Anche a Roma le persone hanno deciso di violare la quarantena e scendere in strada.
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Cagliari – Protesta di piazza per il 25 aprile
Il 25 aprile di protesta a Cagliari: scendono in piazza con striscioni, identificati e multati dalla Digos. Clamoroso blitz in piazza Garibaldi a Cagliari di alcuni attivisti di sinistra che hanno violato i divieti del virus e sono scesi in piazza con questo striscione, “25 aprile, io esco e protesto”. Tutti rigorosamente dotati di mascherine e a distanza di sicurezza, ma sul posto è piombata la Polizia che li ha filmati e procederà nelle prossime ore alle identificazioni e alle inevitabili multe.
Torino – Corteo del centro sociale Gabrio
Secondo i giornali un corteo di circa 20 persone si è svolto oggi esponendo alcuni striscioni fra cui “Il capitalismo e’ il virus, la resistenza e’ la cura” e “zona San Paolo antifascista”.
Napoli – Protesta dei disoccupati a piazza Municipio. Tensioni con Polizia
In piazza Municipio, nonostante i divieti, i disoccupati storici e i centri sociali di Napoli, tensioni con la Polizia, che ha portato in Questura 2 manifestanti. Da stamattina, per la Festa della Liberazione, striscioni a firma del gruppo di disoccupati “7 Novembre” che chiedono “tamponi di massa e reddito universale” sono comparsi in diversi quartieri della città: da Montesanto, a Bagnoli e anche in piazza Municipio, nello spiazzo antistante la sede del Comune di Palazzo San Giacomo.
continua su: https://napoli.fanpage.it/25-aprile-a-napoli-protesta-dei-disoccupati-a-piazza-municipio-reddito-per-tutti/
Milano – Antagonisti violano la quarantena per il 25 aprile: fermati dalla polizia e poi rilasciati
Da Viale Padova:
25/04/2020 – Su quanto è successo oggi a Milano Nord
Siamo un gruppo di antifascist* del quartiere e vorremmo spendere due parole su quanto accaduto. Mentre alcun* di noi portavano dei fiori alle lapidi dei partigiani del quartiere, rispettando le norme sanitarie (mascherine e distanza), in via Dogali, siamo stati accerchiati e caricati senza alcun motivo.
Tra di noi c’erano un padre con una bambina piccola e una persona anziana. Dopo che la Polizia ha detto che ci si poteva allontanare, siamo andati verso la lapide di Via Celentano per concludere il giro. Una volta deposti i fiori, stavamo andando via. A quel punto, siamo stati nuovamente aggrediti, ancora senza motivo, da parte delle forze dell’ordine che hanno preso uno dei nostri compagni, di cui non abbiamo ancora notizie.
Altri compagni e persone del quartiere sono accorsi a portare solidarietà. In risposta, è stata chiamata la celere. Dopo un’ora di accerchiamento e tensione, siamo riusciti ad andarcene. Situazioni simili sono accadute anche in altre zone della città.
I fatti di oggi dimostrano come qualsiasi forma di dissenso venga repressa con la scusa dell’emergenza sanitaria, persino rivendicare la lotta partigiana contro il nazifascismo. La reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine in questo periodo è un’evidenza della loro volontà di stringere sempre più il controllo e limitare le libertà, accusando persone singole per non assumersi le loro responsabilità riguardo questo disastro sanitario.
In un momento in cui il Governo programma quando riaprire le aziende, quando rimandarci a lavorare, noi dobbiamo rivendicare la nostra libertà di autodeterminarci e di vivere le città e gli spazi, incluso il commemorare chi è mort* per questa libertà.
Antifascist* del quartiere”
Qui il racconto audio di cosa è successo in Ticinese in Via Padova:
https://radiocane.info/milano-cronaca-25-aprile-quarantena/
Tensione in via Padova, alcuni militanti dei centri sociali hanno tentato di portare fiori sulle lapidi dei partigiani violando le leggi sul confinamento
Attimi di tensione, spintoni, strattonamenti. I tafferugli sono esplosi quando la polizia ha fermato un decina di antagonisti che avevano organizzato un breve corteo per rendere onore ai partigiani nella giornata del 25 aprile, le cui celebrazioni pubbliche sono sospese dal governo per via dell’emergenza coronavirus. Le volanti sono intervenute per identificare e multare i giovani in bici. Ma il clima si è riscaldato immediatamente e dalle parole e gli insulti, si è passati alle mani, come dimostrano i video raccolti dai balconi delle case su via Democrito, vicino a via Padova.
Dopo aver cercato di evitare il controllo degli agenti, una ragazza è stata spinta con violenza, altri bloccati a terra o trascinati, tanto che qualche residente della zona è sceso in strada a prendere le difese dei manifestanti dei centri sociali della zona. Il gruppo, dopo essere stato identificato, ha continuato a essere seguito dalla polizia.
Un’altra ventina di attivisti dei centri sociali sono stati fermati e identificati in via Ascanio Sforza, zona Ticinese. Ma nel corso della giornata sono attese altre piccole manifestazioni di questo tipo. Per questo i controlli sono stati rafforzati su tutta la città.
http://www.milanotoday.it/video/polizia-via-democrito-25-aprile.html
Davide Delogu in sciopero della fame
Riportiamo a seguire una breve dichiarazione di quest’oggi fatta da Davide circa l’inizio dello sciopero della fame come forma di lotta contro la proroga della censura.
“Oltre alla prepotenza carceraria per il totale isolamento, ora ha voluto partecipare all’orgia anche il magistrato di sorveglianza di Palermo, dott.ssa Agnelli, che ah voluto prorogarmi la censura il 22 Aprile quando era scaduta il 18 dello stesso mese, adottando le solite noiose “motivazioni di sicurezza”. Contro tale prepotenza inizio oggi, 24 Aprile, lo sciopero della fame.”
Ricordiamo che Davide è in isolamento dal 29 Febbraio, ossia dal momento del suo ennesimo trasferimento al Paglairelli di Palermo.
Per scrivergli e fargli sentire la nostra solidarietà:
DAVIDE DELOGU
Casa circondariale di Palermo – Paglairelli
Piazza Pietro Cerulli, 1
90129 – PALERMO (PA)
Colombia – Rivolte in carcere
Almeno un morto e 13 persone ferite durante una protesta in una prigione della Colombia, domenica mattina. Le persone protestavano per impedire il trasferimento senza precauzioni di un gruppo di prigionieri da un’altra prigione.
Verona – Detenuti contagiati nel carcere di Montorio
Le carceri sono tra i luoghi più esposti al rischio di contagio.
Assistiamo al paradosso per cui all’esterno non si può stare a meno di un metro di distanza e lo Stato dichiara illegali gli “assembramenti”, mentre in carcere si è costretti dallo stesso Stato a stare anche in celle sovraffollate.
A riprova di come la vita dei detenuti sia tenuta in nessuna considerazione.
A un mese dall’inizio delle proteste nelle carceri italiane, proviamo a mettere in fila le poche informazioni reperibili sulla situazione del carcere veronese di Montorio.
Le rivolte di marzo
Da quello che si sa il carcere di Verona non è stato toccato direttamente dalle proteste di inizio marzo, che in Veneto hanno toccato invece interessato le strutture di Padova, Treviso e Venezia.
Uno dei detenuti trasferiti da Modena dopo la rivolta sarebbe morto a Montorio durante il trasferimento verso il carcere di Spini di Gardolo (Trento).
La direzione afferma che è morto davanti ai cancelli di Montorio, probabilmente per mettere le mani avanti: la versione ufficiale infatti è che sarebbe morto di overdose al pari di altri 13 detenuti morti durante le rivolte, ma non viene spiegato perché una persona in overdose da medicinali stava venendo portata in un altro carcere anziché in un ospedale.
Altri detenuti provenienti da Modena sono probabilmente passati da Verona: in quei giorni sono stati visti entrare due pullman della penitenziaria con tanto di scorta.
Se i trasferiti siano rimasti qui in una struttura già sovraffollata oppure siano stati portati a Spini o in altre carceri non è dato saperlo.
Il contagio
In data 25 marzo esce la notizia che nel carcere di Montorio c’è un focolaio di coronavirus.
Il Sindacato Polizia Penitenziaria fa sapere che risultano quindici agenti positivi e altrettanti in quarantena e dice che non risultano casi tra i detenuti.
Successivamente sulla stampa locale vengono fatte uscire notizie sui provvedimenti presi da amministrazione penitenziaria e autorità locali.
Il 3 aprile l’amministrazione comunale veronese consegna “mascherine, tute di protezione e disinfettante spray” per personale del carcere e detenuti.
Nella mattinata del giorno seguente, 4 aprile, inizia invece la “sanificazione e bonifica degli spazi comuni interni ed esterni e di numerosi locali dell’istituto penitenziario veronese da parte del personale specializzato del comando delle Forze operative terrestri di Supporto (Comfoter di Supporto)”. Operazione voluta dal prefetto Cafagna che sarà poi ripetuta in “alcuni uffici pubblici e nelle caserme delle forze dell’ordine”.
La collaborazione con l’Esercito (non una novità assoluta per Montorio, dato che mesi fa erano stati impiegati detenuti per lavori di manutenzione di strutture dell’esercito), presentato come a tutela dei detenuti, non è però tranquillizzante, se si pensa che al tempo delle rivolte c’era chi proponeva di schierare l’esercito attorno alle carceri e nel caso del carcere di Lecce sono stati effettivamente impiegati anche militari per sedare la rivolta.
Situazione attuale
A livello nazionale la direttiva sembra quella di non prendere in considerazione un’amnistia o un indulto (decisione presa ad esempio in Iran e in Turchia) ma solamente ridurre gli ingressi in carcere e far accedere col contagocce i detenuti alle misure alternative.
Il carcere di Montorio non sembra fare eccezione.
Il 5 aprile si può infatti leggere sul giornale L’Arena che un uomo arrestato mercoledì 1 aprile “è stato accompagnato nella casa circondariale scaligera dove si è tenuta l’udienza di convalida” per poi essere messo con misure cautelari diverse dal carcere.
In ogni caso questi provvedimenti sortiscono lo stesso effetto di svuotare il mare con un cucchiaio.
L’unico modo per evitare un contagio nelle carceri è infatti svuotarle.
AGGIORNAMENTI
10 aprile. Sul sito dell’Ansa è riportata la notizia che il Tribunale di Sorveglianza di Verona, dopo una richiesta motivata con l’emergenza sanitaria nelle carceri, ha negato i domiciliari a un detenuto rinchiuso nel carcere di Vicenza, che tramite i suoi legali ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha chiesto all’Italia di dare un chiarimento in merito entro il 14 aprile.
11 aprile. Secondo quanto dichiarato dalla deputata del M5S e presidente della commissione Giustizia Francesca Businarolo sarebbero 25 i detenuti positivi al Covid19 (mentre le guardie positive sono 17).
15 aprile. Emerge che i tamponi vengono fatti al rilento: su 450 detenuti e detenute sono stati sottoposti al tampone solo 60 (di cui appunto 25 positivi). Quindi il numero dei contagiati rischia di essere ben più elevato.
22 aprile. Secondo quanto dichiarato dal segretario del Sindacato Agenti Polizia Penitenziaria, nel carcere di Montorio i contagi sono più di 60 tra detenuti, agenti e personale sanitario: lo stesso segretario chiede l’evacuazione del carcere. Secondo il Corriere del Veneto il contagio è partito dalla Terza Sezione dove sono rinchiusi i cosiddetti “protetti” (cioè infami, stupratori,etc) e da lì sarebbe arrivata anche nella seconda sezione dove dormano persone in semilibertà. Fra i contagiati anche due medici e un infermiere. Nell’articolo si dice anche che la situazione secondo le autorità è ormai ingestibile, tant’è che il DAP ha dovuto disporre con una circolare ai magistrati che nessun nuovo detenuto venga assegnato al carcere di Montorio e pertanto ogni nuovo arrestato a Verona venga assegnato ad altre
carceri del Triveneto.
Chiediamo a chi avesse notizie o testimonianze dirette sul carcere di Montorio di mandarcele per mail a lazattera@tracciabi.li in modo da poterle pubblicare su questo sito e farle girare.
Ora più di prima bisogna rompere il silenzio attorno alle mura di Montorio e sostenere la rivendicazione dei detenuti e dei loro famigliari: amnistia subito!
Articolo del Corriere del Veneto sulla situazione al carcere di Verona:
https://evasioni.info/2020/04/23/verona-detenuti-contagiati-nel-carcere-di-montorio/
Torino – Corteo anarchico
TORINO. Tensione in corso Vercelli all’angolo con via Belmonte dove una cinquantina di anarchici hanno organizzato un corteo contro le disposizioni del Governo, accusando le forze dell’ordine di aver «diffuso il virus».
Gli antagonisti stanno bloccando la strada, urlando “Libertà” e stanno invitando i residenti del quartiere a scendere in strada e a ribellarsi Ad un certo punto gli anarchici hanno accerchiato un dirigente della Questura: un antagonista è stato fermato.