μπολόνια, και οι οποίες χρησίμευαν για τη μετάδοση σήματος σε εθνικά και τοπικά τηλεοπτικά δίκτυα. Στο σημείο είχε αφεθεί σημείωμα που έγραφε «Ρημάχτε τις κεραίες, διεγείρετε τις συνειδήσεις. Αλληλεγγύη με τα αναρχικά συντρόφια που βρίσκονται έγκλειστα και υπό παρακολούθηση».

Οι κατασταλτικές δυνάμεις ισχυρίζονται πως τα συλληφθέντα αναρχικά συντρόφια κατηγορούνται για τη δημιουργία ανατρεπτικής-τρομοκρατικής οργάνωσης με στόχο «τη δημοσιοποίηση και την εξάπλωση της αναρχικής-εξεγερσιακής ιδεολογίας, καθώς επίσης και την υποκίνηση σε έκνομες ενέργειες μέσω της διάχυσης προπαγανδιστικού υλικού και της πραγματοποίησης βίαιων δράσεων απέναντι σε θεσμούς». Επιπροσθέτως, η εισαγγελική υπηρεσία της Μπολόνια, με την αρωγή των καθεστωτικών μέσων, υπογράμμισε πως τα προληπτικά μέτρα «έχουν αξία στρατηγική και προληπτική, με σκοπό την αποφυγή περαιτέρω στιγμιοτύπων του ευρύτερου αντικρατικού αγώνα σε ενδεχόμενες συνθήκες κοινωνικού αναβρασμού, οι οποίες ίσως ξεσπάσουν απ’ την παρούσα κατάσταση έκτακτης ανάγκης (σχετιζόμενη με την επιδημία του κορωνοϊού)».

Παρατίθενται οι προς το παρόν διευθύνσεις των συλληφθέντων συντροφισσών και συντρόφων μας:

Giuseppe Caprioli
C. R. di Alessandria “San Michele”
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Italia

Stefania Carolei
C. C. di Vigevano
via Gravellona 240
27029 Vigevano (PV)
Italia

Duccio Cenni
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara
Italia

Leonardo Neri
C. R. di Alessandria “San Michele”
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Italia

Guido Paoletti
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara
Italia

Elena Riva
C. C. di Piacenza
strada delle Novate 65
29122 Piacenza
Italia

Nicole Savoia
C. C. di Piacenza
strada delle Novate 65
29122 Piacenza
Italia

Πηγή: insuscettibilediravvedimento

Ιταλία: Κατασταλτική επιχείρηση «Ritrovo» – Φυλακίστηκαν 7 συντρόφια

Bologna (Italia) – Operación represiva «Ritrovo». Siete anarquistas arrestados

Durante la noche del 13 de mayo de 2020, siete anarquistas fueron arrestados en Bolonia, Milán y Toscana, otros cinco fueron obligados a quedarse en los municipios de residencia y se allanó en el espacio de documentación anarquista Il Tribolo en Bolonia. La operación represiva, llamada «Ritrovo», fue coordinada por el fiscal Stefano Dambruoso y los Carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale), quienes llevaron a cabo los arrestos y las búsquedas conjuntamente con el comando provincial de los Carabinieri de Bolonia.

Los siete arrestados están acusados del artículo 270bis del código penal (asociación subversiva con el propósito de terrorismo o subversión del orden democrático), los otros cargos se relacionan con los artículos 414 (incitación a cometer un delito), 639 (desfiguración y ensuciamiento) y 635 (daño). Una persona está acusada del artículo 423 (incendio) por el ataque incendiario del 16 de diciembre de 2018 contra algunas antenas de telecomunicaciones ubicadas en Monte Donato en Bolonia y destinadas a la transmisión de redes de televisión nacionales y locales. En el sitio quedó la escritura «Apaga las antenas, despierta la conciencia. Solidaridad con los anarquistas detenidos y bajo vigilancia ».

Las fuerzas represivas afirman que los anarquistas arrestados están acusados de haber creado una asociación subversiva-terrorista que tiene «el objetivo de afirmar y difundir la ideología anárquico-insurreccionalista, así como de instigar, con la difusión de material de propaganda, la comisión de actos de violencia contra las instituciones ». Además, la oficina del fiscal de Bolonia, con la ayuda de los medios de comunicación del régimen, subrayó que las medidas de precaución asumen un «valor preventivo estratégico destinado a evitar eso en cualquier momento posterior de la tensión social, derivado de la situación particular de emergencia [vinculada a la epidemia de coronavirus], en otros momentos una campaña de lucha antiestatal más general puede tener lugar ».

Estas son las direcciones actuales de los compañeros arrestados:

Giuseppe Caprioli
C. R. di Alessandria «San Michele»
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Italia

Stefania Carolei
C. C. di Vigevano
via Gravellona 240
27029 Vigevano (PV)
Italia

Duccio Cenni
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara
Italia

Leonardo Neri
C. R. di Alessandria «San Michele»
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Italia

Guido Paoletti
C. C. di Ferrara
via Arginone 327
44122 Ferrara
Italia

Elena Riva
C. C. di Piacenza
strada delle Novate 65
29122 Piacenza
Italia

Nicole Savoia
C. C. di Piacenza
strada delle Novate 65
29122 Piacenza
Italia

ITALIA: OPERACIÓN REPRESIVA «RITROVO». SIETE ANARQUISTAS ARRESTADOS. (ES/EN/IT)

Bologna – Nelle strade ci “ritroverete” Sempre al fianco di chi lotta /si ribella

Nel tardo pomeriggio del 14 maggio, a Bologna, un corteo di circa un
centinaio di persone si è mosso per il quartiere della Bolognina per
portare in strada messaggi in solidarietà alle/i compagne/i
anarchiche/ci arrestate la notte del 13, attraverso interventi al
megafono, cori, volantinaggi e striscioni.
Dopo ormai diversi mesi di isolamento da emergenza coronavirus, la
presenza solidale in strada di ieri è la dimostrazione che una simile
inchiesta dei Ros, per quanto ridicolosamente abbozzata, che ha
portato alla carcerazione dei/delle compagni/e e all’applicazione di
ulteriori misure repressive per altre/i compagne/i, non riesce a fermare la
solidarietà con chi si ribella allo stato delle cose. Nè tantomeno, le
lotte in ogni tempo di chi si difende contro chi controlla le nostre
vite, contro lo sfruttamento a spese della salute altrui, contro ogni
infame galera.

LIBERTÀ PER: ELENA, NICOLE, STEFI, DUCCIO, GUIDO, LEO E ZIPEPPE!
VI RIVOGLIAMO SUBITO TRA NOI!