Barcellona – Azioni coordinate per un primo maggio di sabotaggi

Con le scuse delle misure sanitarie contro il Covid19 hanno finito per perfezionare e applicare misure di controllo e di isolamento sociale che come sempre attaccano e reprimono chi rimane ai margini, oppresso, ribelle, sfruttato, migrato, imprigionato.
Ma davvero, questo ci sorprende?
Dovrebbe sorprenderci il fatto che non siamo preparati per questo. Poiché il nostro odio per questo sistema non è una novità, forse ora dovremo rifiutarci di chinare il capo ancora di più. E ribellarci..
Le nostre reti di solidarietà sono importanti per renderci forti.
Le nostre azioni sono importanti per far capire che non c’è una nuova normalità che possa essere accettata.
Tra il 30 aprile e il 1° maggio volevamo tornare indietro, anche se con qualcosa di nuovo. E attaccare.

La mattina presto del 30 aprile:
-Bancomat della Caixa Bank bruciati nella zona del Clot
-Proprietà di Don Piso dipinta e martellata nella zona di Camp del Arpa
-La sede di Iberdrola imbrattata con vernice nella zona di Camp del Arpa

All’inizio del 1° maggio:
-Imbrattata sede della Previdenza Sociale di Sant Andreu e container bruciati
-Incendio di cassonetti nel distretto di Raval

Durante la mattina del 1° maggio:
-Scritte con vernice sull’ufficio degli stranieri come complici della miseria, Passeig Sant Joan
-Bruciati gli ingressi della sede dell’Istituto Nazionale della Sicurezza Sociale, via Sant Antoni Maria Claret

Alcuni anarchici Barcellona

 

la Rivendicazione originale

Madrid – Attacco a sede Bankia

Il 30 aprile 2020, uomini incappucciati hanno distrutto le finestre e il bancomat di una Bankia a Vallekas.

Perché alla pandemia di autorità che affligge il mondo si risponde attaccando in molti modi a Madrid, Barcellona, Francia, Italia, Belgio, Grecia, Libano, Cile… La legalità democratica sotto la formula degli “stati di allarme” esprime i suoi limiti e i suoi margini e ci ricorda che i diritti sono sempre stati una menzogna, un’illusione, nella misura in cui sono regolati dallo Stato, una macchina armata con il monopolio della violenza.

Non ci rassegniamo a vivere addomesticate. Né ci rassegniamo a inquadrare la lotta fuori dalla strada e ad accettare lo spettacolo della protesta sui social network. Questi sono tempi duri e andrà sempre peggio. Tempi dell’esercito, telecamere, raccolta dati biometrici, tracciamento con telefoni cellulari, droni, carcere, multe, polizia e repressione. Non abbiamo paura di questa recrudescenza: è il pane quotidiano di chi non si inginocchia. È la logica degli Stati intensificata per contenere le conseguenze di un altro periodo di riadeguamenti (crisi) dei processi di sfruttamento.

Riproduciamo l’attacco e l’azione diretta in tutta la loro multiformità, stabiliamo reti informali di coordinamento e di sostegno reciproco.

E la guerra allo Stato e al Capitale

Alcuni anarchici e altri amici naufraghi

la Rivendicazione originale

Primo maggio a Rovereto

Ieri, 1° maggio, una ventina di compagni e compagne sono scesi in strada per circa un’ora nel quartiere popolare delle Fucine con una serie di interventi amplificati tra i palazzi dell’Itea (Istituto Trentino Edilizia Agevolata). Come già successo il 25 aprile al Brione, è stata un’occasione sia per parlare delle cause strutturali dell’epidemia – tutte collegabili al modo capitalista di saccheggiare e di sfruttare la natura – sia di come l’hanno affrontata Confindustria e governo, provocando di fatto una strage. Anche durante questa iniziativa si sono invitati gli abitanti dell’Itea che sono in difficoltà economiche (i dirigenti dell’Ente provinciale hanno annunciato una moratoria dei canoni per i negozianti, ma non per gli inquilini) a organizzarsi per non pagare l’affitto. Si è sottolineato come il divieto – che perdurerà anche dopo il 4 maggio – di incontrarsi in più di tre all’aria aperta abbia lo scopo di tenerci isolati e passivi di fronte a ciò che ci stanno preparando: i prestiti che il governo si appresta a chiedere alle istituzioni europee e ai creditori interni (banche, assicurazioni, fondi di investimento) saranno rimborsati aumentando lo sfruttamento dei lavoratori e delle fasce più povere della società, aspetto sul quale “europeisti” e “sovranisti” sono tutti d’accordo. Per resistere a questo – e all’introduzione del 5G – è necessario violare responsabilmente le misure di confinamento sociale. Alcuni abitanti – soprattutto giovani – si sono avvicinati all’iniziativa. Due pattuglie della polizia, invece, si sono mantenute a distanza.

Qui il manifesto affisso nel rione.

1° maggio a Rovereto

Arlon (Belgio) – Quattro mezzi della polizia bruciati

Nella notte tra giovedì e venerdì, verso le 12.45, un individuo è entrato
nel parcheggio della polizia di Arlon, rue du Casino, e ha dato fuoco ad un mezzo. Il fuoco si è poi propagato ai veicoli [della polizia] intorno. Un totale
di quattro veicoli sono stati danneggiati. Questa è la prima volta che la stazione della polizia di Arlon è vittima di un incendio doloso. La polizia di Arlon ha già subito danni intenzionali ai veicoli, ma è la prima volta che subiscono un incendio doloso. Per lo sbirro capo di zona Michaël Collini, è difficile non fare un collegamento con l’appello alla rivolta lanciato di recente sul sito IndyMedia BXL per il 1° maggio. Un appello in cui le persone sono invitate ad “esprimere la loro rabbia nei limiti dei loro mezzi” (sic) contro la polizia,
che “sembrano controllare tutto con le loro auto di pattuglia” da uscire in “piccoli gruppi e ovunque”.

https://demesure.noblogs.org/archives/2132

Russia – Scioperi e proteste

Nella zona dei giacimenti di Chayandinskoye che rappresentano le risorse base di Gazprom per il gasdotto Forza della Siberia, informa il portale Yakutia.info, «i lavoratori a turni hanno organizzato scioperi e proteste». A incrociare le braccia sono circa 10.500 operai e tecnici sparsi in 34 villaggi, la forza-lavoro dei settori strategici delle materie prime che sono la spina dorsale per garantire le indispensabili esportazioni per l’economia russa.

In un video divenuto virale in poche ore si possono vedere più di un migliaio di lavoratori tenere un’assemblea di protesta davanti agli uffici della Gazprom. «Dov’è la quarantena! Dove sono le maschere? Dove sono i guanti? Non c’è niente! Ci portiamo a casa ogni giorno l’infezione», urla una folla disperata.

https://ilmanifesto.it/senza-mascherine-ne-ospedali-gli-operai-di-gazprom-in-sciopero/

Torino – I riders fanno sciopero

Oggi, in occasione della festa dei lavoratori, i riders di Torino saranno in sciopero. L’hanno deciso nei giorni scorsi per denunciare ancora una volta le condizioni di lavoro a cui devono sottostare.

Niente cibo a casa dunque per la giornata. “Invitiamo i clienti a non utilizzare il servizio di food delivery”.

Il problema della consegna a domicilio del cibo è inoltre sentita anche in altre parti del mondo.

Torino, i riders fanno sciopero: il primo maggio niente cibo a casa