Barcellona (Spagna) – Rompere l’isolamento con la solidarietà

[Tradotto dal francese qui, a sua volta dal catalano da Indymedia Barcellona, 3 aprile 2020]

Abbiamo fatto delle scritte davanti a Wad Ras per salutare le prigioniere che rimangono rinchiuse in questa prigione. Wad Ras è una prigione in cui, col pretesto del Coronavirus, sono state prese delle misure restrittive contro le detenute, ma non le misure sanitarie sufficienti a prevenire i contagi dai secondini verso i/le prigionierx. La situazione dentro è ancora più dura. Come nel resto delle prigioni di Stato.

Avevamo voglia di salutarlx. Per dare coraggio a quelle che sono dentro.

E perché sembrava impossibile fare delle tag davanti ad una prigione in questa situazione in cui è obbligatorio isolarsi ed è illegale uscire per strada. Questa situazione in cui la presenza poliziesca per le strade è a volte asfissiante e rafforzata dalle persone che denunciano dai loro balconi i comportamenti fuori dalla legalità imposta dal governo.

Sembra impossibile fare delle cose proibite, ma non è vero. E farlo senza che succeda nulla; questo ci permette di rompere la campana di vetro asfissante che ci imprigiona la testa in questi giorni.

Prendiamo sul serio questo allarme medico. Come la sofferenza che provoca in molte persone (che sono soggette o meno alla malattia). Usciamo prendendo delle precauzioni, ma usciamo. Nello stesso modo in cui escono tante altre persone per darsi la mano, per lavorare, perché non ne possono più di stare a casa o perché ne hanno bisogno. Evitare il contagio è importante, ma lo è anche affrontare insieme la miseria e la sofferenza che generano il capitalismo, il patriarcato e il razzismo in questa situazione.

Vi abbiamo fatto vedere cosa fare, che la voglia di rivolta si propaghi e non il coronavirus!!*

Saluti!!

*Ndt blog francese Demesure [da cui è tratta l’info]: La prigione di Wad Ras ha visto delle tensioni, soprattutto in seguito alla sospensione dei colloqui, due prigioniere considerate “promotrici” sono state trasferite senza preavviso.

Prigione di Rémire-Montjoly (Guyana) – Incendi e furto di chiavi

[Tradotto dal blog Attaque, qui in francese]

Dei detenuti della prigione Rémire-Montjoly sono insorti questa mattina [ndt: primo aprile 2020]. Verso le 8.30, all’apertura delle celle, se la sono presa con una guardia che è stata poi derubata delle chiavi. I detenuti hanno acceso un fuoco. La calma è tornata dopo la mobilitazione di un importante dispositivo di sicurezza.

Ci sono stati fino a 80 gendarmi, un intero squadrone di brigadieri mobili, gli effettivi della compagnia di Matoury, che si sono riversati nel centro penitenziario appena dietro gli uomini del Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale [ndt: gruppo d’intervento della gendarmeria nazionale, paragonabile per funzione ai GOM italiani]. Il GIGN è quest’unità di élite specializzata nella gestione delle crisi. Ci è voluto poco più di un’ora a questi uomini per avanzare fino ai due raggi dove si annidava la rivolta… Dei militari appoggiati nella loro manovra da un elicottero che non ha smesso di fare degli archi di cerchio al di sopra dei fili spinati.

Durante tutta l’ora che è durata l’operazione, non è trapelato nulla, se non il fruscio delle pale, i rumori a singhiozzo dei camion d’intervento e le grida angosciate dei detenuti che arrivavano alle orecchie delle persone riunite all’esterno. Si è dovuto aspettare il bilancio stilato dalle autorità, che è piuttosto positivo. Ci sono stati di certo dei danni materiali, causati soprattutto dall’incendio, ma nessun ferito. La guardia molestata, dopo essere rimasta per qualche tempo rinchiusa dai prigionieri, resta tuttavia sotto shock. È stata portata all’ospedale di Caienna, la sua testimonianza sarà preziosa per determinare le cause di questo ammutinamento. […]

Prison de Rémire-Montjoly (Guyane) – Incendies et vol des clef

[Issu du blog Attaque, à son fois de FranceInfo]

Des détenus de la prison de Rémire-Montjoly se sont soulevés ce matin [1er avril 2020]. Vers 8h30 lors de l’ouverture des cellules, un gardien a été pris à parti et ses clés lui ont été dérobées. Les détenus ont allumé un feu. Le calme est revenu après la mobilisation d’un important dispositif de sécurité.

Il y a eu jusqu’à 80 gendarmes, un escadron entier de brigadiers mobiles, les effectifs de la compagnie de Matoury,  qui se sont engouffrés dans le centre pénitentiaire juste derrière les hommes du Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale. Le GIGN, c’est cette unité d’élite spécialisée dans la gestion de crise.
Il a fallu un peu plus d’une heure à ces hommes pour progresser jusqu’aux deux quartiers où se nichait la révolte… Des militaires appuyés dans leur manœuvre par un hélicoptère qui n’a cessé de décrire des arcs de cercle au-dessus des barbelés.

Durant cette heure qu’aura duré l’opération, rien n’a filtré, si ce n’est le bruissement des pales, les hoquets des camions d’intervention et les cris angoissés de détenus qui parvenaient jusqu’aux oreilles du personnel rassemblé à l’extérieur.
Il a fallu attendre le bilan dressé par les autorités, et il est plutôt positif. Il y a bien eu des dégradations matérielles, causées par l’incendie notamment, mais aucun blessé.
Le gardien molesté, après avoir été un temps enfermé par les prisonniers, reste néanmoins sous le choc. Il a été conduit à l’hôpital de Cayenne, son témoignage va être précieux pour déterminer les causes de cette mutinerie. […]

A maggio fa’ ciò che ti piace: un appello al conflitto

[Tradotto dal blog Attaque, qui il testo originale in francese]

In questo contesto possiamo facilmente renderci conto di come il gel idroalcoolico serva tanto a disinfettare le mani, quando ad appiccare degli incendi. In altre parole che non abbiamo bisogno delle direttive dello stato per prenderci cura dei nostri cari e, una volta sistemata la questione della sopravvivenza, non abbiamo niente di meglio da fare che uscire, ad occhi aperti e in agguato per un colpaccio; ora abbiamo più che mai bisogno di vendetta e di amicizie realmente vissute.
Ora che siamo presi in questo sistema futurista non possiamo che dichiarare guerra alla normalità se non vogliamo morire di un’asettica noia.

Siamo di fronte ad un doppio movimento. Da un lato il potere non sembra essere mai stato così forte, non sembra aver mai conquistato così tanto i cuori e gli spiriti dei suoi cittadini docili. Dall’altro, sembra non aver mai dovuto gestire una situazione tanto complessa (almeno dalla nostra nascita).

Di fronte a tutto ciò, forse possiamo tirare un paio di conclusioni.

Prima di tutto che non si tratta più di aspettare chissà quale massa che si dovrebbe risvegliare per affrontare la situazione.

In secondo luogo, che il momento sembra propizio per attaccare.

Propizio qui non significa che è il solo buon momento. È sempre il momento di opporsi.

No, propizio significa qui che il nostro avversario è preso completamente da altre cose e che noi non abbiamo nessun mezzo di sapere né ciò che i nostri atti possono produrre come effetto a catena (vista la situazione abbastanza inedita per la nostra epoca) né se avremo prossimamente un’altra occasione.
Sembra essere una scommessa interessante per i nemici del potere. Cogliere l’occasione e vedere ciò che potrebbe succedere…

Nel momento in cui le forze di controllo, che setacciano lo spazio coi mezzi, coi droni o a piedi non sono mai state così presenti e sovraccariche di lavoro, cosa succederebbe se fossero minacciate nei loro bastioni da messaggi di morte scritti a vernice? Se ce la si prendesse ripetutamente con loro con qualche pietra/cocktail/fuoco d’artificio/petardo in piena notte durante i loro sonni? Facendosi attaccare durante i loro pattugliamenti?

Nel momento in cui le gabbie sono piene fino a scoppiare e dove si muore dietro le sbarre, cosa succederebbe se alcune macchine dei secondini si trovassero a contatto con un cacciavite/un martello/qualche accendifuoco? Se le persone che sorvegliano e rinchiudono, già sotto costanti pressioni, si facessero aggredire rientrando a casa?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, lavorano/studiano/condividono/si rilassano/si informano/ insorgono/fanno sesso… di fronte ad uno schermo, cosa succederebbe se qualche cavo in fibra ottica, sotto un facile pannello d’accesso, venisse sabotato?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, “comunicano” tramite telefono. Ordinano/comandano/ pianificano/organizzano per produrre (e perfino per militare) o “si prendono cura” tramite app o incessanti colpi di telefono, cosa succederebbe se dei ripetitori situati in posti spesso molto poco frequentati venissero resi inoperativi?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, vivono isolate in una bolla domotica connessa alla matrice come un ersatz di vita, cosa succederebbe se un traliccio dell’alta tensione, di facile accesso, crollasse a terra?

Non sappiamo assolutamente cosa tutto ciò potrebbe produrre. Ed è proprio per questo che bisognerebbe assolutamente tentarlo.

Diffondi e traduci questo testo se ti è piaciuto. Attacca e Cospira se vuoi partecipare. Comunica e sviluppa le tue idee se vuoi dialogare con altrx ribellx.

Questo breve testo vuole essere un punto d’incontro per un mese di maggio pericoloso.

Nota (1) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare maggio e questo invito non ti è piaciuto, non esitare ad attaccare ad aprile e dare un senso al tuo attacco col tuo potenziale comunicativo.                                                                                                     Nota (2) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare puoi attaccare ad aprile e a maggio!

En mai fais ce qui te plaît: un appel au conflit

[Issu du blog Attaque]

Ici nous pouvons aisément réaliser que le gel hydroalcoolique sert aussi bien à se désinfecter les mains qu’à allumer des incendies.
En d’autres termes que nous n’avons pas besoin des directives de l’état pour prendre soin de nos proches, et, une fois réglée la question de la survie, nous n’avons rien de mieux à faire que de sortir traîner à l’affût d’un mauvais coup, nous avons plus que jamais besoin de vengeance et d’amitiés réellement vécues.

Maintenant que nous sommes pris dans ce système futuriste nous ne pouvons plus que déclarer la guerre à la normalité si nous ne voulons pas mourir d’un ennui aseptisé.

Nous sommes face à un double mouvement. D’un coté le pouvoir semble ne jamais avoir été aussi fort, ne jamais avoir tant conquis les cœurs et les esprits de ses citoyens dociles. De l’autre il semble ne jamais avoir du gérer une situation aussi complexe (du moins depuis notre naissance).

Face à cela peut-être pouvons nous conclure deux choses.

Premièrement qu’ il n’est plus question d’attendre une quelconque masse qui viendrait à s’éveiller pour l’affronter.

Deuxièmement que le moment semble propice pour attaquer.

Propice ici ne signifie pas le seul bon moment. Il est toujours temps pour s’opposer.
Non, propice signifie ici que notre adversaire est complètement occupé à d’autre choses et que nous n’avons aucun moyen de savoir ni ce que nos actes peuvent produire comme effet en chaîne (au vu de la situation assez inédite pour notre époque) ni si nous aurons prochainement une autre occasion.

Cela ressemble à un pari intéressant pour les ennemis du pouvoir. Se saisir de l’occasion et voir ce qui pourrait se passer …

À l’heure où les forces du contrôle qui quadrillent l’espace en véhicules, en drone ou à pieds n’ont jamais été aussi présentes et surmenées, que se passerait si elle étaient menacées dans leurs bastions par des messages de mort écrit à la peinture ? Prises à partie régulièrement par quelques pierres/cocktails/artifices/pétards en pleines nuit pendant leurs sommeils ? Se faisaient attaquer pendant leurs patrouilles ?

A l’heure où les cages sont pleines à craquer et où l’on crève derrière un grillage, que se passerait il si des voitures de matons venaient à rencontrer un tournevis/un marteaux/quelques allumes feux ? Si les personnes qui surveillent et enferment, déjà sous pressions constantes, se faisaient agresser en rentrant chez elles ?

A l’heure où tout le monde ou presque travaille/étudie/partage/se détend/s’instruit/s’insurge/fais du sexe/… face à un écran, que ce passerait il si quelques cables de fibres optiques sous une trappe faciles d’accès étaient saboté ?

A l’heure où tout le monde ou presque « communique » au travers de téléphones. Commande/ ordonne/planifie/organise pour produire (et parfois pour militer) ou « prends soin » via des applications ou des coups de fils incessants, que se passerait il si des antennes relais situées dans des endroits parfois fort peu fréquenté étaient rendu inopérantes ?

A l’heure où tout le monde ou presque vit confiné dans un bulle domotique connectée à la matrice comme un ersatz de vie que se passerait il si un pylône haute tension facile d’accès venait à tomber par terre ?

Nous ne savons absolument pas ce que cela pourrait produire. Et c’est précisément pour cela qu ‘il faudrait impérativement le tenter.

Diffuse et traduis ce texte si tu l’as aimé. Attaque et Conspire si tu veux participer.
Communique et développe tes idées si tu veux dialoguer avec d’autres rebelles.

Ce petit texte tient lieu de faire part pour un mois de mai dangereux.

Note numéro 1: si tu est trop impatient.e pour attendre mai et que cette invitation t’as plu, n’hésite pas à attaquer en avril et à le signifier dans ton potentiel communiqué.
Note numéro 2: si tu es trop impatient.e pour attendre tu peux attaquer en avril et en mai!

 

Amiens – A morte la giustizia, a morte la galera, a morte lo Stato, a morte!

[Qui in francese, qui dal blog Attaque (testo con foto)]

Secondo France Bleu (in data 1 aprile 2020):

È la prima volta che gli uffici del SPIP, service pénitentiaire d’insertion et de probation, [ndt: servizio penitenziario d’inserimento e di probazione] della Somme sono bersaglio di un attacco simile. Nella notte fra martedì e mercoledì, verso le 3.30 del mattino, uno o più individui hanno dato fuoco a diversi veicoli.

I veicoli erano posteggiati in un parcheggio privato, nel retro degli uffici. Due furgoni che permettevano di portare i detenuti al palazzo di giustizia sono bruciati. Cinque macchine che permettevano agli agenti di raggiungere i detenuti sottoposti a misure alternative, ad esempio in libertà condizionale, sono state anch’esse distrutte. […]

“A morte la giustizia, a morte la galera, a morte lo Stato, a morte” sono le tag in vernice nera lasciate sui muri del parcheggio. Delle scritte firmate con una A, simbolo del movimento anarchico. Ma il procuratore di Amiens si mostra prudente. Niente per il momento sembra confermare questa pista. Alexandre de Bosschère, secondo cui questo attacco è prima di tutto simbolico: “non è il SPIP in sé ad essere preso di mira, bensì la giustizia, lo Stato”.

È stata aperta un’inchiesta e vengono usate le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Ma per il sindacato Force Ouvrière [ndt: Forza Operaia], l’individuo o gli individui sarebbero passati dal retro degli edifici. Una semplice barriera protegge l’entrata del parcheggio mentre davanti, di fronte alla prigione, la pesante porta bianca è posta sotto videosorveglianza.

E secondo France Info:

[…] Nella notte fra martedì e mercoledì, verso le 3.20, verosimilmente più individui si introducono nel parcheggio del service pénitentiaire d’insertion et de probation (SPIP), prima di tutto vengono incendiate tre macchine. Poi viene dato fuoco a due furgoni cellulari, dei veicoli che servono alle trasferte dei detenuti. In seguito viene preso di mira l’edificio, viene rotta una finestra, si riscontra un principio di incendio, che molto fortunatamente, non s’è propagato a tutto l’edificio. In quel momento scatta un’allarme di emergenza, che provoca la fuga del o degli autori, e l’arrivo sul posto del guardino che non potrà che constatare i danni. […]

Amiens – Crève la justice, crève la taule, crève l’État et crève!

[Ici du blog Attaque (texte et photos), à son fois d’autres sources]

Selon France Bleu:

C’est la première fois que les bureaux du SPIP, le service pénitentiaire d’insertion et de probation de la Somme sont visés par une telle attaque. Dans la nuit de mardi à mercredi, vers 3h30 du matin, un ou plusieurs individus ont brûlé plusieurs véhicules.

Les véhicules étaient stationnés sur un parking privé, à l’arrière des bureaux. Deux fourgons permettant d’emmener les détenus au palais de justice ont brûlés.  Cinq voitures qui permettaient aux agents de se rendre chez les détenus placés en milieu ouvert, pour les libérations conditionnelles par exemple ont aussi été détruites. […]

«Crève la justice, crève la taule, crève l’Etat et crève» ont été taggués à la peinture noire sur les murs du parking. Des inscriptions signées d’un A, symbole de la mouvance anarchiste. Mais le procureur d’Amiens se montre prudent. Rien pour l’instant ne vient confirmer cette piste. Alexandre de Bosschère pour qui cette attaque est avant tout symbolique: «ce n’est pas le SPIP en lui même qui est visé mais la justice, l’Etat».

Une enquête a été ouverte et les images des caméras de vidéosurveillance exploitées. Mais pour le syndicat Force Ouvrière, le ou les individus seraient passés par l’arrière des bâtiments. Une simple barrière protège l’entrée du parking alors que devant, face à la prison, la lourde porte blanche est placée sous vidéosurveillance.

et selon France Info:

[…] Dans la nuit de mardi à mercredi, vers 3h20, vraisemblablement plusieurs individus s’introduisent sur le parking du service pénitentiaire d’insertion et de probation (SPIP), trois voitures sont d’abord incendiées. Puis le feu est mis à deux fourgons cellulaires, des véhicules qui servent au transfert des détenus. Le bâtiment est ensuite pris pour cible, une fenêtre est cassée, un départ de feu sera mis en évidence, fort heureusement, il ne s’est pas propagé à tout le bâtiment. A ce moment-là, une alarme se serait déclenchée, provoquant la fuite du ou des auteurs, et l’arrivée sur place du gardien qui ne pourra que constater les dégâts. […]

Bram (Aude) – Interruzione della fibra ottica

[Qui in francese, dal blog Attaque, a sua volta da La Dépêche]

Dallo scorso week-end [ndt: si riferisce al 21/22 marzo], diversi abitanti del centro cittadino sono rimasti senza telefono e senza internet.

E sostanzialmente tutti quelli che avevano appena concluso o cambiato il loro abbonamento, optando per la fibra ottica. È soprattutto la zona di viale de Gaulle, via de la Concorde e corso du Razès ad essere stata la più colpita. La rete della fibra era in corso d’opera, il SYADEN (Syndicat Audois d’Energies et du Numérique) [ndt: sindacato dell’energia e del digitale di Aude] ne è proprietario e ha richiesto ad un prestatore di intervenire per la riparazione. Arrivati sul posto, i tecnici hanno constatato che l’interruzione di corrente era stata causata, infatti, da più atti vandalici sui cavi, posati qualche settimana prima, che erano stati tagliati o strappati. L’intervento fu più lungo del previsto con danni relativamente importanti.

Bram (Aude) – Coupure de la fibre optique

[Du blog Attaque, à son fois de La Dépêche]

Depuis le week-end dernier, plusieurs habitants du centre ville étaient privés de
téléphone et d’internet.

Et essentiellement ceux qui venaient de conclure ou modifier leur abonnement en optant pour la fibre optique. C’est le secteur avenue de Gaulle, rues de la Concorde de la Paix et avenue du Razès qui était le plus impacté. Le réseau de la fibre étant en cours de déploiement, c’est le SYADEN (Syndicat Audois d’Energies et du Numérique) qui en est propriétaire et qui a demandé à un prestataire d’intervenir pour la réparation. Arrivés sur les lieux, les techniciens constataient que l’origine des pannes était en fait plusieurs actes de vandalisme avec des câbles posés il y a quelques semaines qui avaient été sectionnés ou arrachés. L’intervention fut plus longue que prévue avec des dégâts relativement importants.

Venansault (Vandea) – Isolamento? Coprifuoco? No, vandalismo!

[Qui in francese dal blog Attaque, qui l’articolo di giornale citato come fonte]

Ndt: Mentre il morbo repressivo dilaga sempre più in ogni parte del mondo, costringendo migliaia di individui all’isolamento e a coprifuochi più o meno annunciati, c’è chi non accetta questo stato di cose. C’è chi vede nelle città, ora prigioni a cielo aperto, delle gabbie da distruggere e perciò, armat* di una certa dose di rabbia e di gioia, si dà alla distruzione di tutto ciò che fisicamente contribuisce all’oppressione.

[…] Dopo aver imbrattato la telecamera di videosorveglianza della residenza dei giovani Color’Ado, i vandali hanno ridotto in frantumi le vetrate dell’edificio. Dei tavoli da picnic, dei tombini e dei cartelloni sul percorso mountain-bike sono stati imbrattati.                                                                                                                              […] Il municipio ha fatto denuncia e la stima dei danni è in corso. “La gendarmeria ha degli indizi e sta effettuando dei controlli incrociati per dare un’identità ai volti visti nei video.” Secondo primi elementi, si potrebbe trattare di due giovani, probabilmente originari del comune.                                                                                                                                […] Inoltre, l’edile [ndt: si riferisce al sindaco] non ha esitato, a partire da lunedì 23 marzo, a mettere un coprifuoco sul suo comune, fra le 20 e le 6 del mattino, fino al 31 marzo. Una misura forte, come a La Roche-sur-Yon, che mirava a far rispettare l’isolamento ai più recalcitranti.                                                                                                                           Se non fosse che il prefetto ha messo il suo veto, dal 24 marzo, ed ha annullato il fermo totale. “La prefettura non è favorevole al fatto che degli enti territoriali prendano questo tipo di iniziative. Trovo che sia un peccato, ma ubbidisco alle decisioni prefettizie”, si è piegato il sindaco […].