Questa è un’immagine delle rivolte che si stanno scatenando a Minneapolis, dopo l’uccisione di un ragazzo afroamericano da parte delle solite merde della polizia. Commissariati date alle fiamme, supermercati saccheggiati, banche attaccate, scontri con la polizia e strade occupate. Il messaggio è chiaro: per rompere con razzismo e autorità bisogna prendersela con il mondo che le genera.
Poi se il fiume in piena inizia a scorrere in altre città come a Los Angeles, Memphis, Louisville, Denver e New York, allora la rivolta inizia ad avere un respiro più lungo e più per pericoloso per chi comanda. George Floyd non respirava sotto il ginocchio di uno sgherro del potere. Da alcuni ghetti, e non solo, suona forte chiaro un urlo di rivolta nell’epoca del virus: respirare significa tentare di liberarsi da chi ci costringe a vivere una vita con quel ginocchio puntato sul collo ogni giorno, per farla finita con qualsiasi autorità che soffoca ogni nostro desiderio.