Domenica 5 aprile 2020
La giornata d’azione federale organizzata da Seebrucke in parecchie città tedesche ha portato numerose persone a scendere in strada per mettere fine ai lager sovraffollati sulle isole greche e per l’accoglienza di persone profughe e migranti in territori e comuni dell’UE pronti a mostrare solidarietà.
A Francoforte sul Meno circa 600 persone in strada hanno innalzato striscioni e cartelloni, con una catena umana. Lungo il fiume Meno si potevano vedere tante camice e gilet color arancio, simbolo delle persone soccorritrici volontarie. Lungo il fiume le persone manifestanti hanno formato una lunga catena che innalzava le scritte e disegnava a terra punti arancioni.
La polizia era espressamente presente, con l’intenzione di “sciogliere” la manifestazione, come aveva già pubblicamente detto: i richiedenti, gli organizzatori, non potevano garantire che la distanza di sicurezza in strada fosse osservata; che, inoltre, si trattava di un’espressione politica collettiva che non poteva stare in strada perché ciò era in contrasto ai sensi della legge sulla protezione delle infezioni
La polizia ha mostrato una sentenza del tribunale di Gießen (città al centro della RFT con sede universitaria) emessa appena il 31 marzo in cui veniva vietata una manifestazione sul tema del “trasporto pubblico” anche se gli organizzatori avevano pianificato di rispettare la distanza di 10mt fra ogni manifestante.
La manifestazione a Francoforte è stata subito aggredita. La montatura della legge sulla sicurezza contro l’infezione limita espressamente anche la libertà di assemblea, di riunione. Il modo di agire della polizia contro chi manifesta è stato “completamente sproporzionato e quindi chiaramente illegale”. Unicamente nel momento di essere portat* via dalla polizia c’è stato il contrasto fisico. In quanto a ciò, il loro modo di procedere quel pomeriggio ha raggiunto l’assurdo perchè definito “mezzo di sicurezza”. Effettivamente domenica è stato possibile osservare che i poliziotti a Francoforte non hanno rispettato né la distanza di sicurezza né l’impiego della mascherina.
Quanto più alcuni manifestanti si trovavano lontano dal campo visivo di chi si trovava sui marciapiedi, tanto più gli attacchi della polizia diventavano violenti. Una donna che in quei momenti percorreva con la sedia a rotelle il marciapiede ha dichairato a junge Welt di essere stata gettata a terra. Lotte Laloire, libera giornalista, che voleva documentare con le sue mani l’ammanetamento di un manifestante, dopo aver mostrato la tessera di giornalista alla polizia ha detto che “due poliziotti in uniforme l’hanno trascinata a terra per diversi metri” fino a provocarle ematomi sanguinanti e piaghe altrettanto sanguinanti sul viso. Da ciò è nata la collera sul “mancato rispetto della libertà di stampa”.
La riunione da tenere prima di mettere termine alla mobilitazione di quel giorno non è stata fatta perchè la polizia si è presa tanto tempo per il controllo dei documenti personali e del permesso di stare in piazza.
In quello stesso giorno sono state compiute iniziative anche in altre città, fra le quali Berlino, Amburgo, Bielefeld e Lipsia. Le manifestazioni hanno lasciato dietro di sé molteplici tracce della protesta: scarpe, volantini con le richieste poste dal movimento al governo, ossia che:
le persone profughe e migranti durante la Coronapandemia devono avere il necessario accesso alla cura medica; immediato stop alla violenza lungo i confini dell’UE; rinnovo, accrescimento della sicurezza e delle procedure d’asilo nell’UE.
(*) Seebrücke (Ponte sul mare)
E’ un movimento della società civile organizzato in maniera decentrale, internazionale, che si è formato al’inizio del 2018 che si indirizza contro la politica di compartimentazione, come pure, in particolare, contro la criminalizzazione dei salvataggi compiuti nel Mediterraneo. Coloro che lo formano, gli danno vita, solidarizzano con tutte persone migranti, che fuggono dai paesi colpiti da guerre di conquista … e esortano la politica di creare vie di fuga sicure.
(junge welt 7 aprile 2020)