Italia – Violenze contro le divise

29 marzo 2020

Potenza. Fermato per un controllo, ferisce i due carabinieri con un bastone.

2 aprile 2020

Città di Castello (PG). Si oppone ad un controllo e sputa in faccia ai carabinieri, dopo averne ferito uno con un bastone. Altra fonte della notizia

3 aprile 2020

Udine.  Dopo una soffiata alla polizia un ragazzo di 25 anni viene arrestato per aver sputato in faccia ad un Carabiniere

10 aprile 2020

Massarosa (LU). Porta a passeggio il cane ma lo fermano i carabinieri perchè troppo lontanto da casa (600 metri). Si rifiuta di dare i suoi documenti e ne spedisce alcuni in pronto soccorso. Altro link sulla sua versione rilasciata alle Iene

13 aprile 2020

Neviano (LE). Abbassa la mascherina ad un carabiniere e gli sputa in faccia.

 

Roma – Aggiornamenti CPR di Ponte Galeria

17 Aprile
Dai contatti con alcune persone recluse nel CPR di Ponte Galeria sappiamo che nella sezione femminile sono ancora detenute almeno tre donne. Per quanto riguarda la sezione maschile non si hanno notizie dirette, ma il numero dei reclusi sta diminuendo anche lì, non registrandosi nuovi ingressi. Essendo bloccati i voli di rimpatrio per l’emergenza da Covid-19, le persone  vengono liberate con un foglio di espulsione per scadenza dei termini (45 giorni per chi viene dal carcere e 180 per tuttx lx altrx), per esiti positivi dei ricorsi inoltrati dagli/dalle avvocatx o, come nel caso riportato oggi dalla Legal Clinic di Roma Tre, per rigetto da parte del Tribunale delle richieste di proroga avanzate dalla Questura.
Seppur l’obiettivo dichiarato dei Centri Per il Rimpatrio sia la deportazione delle persone senza documenti, ed essendo questo venuto meno per l’impossibilità di effettuare i voli di rimpatrio verso i Paesi di origine dex reclusx a causa della pandemia, i Cpr continuano ad esistere e a far lucrare chi guadagna dalla detenzione amministrativa: lo Stato, le cooperative che lo gestiscono. Ciò rende palese il fatto che in realtà la funzione dei Cpr sia tutt’altra: essere una forma di ricatto costante per chi non è in regola con i documenti, acuire la distinzione tra migranti “buoni” – che hanno una giusta motivazione per richiedere il permesso di soggiorno, seguono le regole che vengono loro imposte nei centri di accoglienza, svolgono forme di lavoro volontario chiamate tirocini per l’integrazione – e migranti “cattivi”, la fetta indesiderata e intollerabile della società, marginalizzata, che vive nella costante condizione di poter essere imprigionata più e più volte, rimpatriata nei luoghi dai quali scappa o che nemmeno conosce . Il confine tra le due condizioni è molto labile, in quanto basta perdere il lavoro e i requisiti per il rinnovo del permesso di soggiorno per finire tra lx indesideratx, o ribellarsi alla situazione infantilizzante e oppressiva che si vive nei centri di accoglienza per essere condannatx, imprigionatx nelle carceri e nei Cpr.
Il virus che da anni ci impensierisce è lo Stato, con tutte le sue strutture detentive.
L’unico antidoto lo conosciamo bene e ancor di più lo conoscono le persone che da sempre si ribellano a quella prigionia: il fuoco.
Per la libertà di tuttx,
fuoco ad ogni gabbia, galera e CPR!
Nemiche delle frontiere
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riportiamo in seguito il commento della Legal Clinic
COMMENTO ALLE ULTIME DECISIONI IN MATERIA DI TRATTENIMENTO
Negli ultimi giorni, il Tribunale di Roma conferma l’interpretazione già proposta in precedenza in materia di trattenimento di richiedenti asilo nel CPR di Ponte Galeria nel contesto dell’emergenza sanitaria Covid-19 e rigetta cinque richieste di proroga della Questura di Roma, disponendo l’immediata liberazione delle persone trattenute.
Nel provvedimento allegato al post, il Tribunale motiva sulla base del diritto alla salute del trattenuto, che prevale sulle esigenze di controllo dell’immigrazione che giustificano il trattenimento, e sul venire meno della ratio stessa della misura – così come definita dalla “Direttiva Rimpatri” – alla luce dell’impossibilità di procedere al rimpatrio delle persone trattenute.
Il Tribunale, inoltre, evidenzia le posizioni assunte da diversi organismi internazionali che si sono espressi in favore della liberazione dei migranti trattenuti nei centri di detenzione e sui rischi per la salute delle persone connessi al protrarsi delle misure di limitazione della libertà personale.
Le decisioni del Tribunale di Roma e di altri organi giurisdizionali sul territorio nazionale confermano quanto la Clinica – insieme a diverse realtà associative e sociali – afferma dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il trattenimento delle e dei migranti si pone oggi in palese contrasto con l’obbligo delle autorità di tutelare la salute delle persone migranti e in aperta contraddizione con la sua funzione – comunque a nostro avviso illegittima – di agevolare l’adozione di misure di rimpatrio nei paesi di origine.
Ribadiamo quindi ancora una volta la necessità e l’urgenza di chiudere i CPR, di liberare le persone trattenute e di offrire misure alloggiative adeguate a chi non ha una casa dove stare in sicurezza.
Legal Clinic Roma Tre

Sardegna – Riprendono a breve le esercitazioni militari a Quirra e Capo Frasca

A Foras: «Ora è ufficiale: a fine aprile riprendono le esercitazioni a Quirra e Capo Frasca. La smentita dell’Aeronautica è durata solo un paio di giorni. Dopo Pasqua lanceremo una mobilitazione e una campagna per chiederne lo stop immediato e il reinvestimento dei soldi risparmiati nel potenziamento della sanità pubblica. Stiamo a casa, ma non stiamo zitti»

Qualche giorno fa avevamo denunciato il rischio che riprendessero in Sardegna le esercitazioni militari, anche approfittando dell’azzeramento del traffico aereo civile sui cieli dell’isola. Dall’Aeronautica Militare era arrivata, a mezzo agenzia, una secca smentita.

Ieri la conferma definitiva: le esercitazioni ci saranno. Dal 22 al 30 aprile si sparerà nel Poligono di Quirra e sono già state rese note le ordinanze di sgombero. Dal 20 al 30, la notizia la apprendiamo dalla stampa ma ancora non sono state pubblicate le relative ordinanze, a Capo Frasca. Probabilmente l’attività nei due poligoni si svolgerà in coordinamento, grazie all’istituzione dei tre corridoi aerei da cui è partita la nostra denuncia dei giorni scorsi.

Quest’atteggiamento è del tutto irrispettoso nei confronti della crisi sanitaria ed economica che sta colpendo la Sardegna in queste settimane e delle quali, al momento, non è possibile intravvedere la fine.

Centinaia di migliaia di euro verranno sperperati, per giocare alla guerra con i caccia e i bombardieri sulle nostre teste. Mentre centinaia di migliaia di sardi rischiano di perdere il lavoro e di sprofondare nell’abisso della crisi economica più nera.

Non siamo stupiti, sappiamo che per i vertici militari italiani questa terra non è altro che uno scacchiere dove addestrare le truppe ed esercitare la propria potenza distruttiva. Ma non staremo zitti, neanche stavolta.

Da dopo Pasqua lanceremo una campagna per chiedere l’immediato stop delle esercitazioni e il reinvestimento dei soldi risparmiati nel potenziamento della sanità pubblica isolana. Invitiamo fin da ora tutti i sardi e le realtà politiche che hanno a cuore il destino di questa terra a tenersi pronti, perché non possiamo lasciar passare sotto silenzio questo ennesimo affronto.

Sardegna. Riprendono a breve le esercitazioni militari a Quirra e Capo Frasca

War games. Usa e Nato ai tempi del Coronavirus

Non vanno mai in vacanza le guerre e neanche in quarantena. Guai poi a  sospendere i war games o la produzione dei sistemi di morte. In tempo di pandemia, il massimo concesso da generali e ammiragli è quello di “rimodulare” o “ridimensionare” le maxi-esercitazioni previste in primavera nel cuore d’Europa. E’ quanto accade in questi tragici giorni con Defender Europe 2020, presentata come la più

“massiccia mobilitazione” delle forze Usa e Nato degli ultimi venticinque anni e che solo dopo l’esplosione del coronavirus a livello mondiale e la defezione delle forze armate dei paesi più colpiti è stata ipocritamente trasformata in un’operazione militare di routine delle artiglierie terrestri al confine con la “cattiva” Russia. “In risposta all’odierna esplosione del virus COVID-19 e alle recenti linee guida del Segretario della Difesa, abbiamo modificato l’esercitazione Defender Europe in dimensioni e scopo”, ha annunciato il 15 marzo scorso il Comando delle forze armate Usa in Europa. “Sono stati bloccati tutti i trasferimenti di personale e mezzi dagli Stati Uniti all’Europa. La salute e la sicurezza dei nostri militari, civili e familiari è la nostra prima preoccupazione. Abbiamo fatto gli appropriati aggiustamenti così non si terranno più le esercitazioni collegate a Defender Europe come Dynamic Front, Joint Warfighting Assessment, Saber Strike e Swift Response. Anticipiamo che la brigata da combattimento già schierata in Europa condurrà esercitazioni a fuoco e altri addestramenti con gli Alleati nell’ambito dell’esercitazione modificata Allied Spirit. Le altre unità schierate nel continente faranno ritorno negli Stati Uniti. Con questa decisione, continueremo a preservare l’efficienza delle nostre forze armate, massimizzando i nostri sforzi a favore dei nostri alleati e partner”.

Nonostante il “ridimensionamento” a sparare nei poligoni di Germania, Polonia e Repubbliche baltiche resteranno 6.000 militari statunitensi più i 3.000 carri armati giunti via mare dagli Usa a partire da gennaio e altri 9.000 tra pezzi d’artiglieria, blindati e mortai provenienti dai depositi “pre-posizionati” nel vecchio continente (tra essi anche l’hub di Camp Darby in Toscana). A metà marzo neanche US Air Force si è lasciata intimorire dal coronavirus: rispettando il cronogramma addestrativo programmato, alcuni bombardieri strategici B-2 “Spirit” a capacità nucleare sono stati trasferiti dagli Stati Uniti negli scali di Lajes Fied nelle Azzorre (Portogallo) e Fairford (Gran Bretagna). Per Washington e alleati Nato, Defender Europe doveva essere un test chiave per saggiare l’efficienza e la tenuta delle grandi reti infrastrutturali dell’Europa nord-centrorientale (porti, aeroporti, autostrade e ferrovie) in caso di dispiegamento di un imponente numero di uomini e mezzi per “contrastare” una potenziale aggressione da parte di un nemico esterno (leggi Russia). “I convogli di Defender Europe si muoveranno agilmente lungo 4mila chilometri perché l’Ue, la Nato e il Comando europeo degli Stati Uniti hanno lavorato insieme per migliorare le infrastrutture”, ha dichiarato il generale Tod D. Walters, comandante supremo alleato in Europa. Quello della massima efficienza della mobilità per fini militari è uno dei temi cardine della sempre più stretta alleanza tra Unione europea e Nato. “Bruxelles, tramite l’Agenzia Europea della Difesa (EDA), sta lavorando sulla mobilità militare e Defender Europe aiuta in parte a capire dove sono necessari ulteriori investimenti”, ha spiegato a Rai News Andrea Gilli, senior researcher del Nato Defense College. Nel 2014 l’EDA si è assunta il compito di sviluppare un progetto finalizzato ad “armonizzare” le procedure che consentono alle truppe e all’equipaggiamento militare di “attraversare facilmente” l’Europa. Si tratta dell’EU Multimodal Transport Hub, sostenuto economicamente da 14 membri Ue e che nei prossimi anni dovrebbe comportare investimenti per svariati miliardi di euro per “promuovere reti e infrastrutture di trasporto dual-use” (civili e militari) nel vecchio continente.

Proprio la concezione stessa di “libera mobilità” delle forze armate in tempi di pandemia ha sollevato fondati allarmi tra la popolazione. Le immagini pubblicate sui social da Comandi Nato e Usa documentano come gli sbarchi di uomini e mezzi in Belgio, Germania e Olanda siano avvenuti senza alcun minimo accorgimento o protezione anti-coronavirus (l’uso di mascherine è stato inesistente). Non si sono contanti gli abbracci e le strette di mano tra i militari e i capi di stato e i diplomatici che li hanno accolti all’arrivo in Europa e, peggio ancora, l’allarme epidemia influenzale non ha fermato il tour melle piazze e nei teatri della Polonia della rock band dell’esercito Usa. Comportamenti irresponsabili e del tutto inspiegabili anche alla luce delle preoccupazioni manifestate pubblicamente dagli alti comandi dell’Alleanza. La schizofrenia al potere: da una parte nessuna volontà di cancellare tout court le grandi manovre in Europa; dall’altra, per ragioni di “massima sicurezza” sono state annullate a poche ore dal loro inizio le due grandi esercitazioni programmate dal Pentagono nel continente nero: African Lion (con oltre 3.800 militari provenienti dai reparti d’èlite come la 173rd Airborne Brigade di stanza a Vicenza e il 31st Fighter Wing di Aviano e altre 5.000 unità di una decina di paesi tra cu Marocco, Senegal, Tunisia, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Spagna) e Obengame Espress nel Golfo di Guinea.

Nessuno stop invece per l’esercitazione aerea multinazionale che si tiene annualmente in Nevada (Red Flag). Così, mentre il nostro paese veniva sottoposto a pesantissime limitazioni negli spostamenti, il ministero della Difesa ha autorizzato il trasferimento negli Stati Uniti dei reparti dell’Aeronautica militare di stanza nelle basi di Pisa, Grosseto, Pratica di Mare, Amendola e Trapani-Birgi. “Il deployment operativo e logistico in Nevada è stato portato avanti dalla nostra Forza Armata come pianificato, nonostante i concomitanti sforzi organizzativi in campo nazionale nell’ambito delle attuali azioni di contrasto e gestione dell’emergenza COVID-19”, ha sfacciatamente rivendicato lo Stato maggiore dell’Aeronautica.

Nessun problema neanche per l’esercitazione Dynamic Manta che la Nato ha effettuato nelle acque del mar Ionio e del Mediterraneo centrale dal 24 febbraio al 6 marzo per “garantire l’interoperabilità costante tra le forze aeree, di superficie e subacquee nella lotta anti-sommergibile”. Ai war games hanno partecipato ben cinque sottomarini, sette unità da guerra e cinque velivoli per il pattugliamento aereo di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Turchia, Canada, Spagna, Stati Uniti e Turchia. Principale base operativa l’immancabile stazione aeronavale di Sigonella, ma è stato rilevante pure il ruolo di altre importanti installazioni ospitate in Sicilia (i porti di Catania e Augusta, lo scalo aereo “civile” di Fontanarossa). “Nelle ultime due settimane potreste aver notato un aumento del numero di personale della Nato a Sigonella, specificamente a NAS I, intorno al flightline e a cena nel nostro ristorante Bella Etna”, ha scritto il 14 marzo il tenente Karl Schonberg sul profilo ufficiale facebook della base siciliana. Una massiccia affluenza di militari alleati che ha comportato il tutto esaurito nei locali pubblici di Sigonella. Bar e ristoranti che, come documentano i video postati sullo stesso profilo, non sono mai stati chiusi nonostante le rigide disposizioni del governo italiano. Se il coronavirus non conosce confini, Washington difende a denti stretti l’extraterritorialità delle proprie basi d’oltremare.

Articolo pubblicato in Mosaico di pace, n. 4, aprile 2020

War games. Usa e Nato ai tempi del Coronavirus

Palmaro di Pra, Genova – Insulti dai balconi contro la polizia locale

La polizia locale interviene per spegnere della musica diffusa da un garage, ma la reazione del quartiere è ancora più rumorosa della musica diffusa

Video da Facebook

https://www.facebook.com/stefano.lazza/videos/10217183699884503/?__xts__[0]=68.ARCf564y1cJojTuDF9ZSG31opV_Q0T8z7Y4CM9-rJWE0l8UuO1z-NBI4EqqNmYelGV3_4dmEhJJTTsIy-6eLn773zB0cC7_aeKTnpRR3adIhGKO3ddgf-BVVjjoT4-KyHMODg89pNMdcvcQWv90slKyiiXnE5M8CzQP1e3Sg7gkPFKrHL3U7i8ZuExjgitVfjQr5TKX9FHvr–K4oz_vMukY3qMohbu1MJW5qwGFLs8fUA25ccEJ7MfJu48GxSUJS58eK0FhL01xC8YPnQ&__tn__=H-R

 

Torino – IN AGGIORNAMENTO – 4 Compagn* arrestati in strada

DIRETTA RADIO QUI

14.30

Da Facebook:

La polizia ha fermato una persona in corso Giulio Cesare con i consueti modi oltre il vessatorio. Tanta gente è scesa in strada, tanti stanno urlando dal balcone in strada contro le FDO.

Sono arrivate altre volanti di rinforzo e quattro compagni sono stati portati via come bestie e ammanettati.

Chi può e nei modi che ritiene opportuni provi ad avvicinarsi a Corso Giulio Cesare 45

Guarda il video su facebook

oppure

https://www.youtube.com/watch?v=nqzdwZdInfQ&fbclid=IwAR2yOm7Ole_S5vYxvi_tgPmoFQ0Y1CFzLhJSI-dRlQyoKEmbfgH2tO3d62Q&app=desktop

15.15

La celere ora blocca tutto l’isolato e il dispiegamento è variegato tra Polizia e mezzi dell’Esercito

17.24

Verniciati un monumento, una sede della Randstadt e la fermata della metro di Piazza Nizza, bloccato il tram numero 4

Appuntamento alle 18.30 in via Cibrario

Appuntamento alle 18.00 in via Monginevro (non verificato)

Appuntamento alle 17.30 in Largo Saluzzo

Da Radio Blackout

Nel primo pomeriggio la polizia ha fermato due persone in corso Giulio Cesare.

Il fermo, di cui non sappiamo i motivi ma ci sentiamo di poter affermare che non sono quelli riportati dai giornali generalisti, è stato estremamente violento tanto da richiamare l’attenzione delle persone chiuse in casa per il virus. la brutalità delle forze dell’ordine ha portato molte a lasciare l’isolamento casalingo e scendere in strada. Tra le persone che hanno mostrato solidarietà sono state ammanettate e portate via 4 compagn*, ovviamente non tradendo la vocazione al sopruso.

Attualmente tutta la zona risulta bloccata dalle camionette che non accennano ad andarsene.

Aggiornamento delle 17.30:

In strada non c’è più nessuno, attendiamo aggiornamenti sui compagni portati via.

18.00

Da Facebook:

La violenza ormai a briglia sciolta della polizia si è manifestata oggi in maniera esemplificativa in un fermo che aveva il sapore di un’aggressione. Così chiara che in interi isolati di c.so Giulio Cesare a Torino le persone vedendo la scena non sono rimaste zitte e molte sono scese in strada. Tra loro anche quattro compagni buttati a terra, trascinati e portati via da un esercito velocemente giunto a reprimere la situazione. Decine e decine di individui in strada e centinaia dalle finestre hanno inscenato una vera e propria protesta nonostante le difficoltà perché c’è un limite di sopportazione all’ingiustizia e ciò che è accaduto questo pomeriggio lo dimostra.
Ora in strada non c’è più nessuno.
Ciò che è accaduto non passerà però in sordina.
Presto aggiornamenti sui compagni portati via dalle fdo.
Giordana, Marifra, Samu e Daniele liberi!
Tutti liberi, tutte libere!

18.10

Solidarietà anche da Milano

18.50

Blindati su corso Brescia

22.10

In c.so Giulio Cesare è solo l’inizio

10.00

Le persone arrestate hanno l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e favoreggiamento. Attualmente si trovano alle Vallette, il carcere di Torino.

Roma – Rivolta nel CAS

Nel pomeriggio del 14 aprile nel CAS di Torre Maura sono state date alle fiamme lenzuola e mobili, l’incendio pare essere partito dal terzo piano. Nei giorni passati all’interno del centro sono stati refertati 4 casi di positività al covid19 e tutte le persone presenti nella struttura erano state rinchiuse. Pare però che da settimane venivano chiesti i tamponi per i cosidetti “ospiti”. Per questo c’erano stati dei tentativi di fuga, oltre ad attacchi alla struttura da parte dei fasci. Così da giorni alcuni mezzi della polizia presidiavano l’ingresso ed era stata anche alzata la recinzione.
Già il 7 aprile alcuni solerti cittadini avevano dato l’allarme perché si erano accorti che alcuni “ospiti” stavano scavalcando le mura del CAS.
Il centro era già noto perchè l’anno scorso un gruppo di fascisti aveva cacciato con violenza 70 persone rom.
Le 70 persone, 22 donne di cui 3 incinte, 15 uomini e 33 bambini bollati  come particolarmente fragili dal comune, provenivano da altre strutture o campi informali.
Nel 2018 alcunx di loro erano statx sgomberatx dal camping River, che ricorderemo con una breve testimonianza:
“Questa mattina sono venuti per buttarci fuori, ci hanno trattato come animali. C’è stata violenza, hanno spinto le donne e usato lo spray al peperoncino su una signora. Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno è svenuto” per la maggior parte anche quella volta lasciatx senza soluzioni alternative.
Pare che via Codirossoni (l’attuale CAS) fosse la soluzione trovata allo sgombero dalla ex cartiera di via salaria, che dopo una beguccia burocratica è divenuta un fruttuso affare chiamato  URBAN VALUE by Ninetynine, la società che dal 2009 si è specializzata nella realizzazione di progetti di rigenerazione e di immobili in disuso o abbandonati in particolar modo in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, uno dei più ricchi proprietari immobiliari d’Italia. La società ha dato vita anche ad altre speculazioni sempre a Roma, come PratiBus District e Ragusa Off, negli ex depositi ATAC. Questo dopo che una deportazione di massa aveva diviso gli abitanti spargendoli per i centri di tutta la città ed interland; per alcunx la soluzione trovata è stata dividere le famiglie mandando madri e figlx in dormitori e padri per strada, “soluzione” che alcunx avevano degnamente rifiutato.
Le deportatx a Torremaura dopo alcuni giorni di scarsità di cibo, minacce, insulti ed attacchi alla struttura erano stati ricollocati ancora una volta in luoghi disparati, tra i quali quello di via della Primavera, gestito da Medihospes.
Come avranno vissuto lì?
Prendiamo un esempio: In una stanza di 12 metri quadri con un bagno inutilizzabile e muffa dappertutto. A fianco un’altra stanza simile utilizzata per mettere vestiti e valigie visto che le camere non dispongono di arredo, se non un lettone e un letto singolo dove passano le giornate lui, sua moglie – con un’invalidità certificata al 100% – sua suocera, anche lei con gravi problemi di salute, e  tre bambini. Fino a che un bel giorno arriva una lettera, che dice che il 7 aprile scade tutto, e quindi, in piena pandemia, dove finoranno le persone lì ospitate? Per strada!
Al buon cuore di qualche mediatore e cittadino altruista, una infinita sequela di burocrazia domande e ipocrisia, alcunx di loro son finite in un rifugio della croce rossa.
Deporatati qua e là senza la possibilità di costruirsi una vita per più di qualche anno. Spostati come numeri sui bilanci di associazioni e coperative che ricevono fondi stanziati “per loro”, soldi che loro non vedranno mai. Soldi che lx rendono risorse, merci si potrebbe dire.
E poi ci si chiede come mai la gente non ha più paura ne di un virus ne del fuoco…

Bolzano – Iniziativa pasquale della Digos

Tradotto dal tedesco:

Il coniglietto pasquale veniva a Pasqua.

In tempi di Corona arriva la polizia.

Almeno è così che una mezza dozzina di altoatesini l’hanno vissuta sabato scorso. “Ero totalmente intimidito”, dice un giovane altoatesino “e ancora oggi tutta la storia mi sembra completamente assurda”.
Giorgio Porroni, Capo di Gabinetto del Questore di Bolzano, vede le cose in modo diverso. “Erano conversazioni amichevoli in cui volevamo avere un quadro della situazione”, dice l’uomo che per anni ha diretto anche il dipartimento “Indagini generali e operazioni speciali” (DIGOS). Un’unità di polizia che è popolarmente conosciuta come “polizia politica”.
Allo stesso tempo, questa storia rende evidente quanto la pianta possa essere fragile nei momenti di bisogno. Ma anche quanto velocemente i diritti civili fondamentali possono essere limitati in tempi di Corona.

Il Flashmob

L’inizio della storia è un flash mob organizzato spontaneamente. Sabato scorso un messaggio è circolato su Whatsapp e come SMS. Il messaggio chiedeva un’azione di protesta pacifica contro il coprifuoco nel caso Corona.
Il testo:

“FLASHMOB  per la responsabilità personale. Ho un grande rispetto per le vittime della Corona e penso che la diffusione del virus debba essere limitata ad ogni costo, solo il modo in cui viene fatto dallo Stato e dal Paese non mi convince più. Non sono convinto sull’incapacità dei cittadini da parte del Primo Ministro, del Governatore e del Sindaco, dall’intimidazione della gente da parte dell’apparato di polizia, da tutta la burocrazia e dalla necessaria giustificazione; che dobbiamo scatenarci in vicoli stretti mentre i parchi sono chiusi, che ai bambini non è permesso giocare all’aperto e che devo indossare una mascherina/sciarpa invece di respirare aria fresca a temperature primaverili. Tutto questo sotto la minaccia di severe punizioni. In nome della responsabilità personale dei cittadini, chiedo il FLASHMOB di sabato 11 aprile alle 18.00: o alla piazza più vicina e mostratevi.
Il flashmob deve avvenire nell’ambito del quadro giuridico.
Il Flashmob deve essere entro i limiti di legge, quindi tenete i 200 m da casa vostra, mantenete la distanza di 3 m dai vostri simili e indossate la mascherina/sciarpa. Inoltra il messaggio e vieni TU! Per mettere un segno, perché il prossimo decreto è già in attesa nel cassetto … SABATO 11 APRILE ORE 18.00.

Questo SMS è stato diffuso in modo virale nella società altoatesina di sabato. Per esempio, ha raggiunto l’autore di queste righe il sabato pomeriggio. “Ho ricevuto questo messaggio”, dice la giovane donna, “e l’ho inoltrato a una manciata di amici. Non ho fatto altro”.

La polizia

Ma sabato alle 16.00 circa, quattro poliziotti si presentano improvvisamente alla porta della giovane donna altoatesina. “Non ho ancora capito come mi hanno preso”, dice la donna a Salto.bz. Non è l’organizzatrice del flashmob, né conosce i promotori.
Secondo la descrizione delle persone coinvolte, gli agenti di polizia sono amichevoli ma determinati. Non solo interrogano la donna sul flash mob, ma le chiedono anche di consegnarle il suo cellulare. Solo quando un coinquilino fa notare che deve avere un’ordinanza del tribunale per farlo, viene fatto cadere.

Il capo di gabinetto Giorgio Porroni (al centro): “Volevamo solo avere chiarezza e non perseguitare nessuno a causa di questa vicenda”.

Il fatto è che alla fine i funzionari presentano alla donna un verbale che deve firmare. “Ho chiesto una copia di questo”, dice la donna. Ma le è stato detto che non era possibile. Questa procedura chiarisce che la visita della polizia due ore prima dell’inizio del flash mob era un atto ufficiale.
“Abbiamo suonato a qualche porta”, il capo di gabinetto Giorgio Porroni ha confermato l’intervento della polizia anche a Salto.bz. La prevista azione di protesta era stata portata all’attenzione delle autorità. “Il nostro compito è capire cosa è stato pianificato”, dice il poliziotto. Soprattutto in questi tempi difficili è importante che le forze di polizia siano particolarmente attente. Inoltre, gli eventi di protesta sono generalmente vietati durante questo periodo.
Il fatto che il messaggio contenga critiche politiche e sociali, ma insista esplicitamente sul rispetto delle norme, ha raffreddato notevolmente lo stato iniziale di allarme tra le autorità.
L’ex capo della DIGOS non considera questa azione come una restrizione illegale della libertà di opinione o dei diritti fondamentali. “Volevamo solo avere chiarezza e non perseguitare nessuno per questa faccenda”, dice Porroni.
Secondo il capo di gabinetto dell’economato di Bolzano, non c’è stata né un’indagine né un’accusa contro l’economato.

 

https://www.salto.bz/de/article/14042020/staatsgefaehrdendes-ruhmstehen?fbclid=IwAR0Z8kbNf57_xWD-Hbx7r7LOezo1TOl-tFFVj6t-H70S_iUEaS2AHGo7z4o

 

Bolzano: iniziativa pasquale della digos

Cagliari – Frasi contro la polizia sui muri commissariato

Frasi offensive contro la Polizia di Stato sono state lasciate sulle pareti del Commissariato di Sant’Avendrace, attualmente chiuso, nel quartiere Is Mirrionis, a Cagliari. La scritta è stata fatta ieri sera con della vernice spray nera, ricoprendo anche la targa della polizia. Una frase ingiuriosa, probabilmente legata all’attività di controllo in cui è impegnata la Questura per frenare la diffusione del coronavirus.

 

https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2020/04/13/coronavirus-frasi-contro-polizia-su-muri-commissariato_42ced3d1-96b9-4b00-90f9-3481d5a91033.html