Bergamo – preparativi all’invasione dei soldati nelle strade

A Bergamo, per spostare circa 65 bare, l’esercito italiano ha condotto un’operazione in grande stile. Una decina di camion, più tutte le vetture di scorta per un totale di una 70ina di mezzi come ci dice repubblica.

La domanda sorge spontanea: c’era bisogno di questo dispiegamento di forze? Per spostare quelle bare non sarebbero bastati un paio di camion?

Qualche maliziosetta potrebbe forse pensare che questo sia un modo, oltre che per esibire per l’ennesima volta la forza dello Stato, per legittimare l’imminente rafforzamento della presenza dei soldati nelle strade già in mezzo a noi dall’avvio dell’operazione ‘Strade Sicure’.

Alla fine, anche se si spostano su mezzi da guerra, imbracciano fucili automatici e sono addestrati ad uccidere, chi non li vorrebbe fuori dalla propria porta di casa ora che si sono pure re-inventati becchini?

E smettela voi criticoni di dire che sembrerà di essere in guerra e che saranno lì solo per controllare e reprimere, loro agiscono per il nostro bene!

Udine – decesso di un prigioniero al carcere di via Spalato – Comunicato

Udine & Trieste – Sono i carcerati che rieducano la società!

Durante il black-out informativo generale, dovuto all’emergenza covid 19, e il conseguente blocco di ogni iniziativa di mobilitazione e solidarietà, trapela la notizia che a Udine il 15 marzo dentro il carcere di via Spalato è scoppiata una nuova battitura, perché si è venuti a sapere che UN PRIGIONIERO DI 21 ANNI È DECEDUTO, sembrerebbe per conseguenze dovute alla somministrazione di psicofarmaci e metadone.
Di chi muore dentro il carcere è responsabile lo Stato, indipendentemente dalle cause del decesso!
Purtroppo, per noi è stato quasi impossibile essere presenti fuori dalle mura per dare la solidarietà a queste persone che, dopo la protesta di lunedì 9 marzo, in simultanea con la distruzione completa del carcere di Modena, hanno dimostrato come invece di lamentarsi e supplicare i potenti, si possa essere individui attivi e coraggiosi, danneggiando parte delle strutture interne del carcere di Udine.

In questa fase di inedito autoritarismo emergenzialista, i prigionieri e le prigioniere di molti carceri in Italia ci stanno dando un’enorme lezione di dignità, rivoltandosi con determinazione contro gli ipocriti e odiosi diktat di uno Stato assassino, che se ne frega da sempre della loro condizione sanitaria e oggi arriva a negare loro persino le visite di familiari.
Hanno per questo pagato un enorme prezzo di sangue: 14 morti, passati nell’ultimo trafiletto dei telegiornali, causati ufficialmente da “overdose di farmaci”. Sono morti evidentemente scomodi, da nascondere e falsare, in un periodo nel quale altre morti, quelle da corona virus o con corona virus, vengono declamate ai quattro venti per spingere su un inedito esperimento autoritario, nascondendo anni di saccheggi e distruzione della sanità pubblica.

Queste pratiche di autodifesa reale vanno rivendicate come patrimonio di tutta quella società che non si riconosce in padroni, governanti, preti, burocrati, magistrati, banchieri, poliziotti, carcerieri ecc., cioè negli strumenti con cui lo Stato la opprime, ma che è in grado di padroneggiare autonomamente le proprie dinamiche.

Nessuna emergenza nasconda la contraddizione tra oppressi e oppressori!
Prendiamo esempio dalla pratica di autodifesa di prigionieri e prigioniere,
lottiamo in difesa delle nostre vite!
La nostra salute e sicurezza iniziano dove arretrano lo Stato e il capitale!
Distruggere le carceri è giusto!

ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL CARCERE E LA REPRESSIONE

Udine-Trieste, 18 marzo 2020

https://roundrobin.info/2020/03/udine-decesso-di-un-prigioniero-al-carcere-di-via-spalato-comunicato/

liberetutti@autistiche.org-

Modena – Sulla rivolta e il massacro nel carcere di Modena

SULLA RIVOLTA E IL MASSACRO ALL’ INTERNO DEL CARCERE DI MODENA

Nel primo pomeriggio di oggi, 8 Marzo 2020, è scoppiata una rivolta nel carcere di S.Anna di Modena.
Il fatto è stato chiaramente percepito dall’ esterno in quanto si elevavano dai bracci della struttura tre colonne di fumo, nonchè per il via-vai importante di guardie, oltre che per la presenza di un elicottero della Polizia che sorvegliava l’ area.
Si sono così radunati vari parenti dei reclusi, solidali e altri spettatori nelle zone adiacenti, vedendo sfilare i GOM in antisommossa e sentendo distintamente alcuni spari.
Dopo qualche tentativo di allontanamento da parte dei Vigili, le persone si sono comunque radunate davanti al carcere; dove si sono viste sfilare camionette, ambulanze a pulmini della Penitenziaria.
A una certa, dopo varie richieste di notizie da parte dei parenti, sono usciti il Maggiore della Penitenziaria e un’ emissaria della direttrice del carcere dicendo loro che, durante le contrattazioni coi rivoltosi chiusi nel braccio, sono stati loro riconsegnati i cellulari per chiamare i loro cari. Domandavano quindi ai familiari di rispondere al telefono invitandoli a uscire.
Verso sera, davanti un nutrito gruppo di antisommossa, sono usciti gli sbirri scortando alcuni dei detenuti e delle detenute dando loro colpi da ammanettati, qualcuno è uscito in barella.
Già in quelle ore qualcuno ha scorto un sacco contenente un corpo morto.
Si è riuscito a parlare con alcuni reclusi nel braccio adiacente il campo durante i fatti, che davano notizie di trasferimenti e di essere gli ultimi ancora da trasferire dalla sezione, edicendo che li stavano massacrando.
Sono state trasferite 80 persone, pare a Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Ascoli, per mezzo di almeno quattro pulman di penitenziaria e altre camionette.

I media di regime, ricostruiscono la vicenda come partita dalla sezione lavoranti, ed estesasi poi a tutto il carcere; dove i detenuti avrebbero bruciato materassi e si sarebbero asserragliati in almeno una delle strutture, pare da qualche video impossessandosi dell’ armeria.
Durante la rivolta sarebbero morte tre persone, la cui identità non è stata precisata, così come la causa esatta del decesso.Due sarebbero invece in rianimazione.
Si parla di gravi danni alla struttura e di distruzione di documenti.
Salienti tra le cause dello scoppiare della rivolta sarebbero la negazione dei colloqui e la mancanza di mediatori causa IL virus, oltre che la sicurezza sanitaria interna alla struttura.

A sera inoltrata parevano esserci ancora rivoltosX asserragliatX; LA SITUAZIONE è IN CONTINUO EVOLVERSI.

https://roundrobin.info/2020/03/modena-sulla-rivolta-e-il-massacro-nel-carcere-di-modena/