17 Aprile
Dai contatti con alcune persone recluse nel CPR di Ponte Galeria sappiamo che nella sezione femminile sono ancora detenute almeno tre donne. Per quanto riguarda la sezione maschile non si hanno notizie dirette, ma il numero dei reclusi sta diminuendo anche lì, non registrandosi nuovi ingressi. Essendo bloccati i voli di rimpatrio per l’emergenza da Covid-19, le persone vengono liberate con un foglio di espulsione per scadenza dei termini (45 giorni per chi viene dal carcere e 180 per tuttx lx altrx), per esiti positivi dei ricorsi inoltrati dagli/dalle avvocatx o, come nel caso riportato oggi dalla Legal Clinic di Roma Tre, per rigetto da parte del Tribunale delle richieste di proroga avanzate dalla Questura.
Seppur l’obiettivo dichiarato dei Centri Per il Rimpatrio sia la deportazione delle persone senza documenti, ed essendo questo venuto meno per l’impossibilità di effettuare i voli di rimpatrio verso i Paesi di origine dex reclusx a causa della pandemia, i Cpr continuano ad esistere e a far lucrare chi guadagna dalla detenzione amministrativa: lo Stato, le cooperative che lo gestiscono. Ciò rende palese il fatto che in realtà la funzione dei Cpr sia tutt’altra: essere una forma di ricatto costante per chi non è in regola con i documenti, acuire la distinzione tra migranti “buoni” – che hanno una giusta motivazione per richiedere il permesso di soggiorno, seguono le regole che vengono loro imposte nei centri di accoglienza, svolgono forme di lavoro volontario chiamate tirocini per l’integrazione – e migranti “cattivi”, la fetta indesiderata e intollerabile della società, marginalizzata, che vive nella costante condizione di poter essere imprigionata più e più volte, rimpatriata nei luoghi dai quali scappa o che nemmeno conosce . Il confine tra le due condizioni è molto labile, in quanto basta perdere il lavoro e i requisiti per il rinnovo del permesso di soggiorno per finire tra lx indesideratx, o ribellarsi alla situazione infantilizzante e oppressiva che si vive nei centri di accoglienza per essere condannatx, imprigionatx nelle carceri e nei Cpr.
Il virus che da anni ci impensierisce è lo Stato, con tutte le sue strutture detentive.
L’unico antidoto lo conosciamo bene e ancor di più lo conoscono le persone che da sempre si ribellano a quella prigionia: il fuoco.
Per la libertà di tuttx,
fuoco ad ogni gabbia, galera e CPR!
Nemiche delle frontiere
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riportiamo in seguito il commento della Legal Clinic
COMMENTO ALLE ULTIME DECISIONI IN MATERIA DI TRATTENIMENTO
Negli ultimi giorni, il Tribunale di Roma conferma l’interpretazione già proposta in precedenza in materia di trattenimento di richiedenti asilo nel CPR di Ponte Galeria nel contesto dell’emergenza sanitaria Covid-19 e rigetta cinque richieste di proroga della Questura di Roma, disponendo l’immediata liberazione delle persone trattenute.
Nel provvedimento allegato al post, il Tribunale motiva sulla base del diritto alla salute del trattenuto, che prevale sulle esigenze di controllo dell’immigrazione che giustificano il trattenimento, e sul venire meno della ratio stessa della misura – così come definita dalla “Direttiva Rimpatri” – alla luce dell’impossibilità di procedere al rimpatrio delle persone trattenute.
Il Tribunale, inoltre, evidenzia le posizioni assunte da diversi organismi internazionali che si sono espressi in favore della liberazione dei migranti trattenuti nei centri di detenzione e sui rischi per la salute delle persone connessi al protrarsi delle misure di limitazione della libertà personale.
Le decisioni del Tribunale di Roma e di altri organi giurisdizionali sul territorio nazionale confermano quanto la Clinica – insieme a diverse realtà associative e sociali – afferma dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il trattenimento delle e dei migranti si pone oggi in palese contrasto con l’obbligo delle autorità di tutelare la salute delle persone migranti e in aperta contraddizione con la sua funzione – comunque a nostro avviso illegittima – di agevolare l’adozione di misure di rimpatrio nei paesi di origine.
Ribadiamo quindi ancora una volta la necessità e l’urgenza di chiudere i CPR, di liberare le persone trattenute e di offrire misure alloggiative adeguate a chi non ha una casa dove stare in sicurezza.
Legal Clinic Roma Tre