Berlino – Proteste lockdown, 100 arresti

Decine di persone, oltre 100 per la polizia, sono state arrestate a Berlino perché protestavano contro il lockdown imposto per contenere la diffusione del coronavirus. I manifestanti urlavano “voglio indietro la mia vita” e sorreggevano cartelli con su scritto “difendi i diritti costituzionali” e “la libertà non è tutto ma senza libertà tutto è nulla”.
La Corte Costituzionale ha stabilito a inizio mese che anche durante il lockdown le manifestazioni sono autorizzate a patto che i partecipanti mantengano la distanza di sicurezza. Alcuni di coloro che hanno protestato oggi hanno cercato di farlo, sedendosi a terra e indossando le mascherine, ma altri si sono invece ammassati. Il portavoce della polizia Thilo Cablitz ha spiegato che “in base al regolamento del lockdown gli agenti sono obbligati a impedire questo tipo di assembramenti”.

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/04/25/proteste-lockdown-100-arresti-a-berlino_412a9475-7471-4c7d-84a3-6584d1e564e3.html

Cremona – Un raccontino esistenziale sul 25 Aprile

Verso il tardo pomeriggio di ieri ritrovo un vecchio amico che non vedevo da tanto tempo. Nell’incrociarci in strada con queste maledette mascherine ci riconosciamo. Un incontro inatteso in epoca di quarantena, violata consapevolmente da alcuni in questa triste città che ormai non fa più differenze fra virtuale e reale. Mi dice subito: «Leggo sempre i manifesti in giro e le parole che scrivono gli anarchici. È incredibile come voi siate rimasti l’unica voce fuori dal coro a Cremona. Apprezzo anche se non condivido tutto quello che scrivete e difendete. Peccato che tutto questo, nel mondo di oggi, vi porterà ad avere solo grane personali e non la libertà di tutti che tanto sperate». Dopo questa battuta, a cui io rimango fra lo sbigottito e un piccolo senso di felicità, ci fermiamo a parlare degli anni passati a scuola insieme e ci lasciamo cordialmente con la promessa di rivederci.

Passando poi per via Manini, dove scorge una lapide che ricorda l’inizio della rivolta contro contro la dittatura fascista (Dall’epigrafe: “Da queste selci scaturì la favilla sanguinosa della riscossa. I cittadini del rione. 24 aprile 1945”. Nel quartiere di Sant’Imerio il giorno 24 aprile 1945, ebbe inizio l’insurrezione armata. Il primo atto fu uno scontro a fuoco in cui rimase ucciso un fascista genovese componente della Milizia, già noto ai partigiani come torturatore, che si stava attrezzando per fuggire dalla città), il cervello rincomincia a frullare riflessioni. Cosa c’è in quel senso di incertezza nel pensare e ripensare a quelle poche parole dette da una vecchia conoscenza con cui si è condiviso un pezzo di adolescenza? Il senso è difficile da trovare ma fin da subito sento un vuoto di estraneità dentro. La domanda che mi pongo è la seguente: «Davvero le anarchiche e gli anarchici sono rimasti l’unica voce fuori dal coro in questa desolante città?» Forse di primo acchito potrebbe sembrare, ma mi rifiuto di pensare che tutti gli oppressi di questa città si siano accomodati agli obblighi del potere. Non è possibile, non possono diventare tutti ciechi. E poi un senso di rifiuto mi pervade, per rigettare l’identità ribellistica che si forgia nella sicura alterità. Ci saranno ancora individui abbastanza determinati per mettersi di traverso al sistema di idiozia da cui questa epoca del contagio trae la sua forza consensuale? Quale liberazione in un mondo del tutto imbruttito?

Intanto arrivo a casa e un messaggio mi avverte che un mio compagno in questo pomeriggio ha fatto un incontro del tutto aspettato. I soliti sbirri gli hanno rotto le gonadi ed è stato denunciato per minacce, oltraggio a pubblico ufficiale e violazione delle norme sul coronavirus. A lui tutta la mia solidarietà e vicinanza. Ai fascisti di ieri (e di oggi) come agli sbirri di oggi (e di ieri) con le loro mani sporche di sangue va tutto il mio disprezzo. E non solo il 25 aprile, ma tutti i giorni. Sono sicuro che questo sentito stia nelle viscere anche delle mie compagne, dei miei compagni e anche di qualche altra persona ostile all’ordine sparsa in città.

Un raccontino esistenziale sul 25 Aprile a Cremona

Cagliari – Protesta di piazza per il 25 aprile

Il 25 aprile di protesta a Cagliari: scendono in piazza con striscioni, identificati e multati dalla Digos. Clamoroso blitz in piazza Garibaldi a Cagliari di alcuni attivisti di sinistra che hanno violato i divieti del virus e sono scesi in piazza con questo striscione, “25 aprile, io esco e protesto”. Tutti rigorosamente dotati di mascherine e a distanza di sicurezza, ma sul posto è piombata la Polizia che li ha filmati e procederà nelle prossime ore alle identificazioni e alle inevitabili multe.

Il 25 aprile di protesta a Cagliari: scendono in piazza con striscioni, identificati e multati dalla Digos

Napoli – Protesta dei disoccupati a piazza Municipio. Tensioni con Polizia

In piazza Municipio, nonostante i divieti, i disoccupati storici e i centri sociali di Napoli, tensioni con la Polizia, che ha portato in Questura 2 manifestanti. Da stamattina, per la Festa della Liberazione, striscioni a firma del gruppo di disoccupati “7 Novembre” che chiedono “tamponi di massa e reddito universale” sono comparsi in diversi quartieri della città: da Montesanto, a Bagnoli e anche in piazza Municipio, nello spiazzo antistante la sede del Comune di Palazzo San Giacomo.

continua su: https://napoli.fanpage.it/25-aprile-a-napoli-protesta-dei-disoccupati-a-piazza-municipio-reddito-per-tutti/

Milano – Antagonisti violano la quarantena per il 25 aprile: fermati dalla polizia e poi rilasciati

Da Viale Padova:

25/04/2020 – Su quanto è successo oggi a Milano Nord

Siamo un gruppo di antifascist* del quartiere e vorremmo spendere due parole su quanto accaduto. Mentre alcun* di noi portavano dei fiori alle lapidi dei partigiani del quartiere, rispettando le norme sanitarie (mascherine e distanza), in via Dogali, siamo stati accerchiati e caricati senza alcun motivo.
Tra di noi c’erano un padre con una bambina piccola e una persona anziana. Dopo che la Polizia ha detto che ci si poteva allontanare, siamo andati verso la lapide di Via Celentano per concludere il giro. Una volta deposti i fiori, stavamo andando via. A quel punto, siamo stati nuovamente aggrediti, ancora senza motivo, da parte delle forze dell’ordine che hanno preso uno dei nostri compagni, di cui non abbiamo ancora notizie.
Altri compagni e persone del quartiere sono accorsi a portare solidarietà. In risposta, è stata chiamata la celere. Dopo un’ora di accerchiamento e tensione, siamo riusciti ad andarcene. Situazioni simili sono accadute anche in altre zone della città.
I fatti di oggi dimostrano come qualsiasi forma di dissenso venga repressa con la scusa dell’emergenza sanitaria, persino rivendicare la lotta partigiana contro il nazifascismo. La reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine in questo periodo è un’evidenza della loro volontà di stringere sempre più il controllo e limitare le libertà, accusando persone singole per non assumersi le loro responsabilità riguardo questo disastro sanitario.
In un momento in cui il Governo programma quando riaprire le aziende, quando rimandarci a lavorare, noi dobbiamo rivendicare la nostra libertà di autodeterminarci e di vivere le città e gli spazi, incluso il commemorare chi è mort* per questa libertà.

Antifascist* del quartiere”

Qui il racconto audio di cosa è successo in Ticinese in Via Padova:
https://radiocane.info/milano-cronaca-25-aprile-quarantena/

Tensione in via Padova, alcuni militanti dei centri sociali hanno tentato di portare fiori sulle lapidi dei partigiani violando le leggi sul confinamento

Attimi di tensione, spintoni, strattonamenti. I tafferugli sono esplosi quando la polizia ha fermato un decina di antagonisti che avevano organizzato un breve corteo per rendere onore ai partigiani nella giornata del 25 aprile, le cui celebrazioni pubbliche sono sospese dal governo per via dell’emergenza coronavirus. Le volanti sono intervenute per identificare e multare i giovani in bici. Ma il clima si è riscaldato immediatamente e dalle parole e gli insulti, si è passati alle mani, come dimostrano i video raccolti dai balconi delle case su via Democrito, vicino a via Padova.

Dopo aver cercato di evitare il controllo degli agenti, una ragazza è stata spinta con violenza, altri bloccati a terra o trascinati, tanto che qualche residente della zona è sceso in strada a prendere le difese dei manifestanti dei centri sociali della zona. Il gruppo, dopo essere stato identificato, ha continuato a essere seguito dalla polizia.

Un’altra ventina di attivisti dei centri sociali sono stati fermati e identificati in via Ascanio Sforza, zona Ticinese. Ma nel corso della giornata sono attese altre piccole manifestazioni di questo tipo. Per questo i controlli sono stati rafforzati su tutta la città.

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/04/25/news/gli-antagonisti-violano-la-quarantena-per-il-25-aprile-a-milano-fermati-dalla-polizia-1.38760951

http://www.milanotoday.it/video/polizia-via-democrito-25-aprile.html

Cosenza – 25 Aprile per l’auto-liberazione

Oggi 25 aprile 2020 ci siamo ritrovati, attraverso un passaparola ed un attacchinaggio effettuato nei giorni recenti, in un punto del centro città per diffondere materiale editoriale e stampa anarchica ed aggiornare sulla situazione carceraria di alcuni compagni.

Non ci interessa la retorica antifascista, fatta di slogan e celebrazioni simboliche.

Nonostante gli eventi che condizionano la vita di ognuno di noi in questo periodo, tanti compagni hanno continuato a scrivere, ragionare e agire.

Nelle carceri altrettanti compagni hanno mantenuto un atteggiamento di conflitto, sebbene si siano moltiplicate, nelle prigioni, le difficoltà di comunicazione con l’esterno e siano diventate più aspre le conseguenze per chi non si arrende.

La quotidianità in presenza del virus ci ha insegnato a tutelare le nostre vite e quelle di chi ci sta intorno attraverso il ragionamento e la consapevolezza non tramite le contradditorie regole imposte dal Consiglio dei Ministri e dai governatori regionali che hanno mandato al macello decine di migliaia di persone con la complicità delle aziende private.

Confidiamo sulla autodeterminazione individuale per continuare a confrontarci senza delegare a piattaforme on-line le nostre lotte.

SOLIDARIETA’ A DAVIDE DELOGU IN SCIOPERO DELLA FAME E A TUTTI

I PRIGIONIERI IN LOTTA!

Anarchici a Cosenza

25/04/2020

 

Per info: coseinutili@protonmail.ch