Minneapolis: Ora questa lotta si combatte su due fronti

Queste poche righe ci sono pervenute da dei compagnie e compagne americani:

E’ una insurrezione. E’ scoppiata una vera e propria insurrezione negli Stati Uniti. Credo che calerà in alcuni posti e si estenderà ad altri, muterà. Ancora scontri pesanti ad Atlanta ma senza più incendi e saccheggi. Chicago ieri [31/5 ndT], a detta di un compagno che era lì, 10 ore di saccheggi, niente polizia. Dice che il centro è una “zona abbandonata” (forsaken zone), non è più gente né sbirri, solo vetrine infrante. A New York City nella zona sud del quartiere Hudson e nel quartiere Soho, tutti negozi di lusso e costosi -Supreme il suo negozio principale lì- sono stati saccheggiati, dal primo all’ultimo. E poi Chelsea, Brooklyn, Harlem, Manhattan. A San Francisco, San José, Oakland e tutta la Bay Area, a Philadelphia non c’è altro che riot. Ora col presidente nel bunker, la destra si è presentata da qualche parte ma non così in massa come è circolato. Riot ieri [31/5 ndT] a Montreal in Canada, con saccheggi. Sta
incominciando a estendersi internazionalmente E’ importante che la gente diffonda ciò che sta avvenendo e che ci siano manifestazioni di solidarietà. Sarebbe un ottimo segnale per la gente che si sta battendo in queste strade. Sembra che applichino lo stesso schema usato con Ferguson. Al terzo giorno dissero che gli scontri erano stati pianificati da anarchici bianchi. Questa roba funziona per un paio di giorni poi la gente smette di crederci. Ora provano a far si che la polizia aderisca ad alcune manifestazioni in solidarietà e anche questo funziona solo per un paio di giorni.

Tratto da https://de.crimethinc.com/2020/05/28/minneapolis-ora-questa-lotta-si-combatte-su-due-fronti-cosa-significano-i-disordini-per-lepoca-del-covid-19

Minneapolis: ora questa lotta si combatte su due fronti

Cosa significano i disordini per l’epoca del COVID-19

Le dimostrazioni di questa settimana a Minneapolis segnano uno spartiacque storico nell’epoca del COVID-19. Come abbiamo scritto a marzo, ci sono alcune cose per le quali vale la pena morire. La perpetuazione del capitalismo non è una di queste. Ma alcuni di noi affrontano minacce ancora più mortali del COVID-19. Vale la pena rischiare la nostra vita per lottare per un mondo in cui nessuno sia ucciso come George Floyd – e ciò che sta accadendo a Minneapolis dimostra che la gente è pronta a farlo.

Anche prima della pandemia, gli Stati Uniti erano una polveriera, con diseguaglianze in rapida crescita che stavano polarizzando la popolazione. Da marzo, oltre a una disoccupazione mai vista prima, abbiamo assistito alla proliferazione di rischi letali in tutta la popolazione sulla falsariga delle disparità preesistenti legate a razza e classe. Il Governo ha creato miliardi di dollari da far confluire nelle tasche dei dirigenti, lasciando la gente comune a bocca asciutta; le multinazionali stanno costringendo chi ha ancora un lavoro a rischiare la vita giorno dopo giorno, introducendo nuove tecnologie di sorveglianza e cercando di accelerare il ritmo dell’automazione. In poche parole, siamo considerati alla stregua di una popolazione in eccedenza per essere controllati dalla violenza dello Stato ed essere decimati dal virus.

I politici di ogni schieramento sono complici di ciò che sta accadendo. Qualcuno preferisce affidarsi alla forza bruta per stabilizzare la situazione, altri a una gestione più razionale; ma nessuno tra chi è al potere ha un piano serio su come affrontare i fattori sistemici che, innanzitutto, ci hanno portato a questo punto. Nel migliore dei casi, prendono in prestito la retorica e i punti cruciali dalle campagne da noi avviate, mostrando che – proprio come nel caso del licenziamento dei poliziotti di Minneapolis a – l’unico modo in cui potremo assistere a un cambiamento sociale sarà attraverso azioni popolari portate avanti con la forza.

Fino al 26 maggio, la principale tensione sociale negli Stati Uniti sembrava essere quella esistente tra i sostenitori di Trump – che fanno finta che non vi sia alcuna pandemia in atto – e i Democratici – che vogliono passare per quelli cauti e responsabili senza però affrontare i fattori che ci costringono correre dei rischi. Lo spettacolo degli scontri tra un movimento di astroturf di estrema destra, che richiede la “riapertura” dell’economia, e agenti di polizia insolitamente frenati, che difendono le misure di chiusura statale, è servito solamente a limitare il discorso politico a una scelta fasulla tra il tipo di “libertà” promossa da capitalisti e suprematisti bianchi da un lato, e il tipo di “sicurezza” che gli Stati totalitari promettono sempre di fornire dall’altro.

La coraggiosa resistenza al controllo della polizia di Minneapolis del 26 e del 27 maggio in risposta al brutale omicidio di George Floyd mostra che un gran numero di persone sono pronte a opporsi a Governo e Polizia anche a costo di correre rischi elevati. Stiamo udendo la voce di una parte della popolazione rimasta in silenzio negli ultimi due mesi – ma quella di coloro che non sono né ricchi liberali né servili conservatori – e si scopre che insieme siamo abbastanza potenti da sconvolgere lo status quo.

Gli eventi di Minneapolis amplieranno l’immaginario collettivo – che si era dolorosamente contratto negli ultimi anni – su ciò che è possibile. Cambieranno il discorso su come avviene il cambiamento sociale. È diventato ormai chiaro che supplicare coloro che detengono il potere con mezzi elettorali è un vicolo cieco. Tentare di apportare dei cambiamenti con la forza è un azzardo ma è l’unica scelta realistica rimasta.

È significativo che la mobilitazione che ci ha fatto aprire gli occhi sia stata una risposta contro la violenza di poliziotti razzisti, iniziata da chi è vittima della supremazia bianca e di tutti gli altri vettori di oppressione. Come notammo alla fine del 2017, le rivolte contro la violenza della Polizia svoltesi in tutto il Paese, da Ferguson a Baltimora e altrove, cessarono virtualmente dopo l’elezione di Donald Trump. Non è chiaro perché ciò accadde ma, di sicuro, non finirono perché la violenza della Polizia fosse diminuita. L’insurrezione di Minneapolis riporta alla luce tutto l’irrisolto di quel periodo inserito però in un contesto completamente diverso, in cui molte più persone sono state radicalizzate, la società è molto più polarizzata ed è sempre più chiaro a tutti che – ma che sia per i proiettili della Polizia, per il COVID-19 o per i cambiamenti climatici globali – le nostre vite sono in pericolo.

Gli scontri di Minneapolis imperversano in tutti i notiziari, dalla Grecia al Cile. Nel bene o nel male, gli Stati Uniti occupano una posizione di rilievo nell’economia globale dell’attenzione – e, grazie alla pandemia, chiunque in qualunque parte del mondo sta subendo pressioni simili. Soprattutto nel Sud del mondo – Brasile, Indonesia, Sudafrica – dove una buona fetta della popolazione vive la stessa brutalità inflitta a persone come George Floyd, la ribellione a Minneapolis offrirà un esempio che altri emuleranno nei prossimi mesi.

Come risponderà la classe dirigente? Negli Stati Uniti, Trump e i suoi sostenitori accuseranno i Democratici di non poter controllare gli Stati da loro governati, usando questo per alimentare la paura razzista tra i beneficiari del privilegio bianco. I centristi Democratici affermeranno che questo tipo di disordini è ciò che accade quando lo stato di diritto non viene rispettato dalla Casa Bianca, sperando così di riconquistare potere a livello nazionale – anche se in Minnesota c’è un governatore Democratico e la legge è sempre stata uno strumento di supremazia bianca. La sinistra istituzionale si presenterà nelle vesti d’intermediaria, offrendosi di toglierci dalle strade e dal controllo in cambio di alcune concessioni.

Fortunatamente, in un momento in cui lo Stato stesso si sta disgregando in fazioni rivali, nessuno di questi gruppi ha il capitale politico di cui hanno bisogno per compiere una vera e propria repressione statale senza correre il rischio di essere abbandonati dagli altri. Sembra che ogni fazione desideri che le altre siano ritenute responsabili dell’escalation della situazione. In ogni caso, Trump non è più l’unico a dominare i notiziari. Ora questa guerra si combatte su due fronti.

Solo una settimana fa, alcuni elementi dell’estrema destra stavano cercando di inquadrarsi come anti-polizia a causa delle proteste contro la “riapertura.” Ieri notte a Minneapolis, miliziani armati si sono schierati, in modo imbarazzante, in favore delle proteste ma contro il saccheggio – una contraddizione che diventa palese non appena si nota in quale direzione puntano le loro pistole. Il probabile omicidio di un manifestante a Minneapolis commesso la scorsa notte da un vigilante di guardia a un negozio dovrebbe esplicitare in modo abbastanza chiaro che guardie giurate e sbirri sono la stessa cosa – assassini –, con o senza uniforme.

E cosa dovremmo fare? Dovremmo dire chiaramente a tutti quelli che vorranno ascoltare perché la gente si difende da sola. Dovremmo condividere le conoscenze su come proteggersi l’un l’altro nelle strade. Dovremmo rafforzare le nostre reti e prepararci a partecipare a eventi simili in tutto il mondo. Dovremmo resistere a ogni tentativo di dividere coloro che agiscono insieme in modo solidale contro la violenza della Polizia, in particolare contro le teorie del complotto sugli agitatori esterni. Dovremmo spiegare ancora una volta perché vandalismo e saccheggio sono tattiche di protesta efficaci e legittime. Ogni volta che le persone si difendono da sole dallo stato di Polizia, dovremmo mostrar loro solidarietà, preparandoci a correre gli stessi rischi che coloro che sosteniamo affrontano ogni giorno. Soprattutto, dovremmo condividere la visione di un mondo senza oppressione, senza gerarchia, senza polizia o carceri o sorveglianza e mostrare quali sono le strategie attraverso le quali possiamo crearlo.

Non siamo debitori nei confronti della Polizia che ha approfittato della pandemia per uccidere i neri in modo ancora più evidente di prima. Non è mai stata concepita per tenerci al sicuro. Non siamo debitori nei confronti dei miliardari che hanno approfittato della pandemia per intascare ancora più soldi dallo Stato e per monopolizzare il mercato. La vita della loro economia significa la morte per noi. Non siamo debitori nei confronti dei politici che hanno a malapena alzato un dito per proteggere la nostra salute o le nostre case. Hanno avuto la loro occasione. Dobbiamo cambiare tutto da soli.

L’ordine dominante è condannato. Prima o poi collasserà. La concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di un numero sempre minore di persone non è sostenibile. L’unica domanda è se lo rovesceremo prima che ci uccida e prima che decimi il pianeta. Il tempo stringe. La vita che pensavamo fosse davanti a noi ci è già stata strappata. Tocca a noi creare un altro futuro.

Grazie a tutti coloro che la notte scorsa hanno rischiato la propria libertà – e forse la propria vita – a Minneapolis e a Los Angeles per dimostrare che l’omicidio di George Floyd è inaccettabile.

Manifestazioni di solidarietà programmate

Aggiorneremo questa sezione man mano che verranno annunciate nuove dimostrazioni.

California

San Francisco/East Bay

Venerdì 29 maggio, ore 20.00

Fuck the Police: Vengeance for George Floyd (Fanculo gli sbirri: vendetta per George Floyd)/Manifestazione di solidarietà per Minneapolis a Oakland Oscar Grant Plaza, 14th e Broadway – “Resta in sicurezza, indossa una mascherina”

Colorado

Denver

28, 29 e 30 maggio, tutti i giorni a mezzogiorno presso il Denver Capitol Building: Justice for George Floyd (Giustizia per George Floyd)

Georgia

Atlanta

29 maggio, ore 16.00

CNN Center 1: Stop Killing Us! (Smettetela di ucciderci!)

7 giugno, ore 20.00

All’angolo tra Satellite Blvd e Pleasant Hill Rd

Indiana

Jasper, Indiana

30 maggio, dalle 10.00 a mezzogiorno, “Stand Up and Say Their Name” (Alzati e dì il loro nome) – ospitato da ONE – Dubois County, presso Dubois County Courthouse

Iowa

Des Moines

30 maggio, ore 13.00 – We Still Can’t Breathe (Non riusciamo ancora a respirare)

Kentucky

Louisville

29 maggio, ore 20.30

March of Freedom (Marcia per la libertà): incontro all’esterno del Muhammad Ali Center; indossare una maschera nera

Massachusetts

Boston

Venerdì 29 maggio, ore 17.00 – Peters Park, 1277 Washington Street – ”Stop the pandemic of police brutality” (Fermiamo la pandemia della brutalità della Polizia)

Springfield

Venerdì, 29 maggio, ore 13.30 Western Mass Stand-Out Protest: Stop Killing Black People (Protesta di massa occidentale: smettere di uccidere i neri)

New Hampshire

Lebanon (Dartmouth College)

Sabato 30 maggio, ore 18.00 End the Killing Now (Smettete di uccidere ora)

Manchester

Sabato 30 maggio, ore 10.00

Black Lives Matter March on Elm (Le vite dei neri contano)

Albany

Sabato 30 maggio, ore 13.00

Albany Corre/Cammina/Marcia per le vite dei neri

New York

New York City

Giovedì 28 maggio, alle 18.00

New York Solidarity with Minneapolis (Solidarietà di New York con Minneapolis), Union Square

Venerdì 29 maggio, ore 18.00

Barclay’s Center, Brooklyn; “Wear PPE, prepare to escalate, prepare to march” (Indossa i DPI, preparati a un’escalation, preparati a marciare)

North Carolina

Charlotte

Venerdì 29 maggio, ore 18.30 Justice for George Floyd (Giustizia per George Floyd)

Raleigh

Domenica 31 maggio ore 15.30 Memorial for George Floyd – In memoria di George Floyd

Ohio

Cleveland

30 maggio, ore 14.00, presso Free Stamp – SURJ NEO (Showing Up for Racial Justice – Ergiamoci per la giustizia razziale – Northeast Ohio)

Oregon

Portland

Al momento è in corso un’occupazione del polo giudiziario nel centro città in 1120 SW 3rd Avenue in solidarietà con George Floyd, annunciato dal PNW Youth Liberation Front.

Tennessee

Knoxville

Venerdì 29 maggio, ore 18-00

Raduno presso il dipartimento di polizia di Knoxville: “I partecipanti hanno chiesto di indossare mascherine e il distanziamento sociale o di partecipare alla protesta in auto se non si sentono a proprio agio/al sicuro in grandi gruppi.”

Texas

Austin

30 maggio, ore 12.00

From Austin to Minneapolis:Justice for George Floyd and Mike Ramos” (“Da Austin a Minneapolis: giustizia per George Floyd e Mike Ramos”)

Houston

29 maggio, ore 14.00

Ospitato da Black Lives Matter Houston – Discovery Green, incontro in 1500 McKinney Street e marcia verso il Municipio

San Antonio

30 maggio, 17.00,

301 E Travis St. – ospitato da Autonomous Brown Berets

San Jose

Venerdì 29 maggio, ore 14.00 George Floyd Solidarity Action (Azione di solidarietà per George Floyd)

Vermont

Burlington

Sabato 30 maggio, ore 18.00

Protest for George Floyd (Protesta per George Floyd)

Virginia

Richmond

Venerdì 29 maggio, ore 20.30

NO JUSTICE NO PEACE FUCK THE POLICE (NIENTE GIUSTIZIA NIENTE PACE FANCULO AGLI SBIRRI) appuntamento al Monroe Park (indossate una mascherina e dei guanti)

Stato di Washington

Seattle

29 maggio, ore 19.00

International District, Chinatown, Hing Hay Park

Sabato 30 maggio, ore 12.00 (mezzogiorno)

610 5th Ave. South- “March for Justice #GeorgeFloyd” (Marcia per la giustizia #GeorgeFloyd)

6 giugno dalle 14.00 alle 17.00

#SeattleJusticeforGeorgeFloyd – “Ci incontreremo sotto lo Space Needle e inizieremo a marciare verso Pike Place alle 14.00; per favore niente violenza o saccheggio” [sic]

Germania

Manifestazioni spontanee si sono già svolte a Neumunster e Brema.

Wuppertal

29 maggio, ore 18.00

Uhr vor dem City Arkaden (Alte Freiheit)

Grecia

Atene

Venerdì 29 maggio, ore 20.00 – Piazza Exarchia – “Contro il terrore di Stato ovunque.”

 

Interviste fatte il 01.06.2020 sulle sommesse in America:

https://radioblackout.org/2020/06/born-in-the-u-s-a/

 

Minneapolis: Ora questa lotta si combatte su due fronti