Smascherare il nemico – Note sull’operazione Bialystok

Mi dolgo di ogni crimine che nella mia vita non ho commesso.
Mi dolgo di ogni desiderio che nella mia vita non ho soddisfatto.
Dichiarazione di Senna Hoy, un anarchico di Bialystok

Il 12 giugno a Roma scatta l’operazione «Bialystok», condotta da quelle merde dei ROS, che porta in carcere 7 individualità sparse fra Italia, Francia e Spagna: 5 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

Se non fosse che in questo caso ha a che fare con la repressione, il nome di Bialystok per molte ha invece un che di poetico: rimanda all’esperienza breve ma intensa di alcuni anarchici ebrei-polacchi che diedero vita ad uno scontro senza mediazioni contro i rappresentanti del potere in tutte le sue forme (Stato, religione, famiglia, poteri economici). Con attacchi a suon di dinamite, propaganda col fatto, cospirazioni e azioni in piccoli gruppi di affinità, quegli anarchici del primo novecento, inebriati dall’idea della riproducibilità delle loro azioni, credevano di poter incendiare i cuori di chi sa individuare il nemico. Il loro sogno, come quello di tutte quelle persone che si definiscono anarchiche, era l’insurrezione: farla finita con il mondo dell’autorità per far nascere qualcosa di inedito, attraverso una rottura violenta con tutti i dogmi e i luoghi comuni.

Pur lontani nella storia, quei compagni parlano di idee che sono tutt’altro che lettera morta, come si è visto ultimamente in tutto il mondo: le rivolte in carcere scoppiate ovunque durante la pandemia, le sommosse negli Stati Uniti contro il razzismo e la brutalità della polizia, e ancora gli insorti di Cile, Libano e Hong Kong che non si piegano alla repressione sanguinaria di chi vuol difendere i privilegi dei soliti noti. Questi sono solo alcuni esempi di come le condizioni sociali imposte attraverso lo sfruttamento creino la possibilità di rivoltarsi contro di esso, perché ci sarà sempre chi troverà il modo di ribellarsi e di attaccare la propria condizione di schiavo.

Per entrare nel merito, di cosa sono accusate queste compagne anarchiche? Prima di tutto di avere delle idee pericolose per un sistema basato sul potere e sul dominio della merce, ben difeso da un sistema tecnico che non è neutrale e che persuade la maggioranza delle persone all’opinione che questo mondo sia ineluttabile. Il sacrilegio esiste quando c’è chi interpreta la vita sempre con un coltello fra i denti, soffiando sul fuoco ogni volta che si scorgono possibilità di rottura con l’esistente o quando si sopravvive in apparente pace sociale, ispirando anche altre ad agire contro il nemico. Considerando ciò che venne scritto a proposito di un anarchico di Bialystok, “conosceva solo le gioie di una lotta intensa e febbrile. M. riconosceva solo un nemico, la tranquillità, la monotonia, la banalità”, va da sé che lo sguardo di chi cospira contro l’esistente si muove senza sosta un po’ dappertutto. Se per il mondo in cui viviamo è giusto che Eni, come tante altre multinazionali, continuino a devastare il pianeta e ad alimentare guerre per l’oro nero; se gli stupri, le torture e i pestaggi che avvengono nelle caserme e nelle carceri hanno senso per mantenere questa mortifera tranquillità, allora noi stiamo dalla parte del torto con queste individualità anarchiche, accusate di aver colpito proprio questi tentacoli del dominio. Rifiutando la logica della colpevolezza e dell’innocenza, non c’interessa sapere se siano state loro o meno, ma siamo ben contenti di sapere che queste pratiche siano esistite in passato e continuino ad esistere ancora oggi.

Per le accuse che pendono sulla testa dei compagni incarcerati non ha senso separare la repressione che colpisce gli antiautoritari da quella che cerca di stroncare, spesso preventivamente (come nel caso dell’operazione Ritrovo ai danni delle anarchiche di Bologna), ogni critica all’ordine e qualunque sintomo di rivolta non recuperabile dai falsi critici dell’esistente. Fra una minaccia “terroristica” e un contagio del virus della servitù, fra “lotta alla criminalità” e gestione della guerra all’epoca dell’epidemia, il discorso repressivo sta usando il suo manganello concettuale per difendersi dagli assalti del presente. In un periodo in cui il mondo sta cambiando ad una diversa velocità, dove la militarizzazione degli spazi diventa sempre più asfissiante, le condizioni di sopravvivenza si fanno sempre più stringenti e il controllo totalitario della tecnologia fa i conti più con la persuasione dei suoi sudditi che con la critica di qualche individuo affascinato dall’autismo degli insorti, la questione essenziale è come e perché sconvolgere il mondo dell’identico con la passione dello straordinario. Per non darsi al banale, per difendere tutte le ribelli rinchiuse nelle galere e per guardarsi la mattina allo specchio e rendersi conto che la tetra realtà non può fermare i sogni di sovversione. Alla fine anche le più pessimiste l’avranno notato: se purtroppo alcuni anarchici scendono a compromessi con la fandonia della politica o con l’orrore della violenza gregaria, non prendendo una posizione chiara ed etica neanche quando accadono sopraffazioni inaccettabili, le idee sovversive invece, quando la rabbia esplode, sono linfa vitale per scardinare questo mondo. L’attacco degli insorti al mondo poliziesco partito dall’ennesimo omicidio ai danni di un afroamericano non ci parla proprio di questo? Vogliamo lasciarci assuefare dalla monotonia (anche quella militante) o viverci l’utopia?

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Ognuno ha le sue debolezze

In periodo di confinamento, alcuni non hanno più granché da mettere sotto i denti. Questo è dovuto principalmente alla chiusura di molti negozi di alimentari. Ma per soddisfare il loro feroce appetito, i nostri amici roditori, che sono dotati di un olfatto assai sviluppato tra le specie che popolano il pianeta, hanno trovato una prelibatezza altrettanto succulenta e abbondante.

A partire dal XVIII secolo, Rattus norvegicus ha progressivamente sostituito alle nostre latitudini Rattus rattus, più comunemente chiamato «ratto nero». Più grande, più grosso e più goloso del suo predecessore, possiede un gusto assai sviluppato e non esita a scegliere il proprio cibo per trovare gli alimenti che più gli piacciono. D’altra parte, è in grado di registrare il gusto di ciò che mangia e riesce perfino a capire se un alimento che già conosce sia stato modificato.

A Poitiers, nella Vienne, la notte tra l’11 e il 12 aprile i nostri fini buongustai si sono concessi una leccornia situata sotto il cemento tra il municipio e la biblioteca multimediale. Ma cosa ci potrà mai essere a pochi metri sotto i nostri piedi che i roditori sappiano apprezzare adeguatamente? Cavi in fibra ottica le cui guaine sono ricche di amido. Questi potrebbero dunque diventare uno dei loro pranzi preferiti negli anni a venire, considerata la loro diffusione in tutto il territorio.

Il loro pasto non è stato gradito dal dominio, avendo escluso in particolare diversi server installati nei siti annessi del Comune.

Questo piccolo animale molto mobile e con un’alta capacità riproduttiva non ha mai goduto di grande popolarità nel corso della storia, soprattutto perché è considerato responsabile della propagazione della peste oltre che di una moltitudine di malattie. Ma che importa la cattiva reputazione, questa esagerata squisitezza del Poitou può parlare al cuore di coloro che hanno già gioito per i recenti sabotaggi contro la rete…

Da lì a vedervi la zampata di un movimento di ultra-Rattus che, in pieno confinamento, moltiplica i pasti ricchi di fibre e rosicchia le arterie del dominio tecnologico…

11/05/2020, Finimondo

Tradotto da Sans attendre demain

Maddaloni (Caserta) – Bruciate antenne di telefonia

Diverse fonti virtuali riportano che nei giorni scorsi a Maddaloni, nei dintorni di Caserta, alcune antenne telefoniche WindTre/Iliad sono state date alle fiamme. Per vari giorni le persone del circondario sono rimaste senza rete e senza connessione… Chissà, magari avranno approfittato del momento per ricominciare a guardarsi in faccia e a parlare un po’ di più.

Non ci interessano le becere interpretazioni di chi vuole irridere questo attacco dicendo che è un’azione insensata che farebbe eco alle bufale complottiste sul 5G. Che siano antenne del 5G o del 3G e del 4G (come sembra essere il caso in questione), poco importa. Tutti questi dispositivi contribuiscono all’alienazione e all’alimentazione di questo mondo tecno-scientifico, che svuota le nostre esistenze e perfeziona l’esercizio del potere tramite il controllo.

Contro l’avanzata della tecnologia mortifera, per l’anarchia!

(Portogallo) Scritto di Gabriel Pombo Da Silva

Visto che fino ad oggi il nostro compagno Gabriel non ha scritto comunicati ufficiali, queste parole vogliono essere precisamente un comunicato/diario, oltre che un modo per condividere con quelle persone e compagnx piú affini quello che pensa in merito a diverse tematiche.

Lo stesso Gabriel ha chiesto esplicitamente alla sua compagna di selezionare quei frammenti (delle lettere a lei inviate) dove riflette-analizza e o specula su questioni interessanti relative all’attuale situazione: il “coronavirus” in carcere, la situazione giudiziaria o le circostanze della sua prigionia.

Gabriel sta bene di salute e di spirito ed é pronto per la guerra che lo aspetta nelle galere dello Stato Spagnolo. Nonostante la sentenza definitiva del Tribunale Supremo di Lisbona che conferma la sua consegna allo Stato Spagnolo, non sappiamo ancora se le “autoritá” lo consegnerebbero senza considerare lo “stato di emergenza” dichiarato in funzione della “pandemia” da “covid-19”. Di fatto questo stesso “stato di emergenza” impedisce (teoricamente) la consegna di prigionierx ad altri paesi durante tutta la sua durata.

Seguiranno maggiori informazioni.

Gabriel libero!

Tuttx liberx!

Viva l´Anarquia!

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8 marzo 2020

Ieri, ascoltando (vedendo) la TV avevo già indovinato che questi miserabili ci avrebbero lasciato senza colloqui e oggi… beh, oggi è stato un giorno di merda…

Tutto il mondo era (naturalmente) alterato… discussioni con x secondinx, conversazioni frenetiche tra tutti e… la sintesi è molto semplice: gli stessi secondini hanno detto ai prigionieri (più alterati) di fare quello che volevano, sapendo che tanto si sarebbero assunti loro la responsabilità… si parlava di dar fuoco ad alcuni materassi (figurati, in un posto dove non circola l´aria!), di… che ne so! Ovviamente ho fatto loro capire quale fosse la vera strategia dei carcerieri (togliersi qualsiasi responsabilitá e avere un pretesto per aggravare ancora di più la nostra situazione) e quale sarebbe dovuta essere la nostra. E la nostra, ovviamente, non passa di lí. Ho detto che sarebbe stato meglio aspettare che i nostri familiari si incontrassero fuori, si riunissero e decidessero la tattica migliore da seguire.

Nel momento in cui si avvicinava l’ora di mangiare, si è deciso di non entrare in mensa e rimandare il pranzo. Alcuni (credo due o tre) sono entrati… atto che ha generato una grande tensione. Ovviamente (con gli animi accesi) quelli che avevano deciso di entrare in mensa, quando sono usciti “le hanno prese”… si è montato un casino che non puoi nemmeno immaginare.

Insomma… hanno portato in isolamento sei o sette ragazzi… a noi altri ci hanno lasciati rinchiusi in cella… siamo comunque in isolamento ma nelle “nostre” celle.

È l’ora della cena… solo tre o quattro miserabili hanno bussato alla porta per mangiare; il resto continua in isolamento. Ignoro per quanto tempo ci terranno in questo stato. Suppongo che vogliano obbligarci (con la fame) a uscire uno a uno tutti obbedienti. Non ci informano di niente. Siamo come in una dittatura. Non so quando arriverà questa lettera (e se te la daranno). Ad ogni modo tranquilla… abbiamo passato cose peggiori: la dignità non ha prezzo!

Il peso di questa questione può avere una soluzione solo lì fuori. Noi (niente di più vero), siamo ostaggi assoluti di queste canaglie.

Avendo esperienza con queste controversie, mi risulta che mano a mano che la gente avrà fame (non tutti hanno cibo in cella), o abbia “astinenza” da tabacco o voglia di respirare un po d’aria, si arrenderà. Così è la vita. Io sono forte, ho vari pacchetti di biscotti e qualche frutto. Come diceva quell’adesivo: “scusate il disturbo ma ci stanno torturando”.

Fai in modo che si sappia tutto questo. Non so se mi lasceranno chiamare per telefono. Se non chiamo è perché non ci lasciano. (…)

9 marzo di mattina

La situazione, in questo preciso momento, (tutto è “preventivo”: il regime ordinario che abbiamo, i colloqui, ecc) è la seguente: hanno creato due turni separati (divide et impera) per le uscite all’esterno della cella (…), ovviamente turni separati anche per la mensa e la doccia (…).

Il peggio non è questo (questo non è nient’altro che la conseguenza della protesta che si pretendeva organizzare per la questione dei colloqui), ma il fatto che ora la cosa più importante sia passata in secondo piano. Ovviamente il fatto che ci sia stata una protesta qui non si è sentito in nessun “mass-merda”… il peggio è che, poiché si è montato un casino con quelli che hanno optato per andare a mangiare, tutto è degenerato. È chiaro che in una protesta di questo tipo (che dovrebbe essere di lunga durata, organizzata – dentro come fuori – per noi come per i nostri familiari), non può succedere che si “picchino” coloro che non assecondano la maggioranza. Se meritano o no il disprezzo è un’altra questione. La questione fondamentale è che non tutti hanno i mezzi economici (e senza il vitto carcerario sono obbligati a soffrir la fame) e, ancora meno, coscienza di classe (o come la vogliono chiamare). Quindi è complicato. Ora hanno isolato tre ragazzi (che sono stati picchiati) e concluso qualsiasi possibilità di organizzare qualcosa di collettivo, di senso comune e pratico. Affanculo!

Questa storia dei colloqui si dovrebbe organizzare da fuori con una proposta di senso comune. I visitatori potrebbero entrare con guanti e mascherine e la questione (secondo la loro logica stupida) sarebbe risolta. Il senso “provvisorio” di queste misure può trasformarsi in “permanente” e così stare senza colloqui per mesi… questa è il fulcro della questione. È assurdo che applichino queste misure ai nostri familiari quando secondinx, infermierx, educatorx, ecc entrano ed escono dal recinto “senza controllo”, siamo matti? (…)

Penso che una lotta per ridare il senso logico ax responsabilx di questa situazione debba passare attraverso una strategia collettiva organizzata da fuori. Como già mi hai anticipato, non si può nemmeno contare su uno spazio dove potrebbero incontrarsi i familiari… figurati! Noi anarchicx “sempre” spartanx e precarx in tutti gli aspetti.

10 marzo

È una fortuna, come mi hai detto oggi, che sia uscita in internet la mia versione dei fatti di ciò che è successo qui l’8 marzo… in caso contrario (e senza altre fonti da confrontare) sarebbe esistiita solo la versione di ‘sti porci. Ora capisco perché oggi avevano (e hanno ancora) queste facce così… così afflitte, oltre a questi sguardi di odio che mi scivolano addosso. Non hanno neanche idea che, rispetto a quello che ho vissuto-passato, questo (per me) è da ridere (…). Immagino che questi imbecilli non sappiano nemmeno chi sono e le esperienze che accumulo in “guerricciole” carcerarie.

Qui non si è fatto quello che alcune guardie avrebbero voluto in complicità con i loro prigionieri leccaculo. Purtroppo alcuni di quelli che si sono ribellati (giustamente) non hanno capito ciò che stavo loro spiegando in merito a strategia e tattica… non hanno nemmeno capito la giocata macchiavellica che le guardie stavano cospirando con i loro lacchè. Niente di meno che bruciare dei materassi! Qui! In un posto dove non si aprono le finestre!

La mia esperienza-pratica (ossia la mia strategia) non avrebbe voluto essere disattesa. Rifiuto del vitto carcerario (gesto minimo), aspettare il giorno dopo per dire ai familiari che si riunissero in qualche posto “collettivamente” con x compagnx. Una proposta ragionevole era che i colloqui si sarebbero potuti fare con mascherine e guanti, evitando il contatto diretto. Pulizia con disinfettante (candeggina) della sala colloqui dopo ogni visita (che per questo hanno schiavi a sufficienza)…

Infine… aver spaccato la testa ai non scioperanti è stato ciò che ha reso più facile alle guardie applicare questo regime che abbiamo adesso. Però sono sicuro che se avessi lasciato bruciare i materassi a ‘sti matti, adesso saremmo messi molto peggio… però sono fottuti i tre ragazzini che sono stati incolpati di tutto il tumulto: conosceranno il F.I.E.S. portoghese nel carcere di Monsanto (sud del Portogallo). Sono solo caduti nella trappola di questi provocatori professionisti. Il loro unico “reato”: essere giovani e “stupidi”. I provocatori rimarranno impuniti e latenti per le prossime cospirazioni. La storia della vita (…), solo x disgraziatx si pigliano le botte…

(…) Il virus può aiutare la Natura affinché si riducano le emissioni inquinanti… forse se ne va affanculo il sistema economico e schiattano le società, chissà? Ad ogni modo è molto interessante osservare tutto ciò che può provocare una “bestiolina”… di questo stanno già prendendo nota i governi.

16 marzo

Con il fatto che oggi il responsabile delle guardie carcerarie ci ha vietato i pesi (scusa: il virus) e ci rinchiude in cella per mangiare, non ho molto di più da dire/raccontare sulla mia realtà attuale. Uno schifo!

17 marzo

Sono appena salito dopo le “mie” due ore d’aria (pomeridiane) che ho usato per fare flessioni e altri esercizi (visto che il responsabile delle guardie ci ha ritirato i pesi con la scusa del “coronavirus”).

(…) Infine, nulla di nuovo… ora tutto sta passando, quindi non ha più molto senso la fretta perché lo Stato (gli Stati) hanno altre priorità, come quella di garantire che circolino le merci (pura logistica) e garantire i lavori fondamentali per il “buon funzionamento” della macchina statale: poliziottx, carcerierx, militari, medici, equipe di pulizia, banchierx e poco altro…. il resto dex “cittadinx” può morire tranquillamente incarcerato “volontariamente” nei propri appartamenti/galere. Il panico è così grande che le masse si sottomettono volontariamente a tutto ciò che gli viene detto dalla Direzione Generale di Salute… è come nei film catastrofisti che piacciono tanto a me, e sta succedendo davvero! Allucinante!

Moltx si immaginerebbero un panorama accompagnato da rivolte, fuoco e saccheggi a profusione… ebbene no. Le strade le hanno conquistate chi è più preparatx per questi tipi di scenari: sbirri e militari. X “ribelli” (cittadini progre) rimangono a casa appiccicatx a internet e tanto impotenti quanto il resto della cittadinanza. Lo diceva già mio nonno: “chi ha il culo ha paura”… e ognunx guarda il proprio (quest’ultimo lo aggiungo io).

Tornando al mio qui e ora, oggi il capo dei secondini ha isolato “provvisoriamente” un´altra volta un prigioniero per aver protestato (per le varie questioni che gli succedono) a “voce alta”… e, siccome ha la mano molto lunga, lo ha anche picchiato. La notte scorsa i secondini stavano cantando ubriachi. Gli unici detenuti che adesso mangiano in mensa (devono essere immuni al “coronavirus” come le guardie) sono i prigionieri leccaculo. Come vedi, qui come in libertà, l’unica legge che impera è la Legge del più forte. Selezionare x fedeli del regime e il resto a obbedire pena essere pestatx o rinchiusx. Il capetto può agire in totale impunità (e ancor di più adesso con lo stato di emergenza) perché nessun familiare potrà vedere e comunicare con chi è stato picchiato.

Fai circolare in internet i frammenti di ciò che ti sto raccontando su quello che stanno facendo qui ‘ste canaglie… magari oggi godono di impunità ma esiste sempre un domani e, in più, oggi lo voglio documentare affinché rimanga (…).

Suppongo che tentare di organizzare una risposta a ciò che sta succedendo adesso nelle carceri sarebbe quasi una missione impossibile… ed è impossibile perché la maggioranza della stessa società (dalla quale provengono x detenutx) è prigioniera dei governi e dei suoi militari. La propaganda dello Stato e dei suoi vari “esperti” (medici, giornalistx, ecc) è estremamente potente: agli occhi di tuttx le conseguenze. Solo il sabotaggio minoritario è in grado di provocare effetti e risposte a tanto bio-fascismo capitalista… non si deve aspettare “la massa” perché questa si comporta sempre come le detta lo stato-capitale. Vedremo (man mano che questo si dilunga nel tempo), quanto impiegheranno a scendere in piazza quando i loro frigoriferi saranno vuoti e quando le scarse risorse (economiche) risparmiate non saranno più sufficienti per i bisogni elementari; quando non potranno più abbracciare i loro familiari, amicx, amanti, prigionierx o lontanx geograficamente: si accontenteranno di riciclare? Si accontenteranno di internet e del cellulare? Sono domande retoriche, lo so… io stesso leggerò tra le righe ciò che avverrà. Tutto ha un limite; la paura passerà… e con un po´ di “fortuna” i governi cadranno.

19 marzo

In certi casi la soluzione a un conflitto può passare attraverso il “dialogo”… qualcosa a cui non sono abituato perché normalmente non sono io quello che cerca problemi ma, man mano che si presentano, tento di risolverli. Il dialogo è qualcosa che non mi riesce poi così bene con chi mi “violenta”… nella pratica capisco che alla violenza si deve rispondere con una violenza maggiore: più intelligente e incisiva… come diceva Sung Tzu ne “L’arte della guerra”: “quando decidi di combattere sii tu a scegliere il terreno e il momento più propizio”. È ovvio che gli enunciati di Sung Tzu in galera non abbiano troppa validità.

Il tecno-fascismo panottico trascorre nel qui e ora… devi contare su un materiale umano abbastanza precario (quando non deteriorato) che non si intende né di strategia né di tattica… se a questo ci aggiungi che il “terreno” (ossia lo spazio) è completamente in loro potere (è il dominio del carceriere), ti rimane solo l’improvvisazione e l’intelligenza per resistere (…).

Secondini e prigionieri leccaculo si sono alleati per discriminarci dal loro “regime di vita” esterno alle celle. Il cervello è il muscolo del saggio… e questo è il muscolo che utilizzo di più (ovviamente il loro muscolo preferito è la lingua…).

22 marzo

(…) In TV esiste solo il “virus” (…) se fossi credente sarei convinto che si tratta di un segnale “divino”… un castigo dello stesso Dio! Questo succede per essersi messi con l’Arcangelo Gabriele, favorito dell’”Altissimo”, je je je! Ejem…

Ora manca “solamente” che il Tribunale Supremo portoghese consulti la Legge e lasci da parte i telefoni… ho letto decine di volte lo scritto degli avvocati: è fatto benissimo! Solo un atto di mala fede o di esplicita corruzione potrebbe dare ragione a quella stronza corrotta di Girona…

24 marzo

Sulla questione “covid-19″ e su come i diversi governi si stanno comportando (e la mancanza di risposta sociale), lo vedi: Francia è riuscita ad applicare la riforma alle pensioni di un colpo solo; Italia sta nazionalizzando le imprese a tutta velocità; Israele, con il fatto dell’”emergenza nazionale”, continuerà con “Netanyahu” al fronte (proprio adesso che c’era già un patto multilaterale per cacciarlo) e la “giustizia” si ferma (ovviamente anche i suoi processi per corruzione)… se c’era già una precarizzazione totale nel mercato del lavoro, ora rimangono direttamente escluse ampie maggioranze di lavoratori. Se si manterrà l’Euro come moneta unica si vedrà. Le città hanno dimostrato di essere (ciò che sono) veri e propri veleni, carceri proletarie che servono solo per amministrare miseria e morte. Per quanto riguarda le istituzioni totali di ogni tipo – carceri, manicomi, C.I.E.S., ospizi, ecc… – campi di sterminio selettivo. Questo virus ha messo le relazioni di potere in evidenza. Chi si sentiva “privilegiatx” nel vecchio ordine sociale ha scoperto di essere tanto contingente come lx altrx che guardava con disprezzo. Comandano l’economia e il potere, e a queste latitudini saranno sempre selettivi e ci saranno “tagli”. Seguendo la logica dei film catastrofisti: quando la Terra già non sarà più abitabile, nelle “navi spaziali” ci sarà posto esclusivamente per x “piú qualificatx”: il Re e il suo seguito (il resto può morire).

Mi richiama l’attenzione come gli organi di propaganda mediatica (TV e stampa) stanno esercitando il loro potere… o come i laboratori ci stanno vendendo la “speranza” sotto forma di vaccino miracoloso. I cinesi stanno già iniettando (cavie umane non mancano) la loro formula; la Germania “pare” esserne vicina… sembra una competizione farmacologica per ridurre gli effetti virali… mentre “sogniamo” con la medicina miracolosa che ci libera dalla morte, ci abituiamo alla morte lenta del sistema capitalista. Fra poco ci faranno credere che il “razionamento” di manuali di alimentazione sarà il modello più razionale per la sopravvivenza della specie umana. Il capitalismo ci dirà che il “comunismo” sarà l’unica alternativa possibile: compagno cittadino io in alto e tu in basso!

Sono tempi molto interessanti (politicamente parlando), pieni di possibilità (inizio a simpatizzare con questa “bestiolina”): continueranno a ignorare il Re nudo? Piú “bambinx” vedranno il potere nudo? Continueranno ad essere servx volontarx e ipocritx? Lo so… sono un’altra volta domande retoriche… l’unica cosa che so è che quanto peggio (l’economia) tanto meglio (per le alternative). Moltx hanno dimenticato che “x meno” sono/siamo “x più” nel mondo e che l’unico virus nocivo che dobbiamo sterminare è il capitalismo e la sua violenza autoritaria che ci debilita inesorabilmente…

(…) Mi “diverte” osservare quanto siano ridicoli i potenti quando annunciano che “le forze di sicurezza” stanno facendo tutto il possibile per “il bene comune”… nemmeno loro sono “sicurx” del virus (infatti in Portogallo ci sono già squadre di sbirrx infettatx, medici, infermierx, politicx, ecc…) e la battaglia tra “il bene e il male” la lasciamo a Nietzche che sapeva quello che scriveva.

(…) Vabbeh, se sarò estradato o liberato si deve ancora decidere presso il Tribunale Supremo di questo paese e ciò, per il momento (e per qualche mese), non lo vedo… voglio dire che i Tribunali sono quasi congelati e poi (quando cominceranno a funzionare), dobbiamo considerare più o meno due mesi al Supremo e un po’ di più al Costituzionale (…).

La verità è che preferisco concentrarmi (e non “angosciarmi”) nelle cose più immediate come avere cura della mia salute, fare sport, leggere (…). Non sono condannato a morte né ho una malattia mortale… ciò che stiamo vivendo è una situazione di evidente persecuzione politica dove usano qualsiasi cosa per fottermi… ma questo non può prolungarsi ancora per molto (…) devo solo concentrarmi nel resistere (come ho sempre fatto) e riprendermi una volta per tutte la mia libertà.

26 marzo

Certo è che non succede nulla di nuovo… da quando si è reciso il legame con l’esterno, le uniche cose che son cambiate sono state il regime carcerario e il comportamento delle guardie e dei prigionieri: le guardie si credono “dio-in-terra” e i prigionieri strisciano come vermi per “godere” delle briciole alle spalle di altri prigionieri… l’osservazione della condotta degli uni e degli altri è interessante per coloro ai quali piace la psicologia e addirittura l’antropologia…

(…) Sto aspettando che finisca il periodo del bio-fascismo e rispettive dittatura e reclusione totalitaria… in questo preciso istante sto vedendo in TV un “professore” che dice che dobbiamo abituarci a non baciarci e abbracciarci a breve e a lungo termine… sono malati! È un conforto saperci individui e non parte di una massa uniforme che si muove verso l’abisso.

27 marzo

(…) Mi sono fatto già l’idea di poter stare in queste condizioni fino a minimo fine aprile/primi di maggio… per fortuna che ho già delle esperienze (e senza “virus” minaccioso nel mezzo) di situazioni “profilattiche” e di “quarantene” varie… così che mi “adatto” (psicologicamente) senza difficoltà a queste situazioni di “emergenza”…

Per quanto riguarda il “virus” non saprei dirti se l’ho già fatto in maniera asintomatica o se, al contrario, qui non è nemmeno entrato… dei poco più di venti che siamo, dal momento che tra l’altro siamo separati (all’aria usciamo in otto persone) e personalmente mi relaziono solo con un altro, lo vedo abbastanza difficile che io possa entrare in contatto con il collega-nocivo “coronavirus”… ma… non penso troppo a questo, preferisco fare flessioni, sedie, addominali, e questo tipo di cose. Sono molto forte e grande. Ovviamente essere forti non è che sia una garanzia di nulla visto che la “bestiolina” attacca i polmoni e che questi sono proprio il mio tallone d´Achille fisico (…). Qui è da settimane che ci misurano la temperatura… l’unico rischio reale sono le guardie che vengono dall’”esterno”: sono l’unico “agente di rischio”… da quello che sto vedendo (in TV), x vecchiettx che stanno morendo negli ospizi sono stati infettatx dai loro “assistenti” (visto che anche loro sono rimastx senza visite più o meno nello stesso periodo dex detenutx) ax qualx non hanno mai fatto il “test”… e ciò considerato che ‘sto teatro di isolamento-sociale lo hanno organizzato teoricamente per “proteggere” i “gruppi a rischio”. Ovviamente nemmeno le guardie carcerarie vengono “testate”… solo “testano” le persone “sintomatiche”… infine… la questione del “prevenire” e del “razionalismo” del piano strategico di sanità è ridicola e assurda. Per non parlare del fatto che il rischio maggiore di essere infettato è rappresentato dagli ospedali e dal “servizio medico”. Tutto è demenziale… spero solo che finisca al più presto questa isteria collettiva perché niente e nessuno può “proteggerci” o “aver cura di noi”: tutto il contrario…

(…) Merda! Respinto il ricorso al Supremo! Arrivare in Spagna proprio in questo momento! È da “paura”… spero ritardino un po’ più di tempo, ma non mi faccio illusioni… arrivare giusto nel pieno di questa pandemia virale e caos totalitario nelle carceri… e io asmatico. Non hanno mai avuto un situazione tanto favorevole per togliermi di mezzo senza nemmeno sporcarsi le mani… cazzo!

30 marzo

Qui ho già visto nella TV portoghese un video che i prigionieri di Custoias (Oporto) si sono fatti con un cellulare…. mi ha fatto sorridere vedere questi incappucciati minacciare con una “Revolução” di bruciare le carceri… visto che i mass-media hanno parlato di tre carcerieri infetti a Custoias, i prigionieri cominciano a imparanoiarsi con il “morire contagiati” e la TV parla già di una situazione insostenibile (promettendo indulti e altre cose del genere), nelle carceri del nord. Da quello che so e conosco delle prigioni più grandi di Oporto, è possibile che già questa settimana scoppi qualche rivolta… io direi che Custoias e Pasos de Ferreira saranno tra le prime. Sono galere sovraffollate (più di mille prigionieri cada una) dove le guardie non hanno il controllo… non è come ‘sta merda dove degli appena trenta prigionieri si salvano due o tre e il resto non vale nemmeno per concimare un campo di patate.

Il fatto che creda che scoppieranno delle rivolte non è tanto per questo video (opportunamente filtrato dai mass-media) di incappucciati e quello che dicono (minacciano) succederà… ma perché conosco ciò che la paura e la sensazione di “ingiustizia” genera nex disperatx… d´altro canto (come noi) sono da un mese senza colloqui, senza cibo e senza droghe… e questa, aggiungendo il bombardamento mediatico sul virus, è la combinazione perfetta per una bufera (…).

(…) Hanno già iniziato a liberare prigionierx con pene (o residui di pene) inferiori a due anni… chi ha i permessi d´uscita (in Portogallo 1000 prigionierx su una popolazione totale di 12000) e anzianx-malatx… se consideriamo che la popolazione detenuta portoghese è la più vecchia d’Europa (il 30% supera i 60 anni), ciò suppone un gran numero di liberazioni… l’illusione come la disperazione sono i fattori di “controllo o caos”… visto che x tedeschx (e credo che Spagna e Italia abbiano fatto lo stesso) hanno già messo in pratica le raccomandazioni dell’O.N.U. liberando prigionierx, x portoghesx seguiranno questo “dictat”…

Che coincidenza! Giusto nel telegiornale di mezzogiorno (in questo momento) danno ancora la notizia dei prigionieri… dicono che hanno raddoppiato la quantità di ansiolitici (lo hanno detto proprio chiaramente); lo giustificano dicendo che la maggior parte sono tossicodipendenti e che, inoltre, in questa situazione di prigionia e ammucchiamento l’ansia e la paura si moltiplicano e bla bla bla… ecco…

1 aprile

La sentenza del Tribunale Supremo non perdo nemmeno tempo a leggerla… se avevo qualche “speranza” (per chiamarla così) nell’autonomia decisionale del Portogallo si è rivelata solo una illusione che non avrei mai dovuto nutrire, sapendo come so, che coloro che realmente comandano (prima nell’ombra e ora alla luce del sole) sono i servizi di “intelligence” e i loro sbirri nella “società civile”: poliziottx, giudici, giornalistx, ecc…

Il “virus” ha messo in evidenza quello che noi stavamo annunciando e sospettando da molto tempo: il capitale e lo Stato sono il Moloch da distruggere… l’”Era” dex tecnocratx e dei “social-democraticx” ha già esaurito la propria “carta storica” davanti agli occhi di tutto il mondo. Chi da questo momento (e dopo “l´ultimo tocco” bio-fascista) continua a credere nei “Diritti” è direttamente un´imbecille patentatx…

In relazione alle misure di “prevenzione coronavirus” in prigione si è visto chiaramente dal primo momento chi sono statx x primx ax quali hanno iniziato a “ridurre” i propri “diritti” dall’inizio: tuttx coloro che hanno immagazzinatx come carne umana nelle loro istituzioni. A cosa è servito tagliare i colloqui se le guardie e x tecnicx della prigionia erano nelle istituzioni senza guanti né mascherina? La domanda è retorica perché la risposta sta mettendo in risalto, attraverso i fatti, chi è statx realmente a contagiare x vecchx negli ospizi… ora sta uscendo allo scoperto tutta la questione degli ospizi infetti in Portogallo… lo sono quasi tutti!

La direttrice del servizio sanitario Graça Freitas è la responsabile diretta delle decine di mortx e centinaia di contagiatx negli ospizi… e non solo! Non sarebbe stato “logico”, visto che ha dato un taglio a una possibile via di trasmissione (i colloqui con i familiari), che concludesse il circolo profilattico facendo analisi del covid-19 ai badanti e distribuendo guanti e mascherine agli stessi? Ovviamente! Però questa signora ha fatto la stessa cosa nelle galere! Solo adesso (dal 30 marzo) le guardie carcerarie entrano con guanti e mascherina…e, teoricamente, solo adesso faranno loro il “test”… e perché? Perché solo adesso è emerso pubblicamente che gli ospizi sono quasi tutti contaminati. E solo adesso (dal 28 marzo) hanno individuato tre guardie contagiate nel carcere di Custoias (Oporto)… oggi (1 aprile) si è saputo dalla TV che 25 “recluse” sono isolate nella prigione di Santa Cruz Do Bispo e almeno una ha dato positivo al covid-19… forse lx impiegatx istituzionali sono immuni al covid-19? Ovviamente no. Una lettura dei fatti ci dimostra che non c’è stata nemmeno una strategia pianificata né si sono adottate delle misure profilattiche adeguate. Semplicemente (la direttrice del servizio sanitario Graça Freitas, ndt) ha esercitato il proprio potere in quelle istituzioni a) perché “pazienti” e “prigionieri” non si possono difendere e b) perché guardie e badanti non mettono in dubbio il suo potere.

Un’altra questione è: come è stato possibile che x familiarx-amicx-ecc di prigionierx e pazienti abbiano permesso tutto ciò? Io ti rispondo: la fede cieca nelle autorità e nei tecnici; la stessa paura e la mancanza di risposte di fronte all’ignoto… è triste però questo mette in evidenza come le illusioni e la fiducia che x “cittadinx” depositano nelle “autoritá” permettano che queste le investano proprio affinché x loro stessx familiari si trasformino in prigionierx o pazienti, “muoiano” di negligenza autoritaria…

Isolatx, senza colloqui (in alcuni posti senza nemmeno posta né telefonate), un segmento della società rimane alla mercé del Moloch bio-fascista… e la “società” rimane rinchiusa nelle proprie case senza diritto a scioperi, manifestazioni, lavoro, ecc… e i senza-tetto possono morire liberamente per strada o in padiglioni sportivi… abbiamo qui un ritratto della società capitalista! (…) Se sono stati capaci di rinchiudere tutta la società in quasi tutto il mondo, immaginati cosa possono fare con prigionierx, immigratx, anzianx e tuttx coloro che hanno nelle loro galere questx assassinx, genocidx!

Tutto questo che ti sto scrivendo puoi (e devi) pubblicarlo. Ovviamente ci potrebbero essere alternative per poter conciliare “quarantena” e “comunicazione esterna” ma non tuttx siamo uguali…

Nelle prossime settimane comincerà il dramma della comparsa del covid-19 in Portogallo… osservando la banda di incompetenti del ministero di Salute e Giustizia vedremo di quanti “camion frigorifero” per x mortx avranno bisogno nelle carceri e negli altri centri chiusi.

3 aprile

(…) Poco importa se è stato un laboratorio o la Natura ad aver creato questo virus… era necessario. E non ha nemmeno molta importanza che infetti me o mia madre. La Natura è implacabile e l’umanità deve imparare a rispettarla e a temerla. Non esiste una Natura “su misura” dell’essere umano, non è una “risorsa umana”. Tutta la superbia e l’arroganza scientifica umana deve sentirne il terrore. Questa volta il virus è stato benevolo, colpisce solo il 2% dell’umanitá e ha rispettato x bambinx. È stato meno letale, classista, razzista e sexista del capitalismo. È curioso come si abbia più paura di un virus di questo tipo che non del capitalismo tecno-industriale… sono convinto che, se il capitalismo sarà distrutto, possiamo creare qualcosa di meglio… peggio del capitalismo (e rispettive varianti) non possiamo fare: questo è sicuro. Quindi spero che non si contenga, che sia naturalmente brutale… non mi piacerebbe che, se si limitasse ad uno “spavento”, si vedessero dex coglionx indossare magliette con su scritto: “Sono sopravvissutx al covid-19”. Il cinismo cittadinista deve rimanere sepolto. Questo non è l´11 settembre con “eroi” e “villani” che dopo lo “spavento” continuano a maledire qualsiasi cosa (…).

L’altro giorno ho visto una storia allucinante (o forse no) in TV: c’era una catena di televisione portoghese (TVI) diffondendo la “notizia” di un ospizio… all’improvviso questo “team” di cameramen si rendono conto che una vecchietta stava tentando di scappare dal retro rimuovendo una recinzione… che hanno fatto i “giornalisti” che “informavano” (con tono allarmista) del dramma che si stava consumando lì dentro? Chiamare i badanti affinché rinchiudessero la vecchietta! La morale è molto semplice: no c’è empatia e/o simpatia per l’anziana che cerca la libertà, la possibilità di una opportunità di vita, no. Il dramma è per chi rimane incollato al televisore, è l´obiettività e il rigore dell’informazione… dopo tira fuori il telefono e fa la spia affinché catturino la presunta “vecchia-infetta” che minaccia la “nostra” sicurezza: la vittima è un criminale! Quindi… ho simpatizzato con la vecchietta e ho augurato la peggiore delle morti a questi infami.

(…) Sono molto curioso di vedere come reagirà tutta la gente dopo questa prigionia forzata, come rimarrà l’economia, come si relazionerà la gente, appunto. Sopravviverà l’invenzione europea? Si apriranno le frontiere? Torneranno gli aerei a solcare i cieli da un posto all’altro? Se la disoccupazione sarà talmente massiva come è già previsto, che farà la gente? Quali saranno gli “effetti” della convivenza forzata alla quale tuttx sono stati sottomessx? Sono domande che suscitano realmente il mio interesse e la mia curiosità. Mi chiedo anche fino a quando e quanto x “cittadinx” sarebbero dispostx a stare in “quarantena” obbligatoria.

4 aprile

(…) Sto vedendo (e analizzando) le “notizie” di regime sulle analisi sierologiche che si stanno proponendo di fare (o che si stanno direttamente facendo) a paesi come Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Stati Uniti e Cina per vedere quali persone sono immuni al virus. Tutto questo ci sta indicando che il nuovo mercato liberale sta già selezionando la mano d’opera “più adatta”… questa “emergenza” mondiale ha fornito gli Stati e il Capitale di una ingente quantità di dati di carattere “privato” sui suoi “cittadini” e clienti… ora quindi proveranno sulla propria pelle quello che significa stare in F.I.E.S, in primo grado, in secondo grado e/o regime aperto. A tempo pieno sempre chi ha la divisa: poliziottx, militari e carcerierx; controllori e banchierx… (…) e comunque l’esperienza della “quarantena” lx ha già preparatx per il loro ingresso nella “prigione-live”: rinchiusx e senza diritti; vigilatx e senza “controllo” delle loro esistenze.

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ORA CHE SIAMO TUTTX PRIGIONIERX

Ora che siamo tuttx prigionierx sappiamo cosa significa avere nostalgia, odiare e amare…

Avere nostalgia di passeggiare sotto il cielo mentre il mare si infrange sulle rocce.

Avere nostalgia di incontrarsi con lx amicx e poterlx abbracciare.

Avere nostalgia degli amori che adoriamo baciare.

Avere nostalgia di tutto ciò che oggi non ci permettono di godere.

Ora che siamo tuttx prigionierx sappiamo cosa significa odiare…

Odiare la monotonia e le conversazioni noiose dalle quali non possiamo fuggire.

Odiare la prigionia infetta che limita e soffoca tutta la nostra libertà.

Odiare i giorni e le notti che si susseguono così, senza nulla di più.

Odiare i comportamenti egoisti dex altrx e che da solx non possiamo evitare.

Ora che siamo tuttx prigionierx sappiamo cosa significa amare…

Amare la natura che ci permette di respirare.

Amare l´intelligenza che ci invita a sognare.

Amare la sensibilità che ci fa godere.

Amare la libertà di poter essere e stare.

Ora che siamo tuttx prigionierx: è tempo di riflettere…

Gabriel Pombo Da Silva

Oporto – 29 marzo 2020

 [https://ilrovescio.info/2020/04/20/scritto-di-gabriel-pombo-da-silva-sulle-carceri-in-portogallo/]

I loro virus, le nostre morti

[Qui potete trovare il pdf del testo]

«La speranza, al contrario di ciò che si crede,

equivale alla rassegnazione.

E vivere quello non è rassegnarsi»

Albert Camus, Noces

Le idee, lo diciamo da lustri, sono epidemiche. Circolano di testa in testa più veloci dell’elettricità. Un’idea che si appropria delle teste diventa una forza materiale, come l’acqua che mette in moto la ruota del mulino. È urgente per noi, Scimpanzé del futuro, ecologisti, cioè anti-industriali e nemici della macchinazione, rinforzare la carica virale di alcune idee messe in circolazione in questi due ultimi decenni. Per servire a ciò che potrà.

1) Le “malattie emergenti” sono le malattie della società industriale e della sua guerra al vivente

La società industriale, distruggendo le nostre naturali condizioni di vita, ha prodotto ciò che i medici chiamano non a caso «le malattie della civilizzazione». Cancro, obesità, diabete, malattie cardio-vascolari e neuro-degenerative, in buona sostanza. Gli umani dell’era industriale muoiono di sedentarietà, di malnutrizione e di inquinamento, quando i loro antenati contadini ed artigiani soccombevano per le malattie infettive.

Eppure è un virus che nella primavera del 2020 confina a casa propria un abitante terrestre su sette, come per un riflesso ereditato dalle ore più buie della peste e del colera.

Oltre ai più vecchi fra di noi, il virus uccide soprattutto le vittime delle «malattie della civilizzazione». Non solo l’industria produce nuovi flagelli, ma indebolisce la nostra resistenza a quelli passati. Si parla di «comorbidità», come di «coworking» e di «covettura», queste fecondazioni incrociate di cui l’industria detiene il segreto (1).

«“I pazienti che soffrono di malattie cardiache e polmonari croniche causate o aggravate da un’esposizione sul lungo termine all’inquinamento dell’aria sono meno in grado di lottare contro le infezioni polmonari e possono morire più facilmente”, avverte Sara De Matteis, professoressa di medicina del lavoro e dell’ambiente all’Università di Cagliari, Italia. È principalmente nelle grandi città che gli abitanti sarebbero più esposti a questi rischi (2).»

Ancora più efficace: la Società italiana di medicina ambientale ha scoperto un legame fra i tassi di contaminazione al Covid-19 e quelli del particolato fine presente nell’aria delle regioni più colpite d’Italia. Fatto già constatato per l’influenza aviaria. Secondo Gianluigi de Gennaro, dell’Università di Bologna [ndt: dalle testate italiane risulta dell’Università di Bari]:

«Le polveri stanno veicolando il virus. Fanno da carrier (vettore). Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. (3)»

Quanto al virus di per sé, fa parte di queste «malattie emergenti» prodotte dalle devastazioni dello sfruttamento industriale del mondo e dalla sovrappolazione. Dato che gli umani hanno dissodato tutta la terra, è naturale che il 75% delle loro nuove malattie siano zoonotiche, cioè trasmesse dagli animali, e che il numero di queste zoonosi si sia quadriplicato in 50 anni. L’ebola, la Sars, l’influenza H5N1 [ndt: aviaria], l’HIV, il Covid-19 e tanti altri virus animali diventati mortalmente umani per il saccheggio degli ambienti naturali, la globalizzazione degli scambi, le concentrazioni urbane, il crollo della biodiversità.

La sedentarizzazione di una parte della specie umana e la domesticazione degli animali avevano permesso la trasmissione di agenti infettivi dagli animali agli uomini. Questa trasmissione si è amplificata con l’allevamento industriale, il bracconaggio, il traffico di animali selvaggi e la creazione di parchi faunistici.

La deforestazione, le grandi opere, l’irrigazione, il turismo di massa, l’urbanizzazione distruggono l’habitat della fauna selvaggia e spingono meccanicamente quest’ultima verso le zone di habitat umani. Non sono il lupo e il pipistrello ad invadere le città, ma le città che invadono il lupo e il pipistrello.

La società industriale ci ammassa. Nelle metropoli, dove il flusso e gli stock di abitanti sono regolati dall’apparato cibernetico. La metropoli, organizzazione razionale dello spazio sociale, deve diventare, secondo i piani dei tecnocrati, l’habitat del 70% degli esseri umani da qui al 2050. Il loro tecnotopo. Città-macchina per l’allevamento industriale degli uomini-macchina (5).

Ammassati sull’intera terra, calpestiamo i territori dei grandi primati, dei pipistrelli, delle oche selvatiche, dei pangolini. Promiscuità ideale per i contagi (dal latino tangere: toccare). Senza dimenticare il caos climatico. Se temete il virus, aspettate che si sciolga il permafrost.

Bisogna ricordarlo? L’umano, animale politico, dipende per la sua sopravvivenza dal suo biotopo naturale e culturale (eccetto quelli che credono che “la natura non esiste” e che si pensano come delle pure (auto)costruzioni, sicuramente immuni alle malattie zoonotiche). La società industriale prospera su una superstizione: si potrebbe distruggere il biotopo senza intaccare l’animale. Duecento anni di guerra al vivente (6) [nde: diverse migliaia di anni, in realtà] hanno reso sterili i suoli, sfinito le foreste, le savane e gli oceani, infettato l’aria e l’acqua, reso artificiali l’alimentazione e l’ambiente naturale, devitalizzato gli uomini. Il progresso spietato delle necrotecnologie ci lascia una Terra spolpata fino all’osso per una popolazione di 7 miliardi di abitanti. Il virus non è la causa, ma la conseguenza della malattia industriale.

Ma meglio prevenire che curare. Se si vogliono evitare pandemie ancora peggiori, bisogna uscire dalla società industriale. Restituire il proprio spazio alla vita selvaggia – ciò che ne resta –, fermare l’avvelenamento dell’ambiente e diventare degli Scimpanzé del futuro: degli umani che da poco traggono il meglio.

2) La tecnologia è la continuazione della guerra – della politica – con altri mezzi. La società della coercizione, ci stiamo entrando.

Nessuno, tranne noi, si può dire sorpreso di ciò che succede. L’avevamo predetto, noi e qualcun altro, i catastrofisti, gli uccelli del malaugurio, le Cassandre, i profeti della sventura, nel 2009, in un libro intitolato “Alla ricerca del nuovo nemico. 2001-2025: rudimenti di storia contemporanea”:

«Dalla parola “crisi” derivano etimologicamente il setaccio, il crimine, l’escremento, la discriminazione, la critica e, ovviamente, l’ipocrisia, questa [intesa] come facoltà d’interpretazione. La crisi è quel momento in cui, sotto il giogo della catastrofe – letteralmente del ribaltamento (epidemia, carestia, sisma, intemperie, invasione, incidente, discordia) –, la società messa sottosopra ritorna al caos, all’indifferenziazione, alla decomposizione, alla violenza di tutti contro tutti (René Girard, La violenza e il Sacro, Il capro espiatorio, e tutta la teoria mimetica). Il corpo sociale malato, bisogna purgarlo e dissanguarlo, distruggere gli agenti patogeni che lo infettano e lo lasciano senza difese di fronte alle aggressioni e alle calamità. La crisi è questo momento di inquisizione, di rivelazione e di diagnostica, in cui ciascuno cerca sugli altri il segno nefasto che denuncia il portatore del maleficio contagioso, mentre trema perché non lo si scopra su di sé e si cerchi di farsi degli alleati, di essere in un gran numero, di essere tutte le altre persone. Tutte le persone vogliono essere come tutti gli altri. Non è davvero il momento di distinguersi o di rendersi interessanti. […]

E fra le più annunciate negli anni a venire, la pandemia, che mobilita tanto la burocrazia mondiale della sanità, quanto l’esercito e le autorità delle megalopoli. Nodi di comunicazione e focolai di incubazione, queste favoriscono la diffusione volontaria o accidentale della febbre dengue, del chikungunya, della SARS, o l’ultima versione dell’influenza, spagnola, aviaria, suina, etc. […] Ben inteso, questa “crisi sanitaria” viene da una “crisi di civilizzazione”, come si dice “malattia della civilizzazione”, inconcepibile senza una certa mostruosità sociale e urbana, senza industria, in particolare agroalimentare e dei trasporti aerei. […]

Si vede il vantaggio che il potere e i suoi agenti Verdi traggono dalla loro gestione delle crisi, molto più che dalla loro soluzione. Queste crisi, dopo aver assicurato pletore di posti e di missioni di esperti ai tecnocrati e ai gestori del disastro, giustificano ormai, nel caos annunciato del crollo ecologico, la loro influenza totale e durevole [ndt: gioco di parole: “durable” può essere inteso sia nel suo senso lett. di “durevole, duraturo”, ma anche in espressioni come “développement/économie durable” nel senso di “sostenibile”]. Dal momento che lo Stato e la sua polizia sono indispensabili alla sopravvivenza in un mondo nuclearizzato, l’ordine verde e le sue tecnologie di controllo, di sorveglianza e di coercizione sono necessarie al nostro adattamento ad un mondo sotto una campana articiale. Quanto ai pessimi Terrestri che – per debolezza o per malizia – compromettono questo nuovo balzo in avanti del Progresso, questi costituiscono la nuova minaccia alla sicurezza globale (7).»

A rischio di ripetersi: prima, non ci siamo; dopo, non ci siamo più. Prima, non si può dire. Dopo, va da sé.

L’ordine sanitario offre una prova generale, un prototipo dell’ordine Verde. La guerra è dichiarata, annuncia il Presidente Macron. La guerra, e ancora di più la guerra totale, teorizzata nel 1935 da Ludendorff, esige una mobilitazione totale delle risorse sotto una direzione centralizzata. Essa è l’occasione di accelerare il processo di razionalizzazione e pilotaggio dei senza-potere, in nome del primato dell’efficienza. Niente è più razionale né più destinato all’efficienza della tecnologia. L’isolamento deve essere ermetico, e noi abbiamo i mezzi per farlo rispettare.

Droni di sorveglianza in Cina e nella campagna piccarda; geolocalizzazione e videocontrollo dei contaminati a Singapore; analisi dei dati virtuali e delle conversazioni da parte dell’intelligenza artificiale per tracciare i contatti, gli spostamenti e le attività dei sospetti in Israele (8). Un’équipe del Big Data Institute dell’Università di Oxford sviluppa un’applicazione per smartphone che geolocalizza costantemente il suo proprietario e lo avverte in caso di contatto con un portatore del virus. A seconda del grado di prossimità, l’applicazione ordina l’isolamento totale o la semplice distanza di sicurezza, e dà delle indicazioni alle autorità per disinfettare i luoghi frequentati dal contaminato (9).

«I dati personali, in particolare i dati degli operatori telefonici, sono anche utilizzati per assicurarsi che siano rispettate le misure di quarantena, come in Corea del Sud o a Taiwan. È anche il caso dell’Italia, dove le autorità ricevono dei dati dagli operatori telefonici, hanno spiegato in questi ultimi giorni due responsabili sanitari della regione Lombardia. Anche il governo britannico ha ottenuto questo tipo di informazioni da parte di uno dei principali operatori telefonici del Paese (10).»

In Francia, Jean-François Delfraissy, il presidente del Comitato consultivo nazionale di etica e del «consiglio scientifico» incaricato della crisi del coronavirus, evoca l’eventualità del tracciamento elettronico nel corso di un’intervista radiofonica.

«La guerra è quindi un atto di violenza destinato a obbligare l’avversario ad eseguire la nostra volontà». Persino quelli che non hanno letto Clausewitz, sanno oggi che la tecnologia è la continuazione della guerra con altri mezzi. La pandemia è il laboratorio del tecno-totalitarismo, ciò che gli opportunisti tecnocrati hanno capito bene. Non si fa resistenza in periodo di incidenti nucleari o di epidemia. La tecnocrazia ci avvelena e poi ci opprime, col buon motivo di proteggerci dai suoi propri misfatti.

Lo diciamo da quindici anni: «La società del controllo, l’abbiamo superata; la società della sorveglianza, ci siamo; la società della coercizione, ci stiamo entrando.»

Quelli che non rinunciano allo sforzo di essere liberi converranno con noi che il progresso tecnologico è l’opposto e il nemico del progresso sociale e umano.

3) Gli esperti al comando dello stato d’emergenza: il potere ai piromani pompieri.

Dopo averci portato alla catastrofe, gli esperti della tecnocrazia pretendono di salvarci, in nome della loro competenza tecno-scientifica. Esiste solo una migliore soluzione tecnica, quella che risparmia vani dibattiti politici. «Ascoltate gli scienziati!» frigna Greta Thunberg. È a questo che servono lo stato di emergenza sanitario e il governo per ordinanze: a ubbidire alle «raccomandazioni» del «consiglio scientifico» e del suo presidente Jean-François Delfraissy.

Questo consiglio creato il 10 marzo da Olivier Véran (11), su richiesta del presidente Macron, riunisce degli esperti in epidemiologia, infettologia, virologia, rianimazione, modelizzazione matematica, sociologia e antropologia. Le pretese «scienze umane» sono come al solito incaricate di valutare l’accettabilità delle decisioni tecniche – all’occorrenza la coercizione in nome dell’interesse superiore della salute pubblica.

Eccellente scelta quella di Delfraissy, un uomo che vive al passo coi tempi, così come l’abbiamo scoperto in occasione dei dibattiti sulla legge di bioetica:

«Ci sono delle innovazioni tecnologiche che sono così importanti che si impongono a noi. […] C’è una scienza che si muove, che non può essere fermata. (12)»

In questi ultimi cinquant’anni, infatti, le innovazioni tecno-scientifiche ci sono state imposte ad una velocità e con una violenza senza eguali. Inventario non esaustivo: nuclearizzazione del pianeta; OGM e biologia sintetica; pesticidi, plastiche e derivati dell’industria chimica; nanotecnologie; riproduzione artificiale e manipolazioni genetiche; digitalizzazione della vita; robotica; neurotecnologie; intelligenza artificiale; geo-ingegneria.

Queste innovazioni, «questa scienza che si muove», hanno sconvolto il mondo e le nostre vite per produrre la catastrofe ecologica, sociale e umana in corso e i cui progressi si annunciano folgoranti. Queste innovazioni faranno procedere i loro misfatti grazie a 5 miliardi di euro che lo Stato ha assegnato loro approfittando della pandemia, uno sforzo senza precedenti dal 1945. Non tutti moriranno di virus. Alcuni ne usciranno bene.

Non si sa quanto di questi 5 miliardi andrà ad esempio ai laboratori di biologia di sintesi, come quello del Genopole d’Évry. La biologia di sintesi, ecco un’«innovazione così importante che si impone a noi». Grazie ad essa, e alla sua capacità di fabbricare artificialmente degli organismi viventi, gli scienziati hanno ricreato il virus dell’influenza spagnola che ha ucciso più della Grande Guerra nel 1918 (13).

Distruzione/riparazione: ad ogni colpo i piromani pompieri vincono. La loro volontà di potenza e la loro capacità di agire hanno devastato abbastanza la nostra sola Terra. Se vogliamo fermare l’incendio, tiriamo via gli accendini dalle loro mani, smettiamo di rimetterci [in quelle] degli esperti del sistema tecno-industriale, riprendiamo il controllo della nostra vita.

4) L’incarcerazione dell’uomo-macchina nel mondo-macchina. L’effetto cliquet della vita senza contatto.

Il contatto è il contagio. L’epidemia è l’occasione sognata di farci passare nella vita sotto comando digitale. Non ci voleva tanto, i Terrestri erano ormai già tutti impiantati di protesi elettroniche. Quanto ai ritardatari, riducono a gran velocità la loro frattura digitale in questi giorni, per sopravvivere nel mondo-macchina contaminato:

«Le vendite di computer decollano con l’isolamento. […] Vengono chiesti tutti i prodotti, dalle apparecchiature di alta qualità per le videoconferenze al pc col tele-lavoro, passando per la tavoletta o il pc a basso costo per attrezzare un bambino. Anche le vendite di stampanti procedono. I francesi che hanno i mezzi finanziari stanno ricostituendo il loro ambiente lavorativo a casa (14).»

Saremmo davvero degli ingrati a criticare la digitalizzazione delle nostre vite, nel mondo in cui la vita si mantiene con il wireless e senza-contatto (touchless). Telelavoro, teleconsulenze mediche, ordini di prodotti di prima necessità su Internet, cyber-scuola, cyber-consigli per la vita sotto una campana di vetro – « Come tenere occupati i vostri figli? », « Cosa mangiare? », « “Tutorial di isolamento” con l’astronauta Thomas Pesquet », « Organizzate un Aperi-skype », «Dieci serie per schiarirsi le idee», «Bisogna restare in tuta? ». Grazie a WhatsApp «“non mi sono mai sentita così vicina ai miei amici”, constata Valeria, 29 anni, capa di un progetto di intelligenza artificiale a Parigi (15).»

Nella guerra contro il virus, è la Macchina che vince. Madre-Macchina che ci mantiene in vita e si occupa di noi. Che colpo di acceleratore per il “pianeta intelligente” e le sue smart cities (16). Passata l’epidemia, quali buone abitudini saranno state prese, che gli Smartiani non perderanno più. Così, passati i bug e il periodo di adattamento, la scuola a distanza si sarà messa alla prova. Idem per la telemedicina che sostituirà i dottori nei deserti medici come fa in questi tempi di saturazione ospedaliera. L’«apparato generale» (Marx) del mondo-macchina sta rodando i suoi meccanismi con un esperimento a livello di un laboratorio planetario.

Niente per far preoccupare la sinistra ed i suoi portavoce. I più estremi, da Attac a Lundi Matin, stanno ancora a contestare a gran voce il capitalismo, il neoliberalismo, la cassa dei servizi pubblici e la mancanza di mezzi. Un’altra epidemia è possibile, con le maschere e il personale sanitario ben pagato, e non sarebbe successo nulla se l’industria automobilistica, le fabbriche chimiche, le multinazionali informatiche fossero state gestite collettivamente, seguendo i principi della pianificazione democratica assistita dal computer.

Abbiamo bisogno di maschere e di personale sanitario ben pagato. Abbiamo soprattutto bisogno di guardare in faccia l’imballarsi del sistema industriale, e di combattere il forsennato accecamento degli industrialisti.

Noi, anti-industriali, ossia coerenti ecologisti, siamo sempre stati una minoranza. Un saluto a Giono, Mumford, Ellul & Charbonneau, Orwell e Arendt, Camus, Saint Exupéry, e a tutti gli altri che avevano visto tutto, detto tutto. E che ci aiutano a pensare a ciò che ci succede oggi. Dato che abbiamo del tempo e del silenzio, leggiamo e meditiamo. Nel caso in cui ci incappassimo in un’uscita di emergenza.

Pièces et main-d’œuvre
Grenoble, 22 marzo 2020

Notes

1. Si ricordi che l’inquinamento dell’aria uccide ogni anno 48.000 francesi e più di 100 grenoblini.
2. http://www.actu-environnement.com, 20/03/20.
3. Idem.
4. Riviste Nature e Science, citate da Wikipedia.
5. Cf. Retour à Grenopolis, Pièces et main-d’œuvre, marzo 2020, http://www.piecesetmaindoeuvre.com
6. Cf. J.-P. Berlan, La guerre au vivant, Agone, 2001.
7. Pièces et main-d’œuvre, À la recherche du nouvel ennemi. 2001-2025 : rudiments d’histoire contemporaine, Éditions L’Échappée, 2009.
8. « Israël approves mass surveillance to fight coronavirus », https://www.ynetnews.com, 17/03/20
9. https://www.bdi.ox.ac.uk/news/infectious-disease-experts-provide
10. Le Monde, 20/03/20.
11. Il nuovo ministro della Sanità è un medico grenoblino, deputato LREM, dopo che ha sostituito la socialista Geneviève Fioraso, ex-ministra della Ricerca. Secondo Le Monde, « un ambizioso “sconosciuto” » che sa «piazzarsi» (lemonde.fr, 23/03/20).
12. Jean-François Delfraissy, intervista con Valeurs actuelles, 3/03/18
13. Virus ricreato nel 2005 dall’équipe del professore Jeffrey Taubenberger dell’Istituto di patologia dell’esercito americano, così come dai ricercatori dell’università Stony Brook di New York.
14. http://www.lefigaro.fr, 19/03/20.
15. Le Monde, 19/03/20.
16. Cf. « Ville machine, société de contrainte », Pièces et main-d’œuvre, in Kairos, marzo 2020 e su http://www.piecesetmaindoeuvre.com

(Testo pubblicato il 22/03 sul sito di Pièces et main d’œuvre. La versione italiana ha integrato anche qualche nota del blog Le partage).

Regno Unito – Un bilancio degli attacchi incendiari ai piloni di telecomunicazione

[Qui in francese, tradotto da sansattendredemain]

Ancora più piloni di telecomunicazione sono stati attaccati in seguito ad una serie di incendi dolosi in Regno Unito, in questa prima settimana di aprile.

Nell’arco di 24 ore, la rete di telefonia mobile Vodafone è stata oggetto di quattro attacchi (di cui uno su un sito che l’operatore condivide con O2), il che porta a 20 il numero di incidenti in tutto il paese, fra cui incendi, tentativi d’incendio, devastazioni volontarie e vandalismi. Fra questi si contano alcuni incendi di ripetitori a Birmingham, a Belfast, a Manchester e a Liverpool il 2 e 3 aprile.

Questa serie di attacchi si sarebbe scatenata in relazione a delle voci diffuse su internet e sui social media secondo cui la tecnologia del 5G, che si è sviluppata nel Regno Unito a partire dal 2019, sarebbe correlata alla propagazione del coronavirus. Il potere e i media che sono ai suoi piedi hanno immediatamente cercato di smentire una ad una le ragioni infondate che avrebbero portato a tutti questi attacchi: una “teoria insensata” che, anche se è completamente fumosa, parte dal presupposto della nocività reale delle onde (e in questo caso quelle del 5G), reinterpretandola in un contesto ben preciso di pandemia. In un paese dove, come in Francia, numerosi collettivi e comitati anti-5G crescono un po’ ovunque. Salvo che là, non si rimane più nell’opposizione morale e pacifista.

In ogni caso, questi incendi hanno avuto degli effetti nefasti molto reali sulla routine di alienazione e di sfruttamento, tanto più in periodo di stato d’emergenza (sanitaria). È questo, del resto, che hanno comunicato le lobby di tecno-comunicazioni e altri portavoce di operatori di telecomunicazione, dopo aver fatto il conteggio delle antenne sabotate, così come quello dei tecnici o degli ingegneri delle grandi compagnie (EE/BT, O2 e Vodafone) presi di mira durante i loro interventi di riparazione. Tutto questo piccolo mondo non nasconde nemmeno più la sua inquietudine di fronte a questa ondata anti-onde, evocando in particolare le perturbazioni causate al telelavoro e al funzionamento di aziende vitali del paese che, loro, non possono sicuramente venir limitate. Ormai, tutti sono sul piede di guerra per arginare – tramite la “disintossicazione” – questo fenomeno inedito, ma senza volerlo forniscono nello stesso tempo tutto un mucchio di ragioni, fondate per l’attacco, di agire nella stessa direzione. Stavolta per paralizzare quei luoghi in cui le nostre vite vengono decise, in cui i nostri corpi vengono maltrattati e mutilati, per mettere fine al controllo costante delle nostre vite, agli arresti domiciliari davanti ad un mucchio di schermi, piccoli o grandi, così utili allo sfruttamento, all’inquadramento e all’abbrutimento…

[Redatto a partire da un articolo del Sunday Times, 05.04.20]

Monaco (Germania) – Rubare ai ricchi…

Rubare alla Chiesa è stato raramente così semplice. Ora che le funzioni religiose sono proibite e moltissime chiese sono chiuse, non è più possibile farsi cogliere in flagrante mentre si rubano le offerte di un-a fervente cristiano-a, che desidera recitare ancora una o due preghiere per il suo Dio.

È probabilmente a questo che hanno pensato una o più persone che hanno scassinato e si sono intrufolate in una chiesa del centro storico di Monaco, nella notte di giovedì 2 aprile 2020, per appropriarsi degli spiccioli di un totale di 9 cassette per l’elemosina. Sicuramente si troveranno in mani migliori di quelle dentro la vecchia chiesa!

[Tradotto qui dal francese, a sua volta dal tedesco, dal foglio anarchico settimanale ‘Zündlumpen’ Nr 60 – , 06. April 2020]

Munich (Allemagne) – Prendre aux riches…

[sans attendre demain]

Voler l’Eglise a rarement été aussi simple. Maintenant que les offices religieux sont interdits et que de nombreuses églises sont fermées, il n’est plus possible de se faire surprendre en train de voler des offrandes par un.e fervent.e chrétien.ne, souhaitant réciter encore une ou deux prières pour son Dieu.

C’est probablement ce à quoi ont pensé une ou plusieurs personnes en s’introduisant par effraction dans une église du centre historique de Munich dans la nuit du jeudi 2 avril 2020 pour s’approprier les pièces de neufs troncs au total. C’est sûr qu’elles se trouvent entre de meilleures mains que dans celles de la vieille église !

[Traduit de l’allemand de la feuille anarchiste hebdomadaire ‘Zündlumpen’ Nr 60 – , 06. April 2020]

Bollettino “Ruggiti (n. 0) – Cronache di epidemie”

È uscito “Ruggiti n. 0” – Bollettino “Ruggiti-Cronache di Epidemie”.

L’intento del bollettino è quello di stimolare analisi e portare spunti di riflessione sull’attuale instaurazione dello stato d’emergenza. All’interno c’è una sezione dedicata alle rivolte e resistenze che si stanno diffondendo all’interno di carceri e centri di detenzione per persone migranti di tutto il mondo, contro l’ulteriore repressione imposta dalla situazione d’emergenza legata al coronavirus. Solidali con le persone recluse rivoltose, questa rubrica cerca di dare un minimo di voce a tutto ciò che sta succedendo, con la possibilità anche di creare contatti tra l’interno e l’esterno delle mura.

Il bollettino è stato realizzato in versione cartacea, distribuita per strada e nelle bucalettere, cosi come in versione digitale. È possibile richiedere delle copie presso l’indirizzo e-mail: ruggiti@riseup.net e trovarlo in versione digitale sul blog https://frecciaspezzata.noblogs.org/

Qui il link al pdf

Baugé-en-Anjou (Maine-e-Loira) – Chi isola ci rimette i propri mezzi

Baugé: un veicolo della polizia municipale incendiato da contravventori a causa delle misure di contenimento – un sito sbirresco, 4 aprile 2020

I fatti si sono svolti nella notte del primo aprile, a Bauge-en-Anjou [nel dipartimento del] Maine-e-Loira. I gendarmi della comunità delle brigate di Noyant, Vernant e Baugé si sono fatti accompagnare da quelli dei plotoni di sorveglianza e d’intervento (Psig) di Saumur per mettere fine a delle azioni di disturbo a Baugé.

Dei giovani in scooter praticavano del rodeo selvaggio mentre il paese è in pieno isolamento. Sono stati multati per questo rodeo, per oltraggi e per il non-rispetto dell’isolamento. Mentre la faccenda avrebbe dovuto fermarsi lì, nella notte, un veicolo della polizia municipale ha improvvisamente preso fuoco.

Le indagini sono state rapide, grazie alla videosorveglianza. Ha permesso di identificare i due uomini verbalizzati qualche ora prima. Saranno chiamati a giudizio e processati con comparizione immediata a Saumur.

Uno, di 34 anni, è stato condannato a due anni di cui uno in carcere, così come ad un’ammenda di 1200 euro per il non-rispetto reiterato dell’isolamento. Il suo compagno di una trentina d’anni è stato condannato ad un anno di cui quattro mesi in carcere e 1000 euro di ammenda per le stesse ragioni.

Baugé-en-Anjou. Due anni di carcere di cui uno di condizionale per l’autore dell’incendio della macchina – Le Courrier de l’Ouest, 3 aprile 2020 (estratto)

Il periodo di quarantena procede non senza provocare tensioni. Nella notte fra mercoledì e giovedì, una macchina ha preso fuoco [in] place de l’Europe a Baugé. Si tratta della macchina della polizia municipale.

Le ragioni rimangono oscure anche se gli autori dell’incendio sono stati chiamati a giudizio e sono velocemente finiti davanti al giudice. La procedura di comparsa immediata s’è messa in moto non appena sono stati avvistati. Sono due individui che hanno commesso il fatto mercoledì verso le 22.30. Un vigile del fuoco ha individuato l’incendio e chiamato prontamente il SDIS [ndt: Service Départemental d’Incendie et de Secours, corrispondente al Corpo nazionale dei vigili del fuoco in Italia]. Alle 22.55 il sindaco s’è presentato sul posto mentre nello stesso tempo arrivavano i gendarmi.

«Alle 23.15 venivano visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza, su richiesta della gendarmeria; giovedì mattina, gli autori dei fatti sono stati chiamati a giudizio (…)» sottolinea Philippe Chalopin, il sindaco di Baugé-en-Anjou. «Le due persone hanno affrontato il processo questo venerdì pomeriggio, il principale autore dei fatti ha preso una pena di due anni di carcere, di cui uno con la condizionale. Aspetto ora la decisione del Parquet che aveva chiesto di più: sei anni per uno, quattro anni per l’altro. In ogni caso, c’è già una pena importante» .(…)

[Tradotto da Demesure, qui in francese]