Questa mattina un gruppo di solidali ha scansato i controlli polizieschi per arrivare in bicicletta sotto il carcere di San Vittore. Mentre un gruppo chiedeva a gran voce notizie ai reclusi da Piazza Aquileia, un altro passava di fronte alla sezione femminile e al quinto raggio per gridare la propria solidarietà, raccontare le rivolte che si sono sovrapposte ad Opera, in tutto il resto d’ Italia e di come siano state represse. È stata resa nota anche la situazione qui fuori in questo stato d’emergenza.
Purtroppo nessuna risposta da dentro, al contrario dei giorni passati in cui quest’ultima è stata fondamentale e ci ha scaldato il cuore.
Sarà stato davvero reso inagibile l’intero braccio e quindi eseguiti dei trasferimenti? Una dura repressione avrà scoraggiato e reso ancora più difficile la comunicazione tra interno ed esterno?
La presenza solidale in questi giorni è e sarà necessaria, nostra volontà esserci sfidando le ordinanze nell’ottica di essere noi stessi i primi a responsabilizzarci sulla nostra sicurezza e quella di chi ci sta intorno.