La Nave dei Folli – Episodio 2

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La cibernetica è la scienza del controllo e della comunicazione nell’animale e nella macchina.

Postulando che la società si possa comprendere solo attraverso lo studio dei messaggi e dei mezzi di comunicazione – i messaggi fra l’uomo e le macchine, fra le macchine e l’uomo e fra macchine e macchine – la cibenetica ha dettato la rotta che seguiranno le società nella seconda metà del Novecento.

In greco kubernḗtēs è chi regge il timone della nave, la pilota o governa. Ora è il mondo intero a essere considerato un’imbarcazione, la futura navicella spaziale – e il prototipo umano quello dell’astronauta, rinchiuso nel suo abitacolo che lo protegge dalle minacce esterne e del tutto dipendente dalla tecnologia di cui è equipaggiato.

Con l’avvento delle reti 5G si potenzia ulteriormente la maglia di controllo e comunicazione, forse in modo definitivo. Il comandante continua a rassicurare l’equipaggio che tutto andrà bene, ma nell’oscurità delle tenebre, in alcune città delle contrade di Albione, divampano le fiamme che inceneriscono le nuove antenne.

• Autechre, Foil (Amber, 1994)
• Blackbird Raum, Turning Away
• Orwell 1984, di Michael Radford
• Muppet Show, Mahna Mahna
• Les Violons du Rigodon, Marche des Mules
• Michel Odent, Sopravviveremo alla medicina, 2017
• Light bearer, Beyond The Infinite_The Assembly Of God
• Ivan Illich, L’aumento delle cure genera nuove medicine, 1999
• Dove sognano le formiche verdi, di Werner Herzog
• Demetrio Startos, Flautofonie ed altro
• Trilok Gurtu Band con Oumou Sangaré e Jan Garbarek, Maya 2008
• Manhunt: Unabomber
• Joy Division, She’s Lost Control

Fidatevi, Jacques Ellul

È ovvio, le centrali atomiche sono del tutto affidabili. È ovvio, i missili ammassati, i sottomarini e i razzi, le bombe al neutrone e quelle all’idrogeno, i prodotti tossici al di fuori della guerra, i fusti e i contenitori di scorie radioattive e diossina, i cumuli di piombo e mercurio, lo strato sempre più spesso di anidride carbonica, tutto ciò non è pericoloso. Non più, ci verrà detto, di quanto lo fossero i gas dell’illuminazione nel 1850 o le prime ferrovie.

Poveri imbecilli traditori del progresso che non siamo altro, non abbiamo capito nulla. Mai qualcuno farà l’ultima delle ultime guerre.

Mai affonderanno le petroliere da 500.000 tonnellate, né perforeranno in modo irreparabile a tremila metri le sonde offshore.

Mai l’ingegneria genetica devierà per produrre mostri o esseri perfettamente conformi al modello fissato.

Mai i tranquillanti, gli eccitanti, gli ansiolitici saranno una camicia di forza chimica generalizzata.

Mai cibi artificiali prodotti da agili batteri in azione andranno in putrefazione.

Mai l’informatica sarà strumento di una polizia universale.

Mai le telecamere poste sui viali saranno l’occhio che non si trova più nella tomba e che non è più di Dio.

Mai lo Stato diventerà totalitario.

Mai il gulag si espanderà.

Fidatevi.

Fidatevi quindi degli scienziati, dei laboratori, degli uomini di Stato, dei tecnici, degli amministratori, degli urbanisti, che vogliono tutti solo il bene dell’umanità, che tengono bene in pugno il dispositivo e conoscono la giusta direzione.

Fidatevi degli analisti, degli informatici, degli igienisti, degli economisti, dei guardiani della Città (oh Platone, adesso li abbiamo!).

Fidatevi, perché la vostra fiducia è indispensabile a questa stregoneria.

Jacques Ellul (1980)

Morire di DPCM: lo Stato Uccide

Non solo le morti nelle carceri, chi si ammala perché costretto a lavorare o perchè rinchiuso in un centro per migranti… anche la possibilità di non vedere più le persone amate, a causa della gestione securitaria dell’emergenza, miete vittime.

Vietare ad alcune persone di scegliere di correre il rischio di ammalarsi può rappresentare, di fatto, una condanna a morte.

Contro l’ospedale e la sua medicalizzazione, a rischio della vita!

Dopo il raccono di Lucia, nuove testimonianze di vite al bivio

La “morfina” rifiutata in ospedale e la rinascita a casa. Storia di Giusy.

La signora Giusy, 79 anni, cardiopatica, a detta dei medici di un ospedale lombardo aveva un’unica possibilità: ricoverarsi e assumere morfina per lenire il dolore e farsi accompagnare a una probabile morte da soffocamento per una polmonite dovuta, forse, al coronavirus. A distanza di due settimane, racconta all’AGI la figlia Alessandra, docente universitaria, Giusy sta bene e ha voglia di farsi al più presto una passeggiata al sole.

“È stata curata a casa dal mio medico di base e da un suo collega mio amico, dopo che noi figlie abbiamo rifiutato di farla restare in ospedale, messe di fronte a quell’unica, orribile strada”. Uno dei due dottori, Paolo Gulisano, parla di “sentenza di morte non eseguita”, mentre il medico di famiglia, che preferisce l’anonimato (“Non mi interessa apparire”), giudica un “grave errore quello compiuto al pronto soccorso, soprattutto perché, a livello psicologico, non puoi dare una mazzata così ai familiari senza avere elementi sufficienti”.

Sabato 28 marzo, le condizioni di Giusy peggiorano dopo che da giorni accusava dei forti dolori al torace e difficoltà a muovere il braccio sinistro. “Pensando, visti i suoi precedenti, a un infarto o a un ictus – dice Alessandra – avevo paura a chiamare un’ambulanza perché temevo finisse tra i pazienti di Covid_19, così, su consiglio di Gulisano, l’ho accompagnata al pronto soccorso portando con me tutta la documentazione relativa ai problemi al cuore». Alla paziente viene assegnato un codice giallo e «la sistemano nel reparto per i sospetti casi di coronavirus, nonostante avessi chiesto di non farlo. Per fortuna io indossavo una mascherina”.

L’esito della radiografia al torace a cui viene sottoposta è di “diffuso ispessimento della trama interstiziale con reperti sospetti per patologia flogistica interstiziale”. Insomma, è proprio il tipo di polmonite diagnosticata ai malati di coronavirus.

“Il medico mi spiega che la mamma probabilmente ha il virus, che la situazione è compromessa e che, se non voglio vederla morire soffocata nelle prossime 48 ore, mi conviene lasciarla in ospedale dove verrà accompagnata dolcemente con la morfina. Chiedo se si può tentare in ospedale una terapia antibiotica, ma la risposta è che è già troppo tardi. Mia mamma però non ha febbre, pressione e battiti sono perfetti, respira bene. Non sono per nulla convinta e chiamo per un consulto i miei medici di riferimento. Tutti e due concordano che me la devo portare a casa. Intanto davanti ai miei occhi, vedo che tre anziani vengono ricoverati, dicono ad alta voce gli operatori sanitari, «con morfina al bisogno», senza un tampone. Nessuno di loro aveva febbre né problemi a respirare. Mentre torno a casa ho davanti agli occhi le centinaia di bare portate via da Bergamo dai militari, persone che, forse, hanno trattato come avrebbero voluto fare con mia mamma, abbandonandole a loro stesse”.

Nella cartella clinica delle dimissioni si legge: “Diagnosi: polmonite interstiziale. I parenti, resi edotti della situazione, prospettate le eventuali complicanze, rifiutano il ricovero assumendosi ogni responsabilità”.

Tornata a casa, Alessandra, su indicazione dei medici, si mette alla caccia del Plaquenil, uno dei farmaci indicati dai medici e utilizzato negli ospedali per il coronavirus, da aggiungere all’antibiotico e alle maltodestrine. “Tutte pastiglie che si prendono per bocca facilmente e che costano sei euro l’una – spiega. – È questo il valore della vita delle persone? Grazie all’intuito del mio medico di base, a casa avevo anche una bombola per l’ossigeno, uno dei motivi per cui ho avuto il coraggio di portare via la mamma”. Di giorno in giorno, la signora Giusy ha mostrato continui progressi e sembra essere in via di guarigione.

“Magari domani muore per un infarto o altro perché ha un quadro clinico complesso, ma non per il virus che non è stato nemmeno diagnosticato con un tampone. Io ho provato a chiederlo ma mi hanno detto che lo facevano solo ai ricoverati gravi. Qualsiasi cosa accada, potremmo dire che le siamo state vicine e ci dona i suoi baci e il suo sorriso ogni volta”.

“Ad Alessandra – riflette Gulisano che sulla vicenda ha scritto un articolo sul sito www.lanuovabq.it – avevo spiegato subito che non era una lotta, ho sentito fin troppo parlare di metafore belliche. Tutta vuota retorica. Il compito di un medico non è combattere un virus ma prendersi cura di un paziente. Niente guerra, niente armi: farmaci e la vicinanza e la tenerezza di una figlia. La sentenza di morte non è stata eseguita e io tiro un sospiro di sollievo e penso che la medicina ha sempre avuto questo compito: puoi guarire, puoi anche assistere al fallimento, ma puoi e devi curare”.

https://www.agi.it/cronaca/news/2020-04-11/coronavirus-morfina-lombardia-morti-in-casa-8306084/

 

Nuovi Orizzonti

Per la prima volta in oltre 30 anni gli abitanti del Punjab, nel nord dell’India, sono riusciti a vedere la catena dell’Himalaya che si trova 200 chilometri di distanza. Lo riporta la Cnn pubblicando le foto che tanti abitanti della zona hanno postato sui social media. La visione delle montagne è stata possibile grazie alla forte riduzione dell’inquinamento dovuta al lockdown per il coronavirus. A New Delhi per esempio c’è stato un calo del 44% delle polveri sottili, in tutta l’India sono 85 le città che hanno registrato un calo dell’inquinamento dopo due settimane di isolamento.

A quanto pare, per la prima volta dopo 50 anni, anche da Bergamo riescono, in questi giorni, a vedere Milano.

Che si possano aprire nuovi orizzonti per dare nuovo senso alla vita?

 

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2020/04/10/coronavirus-lindia-vede-himalaya_dcafc70a-ed48-40ce-a88b-8a0e43c94a6e.html

Roma – Idranti e polizia per impedire l’ultimo saluto a Salvatore Ricciardi

Nella mattinata dell’11 aprile 2020 il quartiere di San Lorenzo a Roma ha voluto dare il suo ultimo saluto a Salvatore Ricciardi, ex prigioniero politico e voce di Radio Onda Rossa, morto due giorni prima.

Dalla camera ardente allestita dentro l’ospedale il feretro ha attraversato le strade del quartiere, passando sotto la sede di Radio Onda Rossa in via dei Volsci.

Un corteo spontaneo di compagne e compagni lo ha seguito, rispettando i distanziamenti e muniti di mascherine vista l’emergenza legata alla diffusione del nuovo Coronavirus.

In corteo sono giunti sotto le mura aureliane del quartiere per lasciare una scritta sui muri in suo ricordo.

In quei momenti sono giunti però sul posto idranti della polizia e  agenti in antissommossa, chiamati per reprimere l’iniziativa in nome del divieto di assembramento imposto dall’emergenza. I compagni e le compagne presenti sono stati identificati.

ROMA: IDRANTI E POLIZIA PER IMPEDIRE L’ULTIMO SALUTO A SALVATORE RICCIARDI

 

Messico: sommosse nei centri per migranti

Rivolta e Desaparicion a Tapachula

il 23 di marzo, a tapachula, chiapas, al confine con il guatemala lx
reclusx della “estacion migratoria siglo xxi” hanno cominciato una
protesta per la prolungazione indefinita dei tempi di detenzione
chiedendo la libertà o il rimpatrio ai propri paesi d’origine. Dato
che la situazione delle misure antipandemiche ne impediva il
rimpatrio. Hanno quindi iniziato a bruciare materassi e minacciato uno
sciopero della fame, così la brigada de seguridad interna de la
Estación Migratoria (formata da agenti federali) e la guardia nacional
è entrata nel centro reprimendo lx rivoltosx con idranti e spray al
peperoncino. Le persone sono state poi portate nei bagni, dove non ci
sono telecamere, e picchiate alcunx sono state fatte sparire (
desaparicion forzada)
Una fonte parla anche di una fuga di massa.

Rivolta nel centro per migranti in Tenosique

Nella notte del 31 marzo, una rivolta ha dato alle fiamme la “Stazione
migratoria” di Tenosique in Tabasco (Messico)
Lx migrantx protestavano contro la mancanza di cibo,la reclusione e il
trattamento disumano oltre che per la paura del contagio del COVID19.
Alcuni materassi e suppellettili sono quindi stati dati alle fiamme.
Lx reclusx raccontano che le guardie lx hanno impedito di uscire
mentre erano minacciatx dalle fiamme.Si sono salvatx sfondando la
porta d’uscita.
Secondo i giornali una persona è morta mentre altre fonti parlano di
due corpi e svariatx intossicatx ricoveratx in ospedale.

La Stazione risulta inagibile quindi sono statx spostatx in due nueve strutture.

Nella loro dichiarazione del giorno seguente chiedono la possibilità
di scegliere dove e con chi passare questa fase di reclusione
collettiva (dovuta alla quarantena1) reclamano diritti e libertà.
Nei primi giorni di aprile hanno ottenuto un rimpatrio per più di
duecento persone provenienti dall’Honduras.

In messico la situazione delle persone migranti è peggiorata
notevolmente, se questo territorio non è mai stato un luogo di
passaggio facile, adesso le politiche di Trump supportate dal governo
di AMLO mettono ancor più le persone migranti in mano al traffico di
esseri umani del narcoestado, chiaramente la chiusura formale delle
frontiere ha reso la situazione ancor più pericolosa e invivibile.

 

1. Nello stato federale del Messico le autorità chiedono alla
popolazione di restare a casa, ma ad oggi non ci sono sanzioni per chi
non lo fà.Questo perchè la gente vive in larghissima parte di economia
informale.
In ogni caso alcuni stati stanno prendendo misure maggiormente restrittive.

 

fonte:

 


Santiago del Cile – Sciopero della fame in carcere

le prigioniere politiche del carcere di San Miguel e i prigionieri politici del carcere di Santiago 1 hanno iniziato lo sciopero della fame, esigento il cambio delle misure cautelari da incarcerazione preventiva ad arresto domiciliario o firma mensile.
Condividiamo e vogliamo la Libertá immediata di tutti e tutte le Prigionierx,  SUBITO!!!

Colpo di stato di estrema destra in Slovenia

In Slovenia con il pretesto del’emergenza da coronavirus in pochi giorni è stato portato a termine un colpo di stato. I vertici delle strutture della sicurezza e dell’intelligence sloveni così come il capo di stato maggiore dell’esercito sono stati sostituiti con persone vicine al primo ministro Janez Janša. Il consiglio per la sicurezza nazionale, che dovrebbe attivarsi in tempi di crisi e limitare eventuali accentramenti di potere è stati aggirati. I giornalisti e tutti coloro – un po’ come accade in Turchia – che si sono espressi criticamente nei confronti del nuovo governo sono stati attaccati. Tra le misure che la nascente dittatura vuole applicare c’è l’aumento dei poteri della polizia, che potrà pedinare, intercettare le telefonate e perquisire le abitazioni senza bisogno di un’autorizzazione del giudice.

Dopo Orban in europa c’è un nuovo dittatore di estrema destra, Janez Janša. I due sono da sempre alleati. Fortunatamente il terzo amichetto, Salvini, al momento non si può unire alla festa..