Roma – Idranti e polizia per impedire l’ultimo saluto a Salvatore Ricciardi

Nella mattinata dell’11 aprile 2020 il quartiere di San Lorenzo a Roma ha voluto dare il suo ultimo saluto a Salvatore Ricciardi, ex prigioniero politico e voce di Radio Onda Rossa, morto due giorni prima.

Dalla camera ardente allestita dentro l’ospedale il feretro ha attraversato le strade del quartiere, passando sotto la sede di Radio Onda Rossa in via dei Volsci.

Un corteo spontaneo di compagne e compagni lo ha seguito, rispettando i distanziamenti e muniti di mascherine vista l’emergenza legata alla diffusione del nuovo Coronavirus.

In corteo sono giunti sotto le mura aureliane del quartiere per lasciare una scritta sui muri in suo ricordo.

In quei momenti sono giunti però sul posto idranti della polizia e  agenti in antissommossa, chiamati per reprimere l’iniziativa in nome del divieto di assembramento imposto dall’emergenza. I compagni e le compagne presenti sono stati identificati.

ROMA: IDRANTI E POLIZIA PER IMPEDIRE L’ULTIMO SALUTO A SALVATORE RICCIARDI

 

Messico: sommosse nei centri per migranti

Rivolta e Desaparicion a Tapachula

il 23 di marzo, a tapachula, chiapas, al confine con il guatemala lx
reclusx della “estacion migratoria siglo xxi” hanno cominciato una
protesta per la prolungazione indefinita dei tempi di detenzione
chiedendo la libertà o il rimpatrio ai propri paesi d’origine. Dato
che la situazione delle misure antipandemiche ne impediva il
rimpatrio. Hanno quindi iniziato a bruciare materassi e minacciato uno
sciopero della fame, così la brigada de seguridad interna de la
Estación Migratoria (formata da agenti federali) e la guardia nacional
è entrata nel centro reprimendo lx rivoltosx con idranti e spray al
peperoncino. Le persone sono state poi portate nei bagni, dove non ci
sono telecamere, e picchiate alcunx sono state fatte sparire (
desaparicion forzada)
Una fonte parla anche di una fuga di massa.

Rivolta nel centro per migranti in Tenosique

Nella notte del 31 marzo, una rivolta ha dato alle fiamme la “Stazione
migratoria” di Tenosique in Tabasco (Messico)
Lx migrantx protestavano contro la mancanza di cibo,la reclusione e il
trattamento disumano oltre che per la paura del contagio del COVID19.
Alcuni materassi e suppellettili sono quindi stati dati alle fiamme.
Lx reclusx raccontano che le guardie lx hanno impedito di uscire
mentre erano minacciatx dalle fiamme.Si sono salvatx sfondando la
porta d’uscita.
Secondo i giornali una persona è morta mentre altre fonti parlano di
due corpi e svariatx intossicatx ricoveratx in ospedale.

La Stazione risulta inagibile quindi sono statx spostatx in due nueve strutture.

Nella loro dichiarazione del giorno seguente chiedono la possibilità
di scegliere dove e con chi passare questa fase di reclusione
collettiva (dovuta alla quarantena1) reclamano diritti e libertà.
Nei primi giorni di aprile hanno ottenuto un rimpatrio per più di
duecento persone provenienti dall’Honduras.

In messico la situazione delle persone migranti è peggiorata
notevolmente, se questo territorio non è mai stato un luogo di
passaggio facile, adesso le politiche di Trump supportate dal governo
di AMLO mettono ancor più le persone migranti in mano al traffico di
esseri umani del narcoestado, chiaramente la chiusura formale delle
frontiere ha reso la situazione ancor più pericolosa e invivibile.

 

1. Nello stato federale del Messico le autorità chiedono alla
popolazione di restare a casa, ma ad oggi non ci sono sanzioni per chi
non lo fà.Questo perchè la gente vive in larghissima parte di economia
informale.
In ogni caso alcuni stati stanno prendendo misure maggiormente restrittive.

 

fonte:

 


Santiago del Cile – Sciopero della fame in carcere

le prigioniere politiche del carcere di San Miguel e i prigionieri politici del carcere di Santiago 1 hanno iniziato lo sciopero della fame, esigento il cambio delle misure cautelari da incarcerazione preventiva ad arresto domiciliario o firma mensile.
Condividiamo e vogliamo la Libertá immediata di tutti e tutte le Prigionierx,  SUBITO!!!

Colpo di stato di estrema destra in Slovenia

In Slovenia con il pretesto del’emergenza da coronavirus in pochi giorni è stato portato a termine un colpo di stato. I vertici delle strutture della sicurezza e dell’intelligence sloveni così come il capo di stato maggiore dell’esercito sono stati sostituiti con persone vicine al primo ministro Janez Janša. Il consiglio per la sicurezza nazionale, che dovrebbe attivarsi in tempi di crisi e limitare eventuali accentramenti di potere è stati aggirati. I giornalisti e tutti coloro – un po’ come accade in Turchia – che si sono espressi criticamente nei confronti del nuovo governo sono stati attaccati. Tra le misure che la nascente dittatura vuole applicare c’è l’aumento dei poteri della polizia, che potrà pedinare, intercettare le telefonate e perquisire le abitazioni senza bisogno di un’autorizzazione del giudice.

Dopo Orban in europa c’è un nuovo dittatore di estrema destra, Janez Janša. I due sono da sempre alleati. Fortunatamente il terzo amichetto, Salvini, al momento non si può unire alla festa..

Regno Unito – Un bilancio degli attacchi incendiari ai piloni di telecomunicazione

[Qui in francese, tradotto da sansattendredemain]

Ancora più piloni di telecomunicazione sono stati attaccati in seguito ad una serie di incendi dolosi in Regno Unito, in questa prima settimana di aprile.

Nell’arco di 24 ore, la rete di telefonia mobile Vodafone è stata oggetto di quattro attacchi (di cui uno su un sito che l’operatore condivide con O2), il che porta a 20 il numero di incidenti in tutto il paese, fra cui incendi, tentativi d’incendio, devastazioni volontarie e vandalismi. Fra questi si contano alcuni incendi di ripetitori a Birmingham, a Belfast, a Manchester e a Liverpool il 2 e 3 aprile.

Questa serie di attacchi si sarebbe scatenata in relazione a delle voci diffuse su internet e sui social media secondo cui la tecnologia del 5G, che si è sviluppata nel Regno Unito a partire dal 2019, sarebbe correlata alla propagazione del coronavirus. Il potere e i media che sono ai suoi piedi hanno immediatamente cercato di smentire una ad una le ragioni infondate che avrebbero portato a tutti questi attacchi: una “teoria insensata” che, anche se è completamente fumosa, parte dal presupposto della nocività reale delle onde (e in questo caso quelle del 5G), reinterpretandola in un contesto ben preciso di pandemia. In un paese dove, come in Francia, numerosi collettivi e comitati anti-5G crescono un po’ ovunque. Salvo che là, non si rimane più nell’opposizione morale e pacifista.

In ogni caso, questi incendi hanno avuto degli effetti nefasti molto reali sulla routine di alienazione e di sfruttamento, tanto più in periodo di stato d’emergenza (sanitaria). È questo, del resto, che hanno comunicato le lobby di tecno-comunicazioni e altri portavoce di operatori di telecomunicazione, dopo aver fatto il conteggio delle antenne sabotate, così come quello dei tecnici o degli ingegneri delle grandi compagnie (EE/BT, O2 e Vodafone) presi di mira durante i loro interventi di riparazione. Tutto questo piccolo mondo non nasconde nemmeno più la sua inquietudine di fronte a questa ondata anti-onde, evocando in particolare le perturbazioni causate al telelavoro e al funzionamento di aziende vitali del paese che, loro, non possono sicuramente venir limitate. Ormai, tutti sono sul piede di guerra per arginare – tramite la “disintossicazione” – questo fenomeno inedito, ma senza volerlo forniscono nello stesso tempo tutto un mucchio di ragioni, fondate per l’attacco, di agire nella stessa direzione. Stavolta per paralizzare quei luoghi in cui le nostre vite vengono decise, in cui i nostri corpi vengono maltrattati e mutilati, per mettere fine al controllo costante delle nostre vite, agli arresti domiciliari davanti ad un mucchio di schermi, piccoli o grandi, così utili allo sfruttamento, all’inquadramento e all’abbrutimento…

[Redatto a partire da un articolo del Sunday Times, 05.04.20]

Italia – La lotta non si ferma

Dopo le rivolte che il mese scorso hanno infuocato le carceri di tutto il paese al grido di libertà amnistia indulto, e la repressione che ne è seguita, ecco che arrivano notizie dei primi casi di contagio da Coronavirus nelle prigioni.
Dentro le carceri continua la protesta con battiture costanti e rivolte. A Santa Maria Capua Vetere il 6 Aprile dopo che tre detenuti sono stati trovati positivi al coronavirus i prigionieri hanno iniziato una rivolta durata dalla mattina fino a tarda notte, come anche a Secondigliano dove ci sono state battiture e presidi di parenti e solidali fuori dalle mura. Così anche a Poggioreale dove stamattina un gruppo di parenti e solidali si sono assembrate nonostante decreti e divieti, per protestare contro le condizioni all’interno e reclamare ancora una volta libertà e salute per tutti e tutte, bloccando la strada di fronte al carcere.
Dopo che una delegazione è riuscita ad ottenere un incontro con la direzione carceraria conclusasi in un ennesimo nulla di fatto, si è deciso di continuare la protesta nella sede del tribunale.
Varcata la soglia del palazzo di giustizia un ingente schieramento di forze dell’ordine ha rincorso le manifestanti dentro all’atrio del tribunale per spintonarle fuori mentre dentro al carcere iniziava una potente battitura.
In questo contesto le forze dell’ordine hanno trattenuto e denunciato due solidali nel chiaro tentativo di punire e spezzare i legami di solidarietà e di lotta.
Le forze dell’ordine e i miserabili politici puntano il dito contro le parenti e solidali, accusandole come in una caccia alle streghe di diffondere la malattia, quando i veri responsabili del massacro sono quelli che governano, che tengono aperte le fabbriche e che stipano nelle carceri migliaia di persone private della libertà ed esposte al contagio.

Non spezzeranno la solidarietà! Oggi come domani resteremo le une accanto alle altre.

Tutte e tutti liberi!
Fuoco alle galere!