Con le scuse delle misure sanitarie contro il Covid19 hanno finito per perfezionare e applicare misure di controllo e di isolamento sociale che come sempre attaccano e reprimono chi rimane ai margini, oppresso, ribelle, sfruttato, migrato, imprigionato.
Ma davvero, questo ci sorprende?
Dovrebbe sorprenderci il fatto che non siamo preparati per questo. Poiché il nostro odio per questo sistema non è una novità, forse ora dovremo rifiutarci di chinare il capo ancora di più. E ribellarci..
Le nostre reti di solidarietà sono importanti per renderci forti.
Le nostre azioni sono importanti per far capire che non c’è una nuova normalità che possa essere accettata.
Tra il 30 aprile e il 1° maggio volevamo tornare indietro, anche se con qualcosa di nuovo. E attaccare.
La mattina presto del 30 aprile:
-Bancomat della Caixa Bank bruciati nella zona del Clot
-Proprietà di Don Piso dipinta e martellata nella zona di Camp del Arpa
-La sede di Iberdrola imbrattata con vernice nella zona di Camp del Arpa
All’inizio del 1° maggio:
-Imbrattata sede della Previdenza Sociale di Sant Andreu e container bruciati
-Incendio di cassonetti nel distretto di Raval
Durante la mattina del 1° maggio:
-Scritte con vernice sull’ufficio degli stranieri come complici della miseria, Passeig Sant Joan
-Bruciati gli ingressi della sede dell’Istituto Nazionale della Sicurezza Sociale, via Sant Antoni Maria Claret
Alcuni anarchici Barcellona