Torino – Non aprite quella porta

2 Aprile. Ad Alpette un uomo di 54 anni, probabilmente consapevole della propensione all’infamia del vicinato, è uscito per una passeggiata serale martedì e mercoledì portando con sé non un lasciapassare a quattrozampe bensì una motosega per dissuadere i possibili controlli. Immediata la segnalazione dei suoi concittadini ai carabinieri, i quali dopo una breve colluttazione sono purtroppo riusciti a disarmarlo. L’uomo si trova adesso nel carcere di Ivrea, in stato di arresto con l’accusa di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Non aprite quella porta

Torino – Assembramenti a Falchera

2 Aprile. Ben 12 le volanti della polizia oltre alle ormai onnipresenti linci dell’esercito per portare a termine l’arresto di un 22enne dopo una tentata rapina di una farmacia a Falchera. Non sorprende che mai come in questi giorni l’ipotesi di una carcerazione venga mal digerita e, come in questo caso, un gruppo di familiari e residenti nel quartiere abbia provato a ostacolare l’operato delle forze dell’ ordine per evitare l’arresto del giovane e risparmiargli un passaggio per il carcere delle vallette, probabilmente il luogo meno sicuro per trascorrere queste settimane di quarantena.

Assembramenti a Falchera

Torino – Riders

3 Aprile. Anche tra le uniche figure (sbirri esclusi) ancora incessantemente in giro per la città di Torino è arrivato il primo decesso per coronavirus, un operaio 32enne che lavorava anche per Glovo. I media parlano di problemi di salute pregressa mentre la multinazionale del food delivering è subito corsa ai ripari dichiarando di aver fornito ai propri dipendenti mascherine, guanti e istruzioni di sicurezza, dopo le denunce degli stessi riders che lamentavano carenza di DPI al lavoro. E in pieno stato di emergenza iniziano anche a rimbalzare notizie di rapine, tentate e riuscite ai danni dei fattorini in tutta Italia, tanto che persino i sindacati hanno avvertito l’urgenza di prendere parola “rapine e aggressioni si erano verificate tante volte anche in passato, ma mai i riders erano stati derubati del cibo destinato alla consegna”.

Riders

Torino – San Giovanni tutto l’anno / Droni ed elicotteri

3 Aprile. Come già annunciato, parte da oggi la sorveglianza aerea dei droni sulla città dopo l’approvazione del comitato ordine pubblico e sicurezza e la firma del questore De Matteis. Dal parco della Colletta alla Pellerina ma anche Valentino e lungo fiume, queste le principali aree destinate al controllo da parte delle drone unit dei carabinieri e dei civich. Ancora non si conosce il numero dei velivoli che vigileranno sopra le nostre teste ma si spera che nel traffico aereo almeno quelle dei carabinieri non abbiano ben chiaro se dare la precedenza a destra o sinistra.

2 Aprile. Nel silenzio della serate torinesi in molti avranno notato un elicottero dei carabinieri sorvolare le proprie abitazioni. Nelle disposizioni dei militari dell’arma è previsto il pattugliamento delle aree verdi e come si è potuto notare anche di interi quartieri. Il velivolo è ovviamente affiancato dalle truppe di terra pronte a intervenire qualora qualcuno venga intercettato dal potente fascio di luce del mezzo. Si spera che con l’arrivo della primavera e qualche finestra aperta in più i droni non inizino a entrare nelle case per verificare il rispetto delle prescrizioni anticontagio.

 

SAN GIOVANNI TUTTO L’ANNO

Non bastavano i droni

Torino – Pietre contro l’ambulanza

4 aprile. Non bisogna essere fanatici di telegiornali e quotidiani per sapere che gli ospedali non siano i luoghi di salubre frequentazione in questo periodo, con oltre 10000 contagiati e almeno 70 decessi tra le fila degli operatori sanitari, costretti a lavorare nell’ultimo mese in pessime condizioni di sicurezza. Doveva esserne a conoscenza anche la donna che nella notte tra giovedì e venerdì si è rifiutata di essere trasportata in ambulanza al nosocomio di Moncalieri e in cui soccorso sono intervenuti i familiari ponendosi davanti al mezzo e costringendolo dopo una sassaiola a una rapida ripartenza senza la donna a bordo.

 

Pietre contro l’ambulanza

Napoli, Roma e Cagliari – Un giorno di blackout

Apprendiamo dai giornali locali che in due quartieri di Napoli e Cagliari e vicino all’aeroporto di Fiumicino a Roma sono avvenuti dei blackout.
Come al solito il piagnisteo dei media si basa sui soliti problemi tecnici…

https://www.napolitoday.it/cronaca/rione-alto-black-out-31-marzo-2020.html>
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3b2d4593-650e-4de0-82a2-cca6d13b3e36-tg1.html
https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/04/01/interruzione-dell-energia-elettrica-a-mulinu-becciu-136-1003956.html

Spagna – Incubo totalitario, fatto!

E nel caso in cui qualcuno avesse ancora dei dubbi su di chi è la festa
e a chi la stan facendo

“In Spagna la situazione legata all’emergenza coronavirus è sempre più pesante. Così un gruppo di poliziotti, in servizio nelle strade di Andorra, ha pensato di allegerire un po’ il clima di preoccupazione dedicando ai bambini un insolito balletto. Sulle note del brano ‘Baby shark’, gli agenti hanno improvvisato un abreve coreografia. Il video, postato sui social qualche giorno fa, ha migliaia di visualizzazioni.”

https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/coronavirus-strade-vuote-per-la-quarantena-in-spagna-i-poliziotti-improvvisano-uno-show-per-i-bambini/357288/357848?ref=RHPPRB-BS-I0-C4-P8-S1.4-F4

Grecia – Trasferimento di Pola Roupa nel carcere di Eleonas a Tebe e aggiornamento sulla situazione nelle carceri greche

Pola Roupa è stata trasferita perché ha partecipato, dal carcere di Korydallos (ad Atene), a una mobilitazione contro il sovraffollamento nelle carceri e per l’adozione di misure contro la diffusione dell’epidemia nelle carceri in Grecia. Esiste la possibilità che anche Nikos Maziotis possa essere trasferito nel carcere di alta sicurezza di Domokos, dove è già stato recluso in passato. Infatti venne trasferito a Korydallos nel 2015 per poter essere presente alle numerose udienze dei processi contro Lotta Rivoluzionaria (Επαναστατικού Αγώνα, “Epanastatikòs Agonas”), udienze che si sono susseguite per cinque anni. La sua detenzione a Korydallos si concluderà con la fine del quarto processo contro Lotta Rivoluzionaria. Il verdetto di questo processo (relativo ad alcune rapine in banca che sono state attribuite al gruppo) sarà emesso il 28 aprile 2020, sempre se non verrà rinviato a causa dell’epidemia in corso. Quando la sentenza sarà pronunciata, Nikos sarà probabilmente trasferito a Domokos. Presumibilmente potrebbe tornare nel carcere ateniese nel 2021, in occasione della corte d’appello del quinto processo contro Lotta Rivoluzionaria (riguardante il tentativo di evasione in elicottero da Korydallos, organizzato nel 2015 da Pola Roupa in clandestinità, e altre due rapine in banca). Dopo la sentenza di aprile, i 155 anni di condanne accumulate da Nikos saranno fusi in 20 anni secondo le disposizioni del nuovo codice penale greco.

Gli indirizzi sono i seguenti:

Pola Roupa (Πόλα Ρούπα)
Dikastiki Fylaki Eleonas – Gynaikeies Fylakes
T. K. 32200, Thebes, Greece

Nikos Maziotis
Dikastiki Fylaki Korydallou – Eidiki Pteryga
T. K. 18110, Korydallos, Athens, Greece

Seguono due brevi testi di Pola Roupa e Nikos Maziotis sul traferimento e sulla mobilitazione in corso nelle carceri.

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Messaggio di Pola Roupa:

23 marzo 2020

Venerdì 20 marzo, poco dopo la chiusura del carcere, membri delle forze speciali della polizia hanno fatto irruzione nella mia sezione per condurmi fuori da Korydallos. Il ministero aveva impartito un ordine per il mio trasferimento in modo da bloccare la mobilitazione nel carcere femminile di Korydallos, al fine di ridurre le sezioni dove lo stesso giorno si erano iniziate a tenere aperte le porte delle celle a mezzogiorno. È la prima volta che un simile ordine viene dato per spezzare una mobilitazione, e ciò mostra l’estremo autoritarismo del governo, la percezione che quest’ultimo ha dei detenuti e come intende affrontare la minaccia di un virus letale. Hanno portato con me un prigioniero di 65 anni, detenuto per problemi finanziari, disabile al 67%, che è in attesa di scarcerazione. Il suo trasferimento è stato una decisione di vendetta da parte del servizio penitenziario. Nel carcere di Eleonas, a Tebe, siamo tenuti in quarantena per il coronavirus, e vi resteremo per diversi giorni.

Con i nostri testi e la nostra mobilitazione, le detenute nelle sezioni femminili di Korydallos hanno voluto lanciare un avvertimento per evitare una propagazione devastante e mortale del virus nelle carceri del paese. Il loro decongestionamento generalizzato è l’unica soluzione per salvare vite umane. Tuttavia, il governo ritiene meno importante occuparsi della vita dei detenuti, rispetto al salvare il proprio prestigio e non minare la disciplina nelle carceri del paese. La sua «sincera» preoccupazione per la vita degli abitanti di questo paese si manifesta anche nel rifiuto di prendere sotto tutela gli ospedali privati, dimostrando così che non voler entrare in conflitto con il grandi imprese nel mezzo della maggiore crisi sociale e umanitaria in atto. Il governo non smette di decimare medici e infermieri negli ospedali pubblici infettati dal coronavirus, costretti a battersi privi di fondi, personale, forniture. In tutto il paese le prigioniere e i prigionieri sono in balia dell’indifferenza criminale. Il mio brutale trasferimento dall’inizio della mobilitazione conferma che la strategia dell’ordine pubblico ha la precedenza sulla sicurezza sociale e sulla stessa vita umana.

Pola Roupa, membro di Lotta Rivoluzionaria

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Messaggio di Nikos Maziotis:

21 marzo 2020

Questa mattina le forze speciali della polizia sono entrate nel carcere femminile di Korydallos e hanno prelevato Pola Roupa per trasferirla nel carcere femminile di Eleonas, a Tebe. Ovviamente, questo trasferimento avviene a seguito della mobilitazione e della richiesta di ridurre le pene detentive a causa del rischio di diffusione del coronavirus nelle carceri. Ieri le detenute hanno iniziato a mobilitarsi tenendo aperte le celle all’ora di pranzo.

Il trasferimento della compagna Roupa nel carcere di Eleonas è apparentemente la risposta del Ministero per la protezione dei cittadini [che si occupa della gestione dell’ordine pubblico ed è responsabile delle forze di polizia dello Stato greco] alle richieste e alle mobilitazioni dei detenuti. Non c’è stata risposta alla richiesta di ridurre il sovraffollamento delle carceri in modo legale, come indicato nelle richieste dei detenuti, che è il modo più elementare per prevenire una massiccia diffusione del virus nelle carceri stesse. È certo che dopo la cessazione delle visite di parenti e avvocati, il prossimo passo del ministero sarà quello di incarcerare i prigionieri nelle loro celle per 24 ore al giorno con il pretesto di «proteggerli», dato che il virus sarà entrato nelle carceri, se non lo ha già fatto. La misura delle 24 ore di reclusione in cella è completamente fascista, né risolve il problema. È illegale e non è prevista da nessuna legge o codice penale ed è in linea con l’approccio più generale per un divieto di circolazione già in vigore in tutta Europa. Fascismo nella società, fascismo nelle carceri!

Pola Roupa è sempre stata in prima linea nelle mobilitazioni e nelle proteste nel carcere femminile di Korydallos. E naturalmente la reazione del ministero e del governo è «comprensibile». Facciamo sapere loro che questo non ci spezzerà e che non ci piegheremo a nessun governo, né di destra né di sinistra.

Nikos Maziotis, membro di Lotta Rivoluzionaria

Nota: Nel testo scritto da P. Roupa viene indicato che il trasferimento è avvenuto il 20 marzo.