“Conosci il nemico come conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo. Se non conosci il nemico, ma conosci soltanto te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari alle tue possibilità di sconfitta.”
L’arte della guerra, Sun Tzu
Mai sottovalutare i propri nemici, o leggere superficialmente le loro azioni. L’adagio di Sun Tzu, all’opposto, ci spinge ad andare in profondità nella conoscenza dell’avversario, a scrutare con attenzione le sue mosse per dedurne ogni dettaglio, per arrivare, in altre parole, a saper interpretare le sue intenzioni con la stessa chiarezza con cui formuliamo le nostre.
È a partire da questa prospettiva che analizziamo il recente operato di RWM Italia, in particolare rispetto alla sua presenza nel Sud Sardegna.
Ci siamo già occupati in passato di questa azienda che da qualche anno è divenuta nota per essere produttrice ed esportatrice di armamenti soprattutto (ma non solo) verso il Medioriente ed i suoi scenari di guerra.
L’attuale stato di emergenza dovuto alla pandemia da covid-19 ha portato ad un ridimensionamento delle attività produttive: il governo ha stabilito una differenziazione fra produzioni a carattere essenziale e non essenziale ed abbiamo già constatato come l’industria bellica, per lor signori, rientri nella prima categoria.
L’RWM è sembrata, in un primo momento, andare in controtendenza rispetto a questa decisione annunciando uno stop temporaneo alla produzione: un atto di responsabilità, in quanto lo stabilimento di Domusnovas è classificato ad alto rischio di incidente rilevante, ed un incidente in questo periodo di grande emergenza caricherebbe il sistema sanitario locale di un peso insostenibile. L’annuncio è stato subito rilanciato ed amplificato da vari media, assieme alla notizia che mascherine e vari dispositivi di protezione sarebbero stati donati dall’azienda ad ospedali e forze dell’ordine. Insomma, dei benefattori.
Se non avessimo fatto nostro l’adagio di Sun Tzu potremmo anche fermarci qui ed occuparci di altro; invece, ancora una volta, occorre guardare più in profondità.
Innanzitutto, il Piano di Sicurezza Esterno dello stabilimento è obsoleto: è scaduto otto anni fa e non è mai stato aggiornato, e nella sua ultima versione fa riferimento ad una realtà con ipotesi di produzione prevalentemente civile – il che rende la prospettiva di un incidente ancor più tragica di quanto già sarebbe normalmente. In secondo luogo, l’attività dell’azienda non si è fermata: proseguono, infatti, le operazioni di ampliamento che interessano soprattutto il vicino comune di Iglesias. L’ampliamento in questione corrisponde alla creazione di una nuova linea produttiva, di capacità superiore a quella già esistente, di un nuovo reparto di assemblaggio e caricamento di munizioni, e di altri locali che avranno funzione prevalentemente logistica.
Non si tratta di marginali modifiche, ma di un raddoppiamento della capacità produttiva, la cui realizzazione peraltro, con immensi scavi e la creazione di terrapieni artificiali, sconvolgerà il profilo dell’ecosistema circostante in maniera drammatica.
La richiesta originale risale ormai al 2017 e, da allora, prosegue in maniera “opaca”: essa avviene infatti attraverso piccole, mirate richieste fatte ai comuni di riferimento, i quali serenamente approvano ogni singola istanza della fabbrica. Invece di presentare un progetto complessivo (dal quale emergerebbe la necessità di più avvedute verifiche in vista di un mutamento paesaggistico così rilevante, in un’area considerata oltretutto di interesse pubblico e classificata come “boschiva”), RWM parcellizza la richiesta di autorizzazione sminuzzandola in mille rivoli. Ed ecco il colpo finale: solo nel mese di marzo, in piena emergenza sanitaria e sociale, il comune di Iglesias ha velocemente approvato ben otto di queste richieste.
Tutto questo ad oggi è stato denunciato da vari comitati ad associazioni che si muovono su base locale e nazionale (qui ad esempio il comunicato di Italia Nostra), e non ha certo ottenuto dai media la stessa risonanza accordata invece agli annunci parziali dell’azienda. Alcuni di questi gruppi sono promotori di un ricorso al TAR il cui obiettivo è quello di bloccare l’intero ampliamento, dunque le varie autorizzazioni concesse dal comune arrivano in un momento in cui sull’opera complessiva pende ancora il giudizio di legittimità.
La sfacciataggine di RWM non ci stupisce, ma di certo non ci lascia indifferenti.
Abbiamo di fronte un nemico cinico e senza scrupoli: non ci aspettiamo nessun ravvedimento da parte di questi assassini in giacca e cravatta, men che meno ci lasciamo incantare dalla loro carità.