Moltissimx lavoratrx delle fabbriche nel nord del Messico, fabbriche
perloppiù di proprietà straniera (USA, Canada, Germania…), hanno
iniziato una serie di scioperi. Preoccupatx per il contagio dellx loro
compagnx, alcunx morti per il virus, lx lavoratrx chiedono che, in
accordo con il decreto federale che ordina la chiusura delle industrie
non essenziali, le imprese mandino a casa lx operax con il 100% del
salario. Ci sono stati scioperi negli stabilimenti di almeno 31 imprese
a Tijuana e Mexicali (Baja California), Ciudad Juárez e Matamoros
(Chihuahua), Nogales (Sonora) y Gómez Palacio (Durango).
Molte di queste imprese appartengono ai settori dell’elettronica,
telecomunicazioni e metalmeccanico come la Honeywell, Lear Corporation,
Electrical Components International, Syncreon, Legrand e Hyundai.
Gli scioperi selvaggi, non coordinati da sindacati, dove lx operax si
presentano dai resposabili degli stabilimenti pretendendo di essere
mandatx a casa con il salario completo.
Anche se la maggior parte dei beni prodotti nelle fabbriche delle città
di frontiera del Messico sono per il mercato statuniense o straniero, lx
lavoratrx delle fabbriche guadagnano solo una piccola frazione di quello
che ricevono lx statunitensx addette alle stesse mansioni, disparità che
è andata aumentando nelle ultime settimane a causa della forte caduta
del peso messicano nel mezzo della crisi sanitaria ed economica.
Gli scioperi cominciati a metà aprile per il virus rappresentano la
terza grande ondata di scioperi delle industrie del nord del Messico
negli ultimi quattro anni e mezzo, preceduta dalle proteste che avevano
avuto luogo in vari stabilimenti di Ciudad Juarez nel 2015/2016 e gli
scioperi a matamoros dell’inizio del 2019. in questi precedenti
conflitti, lx lavoratrx pretendevano aumenti salariali, miglioramento
delle condizioni di lavoro e sindacati indipendenti.
fonte: mail