Genova – Assembramenti per strada in corso Italia. Interviene la polizia locale

Diverse “operazioni” anche da parte degli agenti della polizia municipale

Genova – Segnalazioni di assembramenti tra il centro cittadino, corso Italia e lungomare. In almeno un caso sono intervenuti gli uomini della polizia locale che hanno disperso passanti con l’altoparlante. Sono diverse le richieste di intervento arrivate questa mattina alla centrale operativa della polizia locale da parte di cittadini che segnalavano assembramenti pericolosi.

Genova, assembramenti per strada in corso Italia. Interviene la polizia locale

 

Milano – Soldati per sparare al virus

A Milano 114 soldati dell’operazione ‘Strade Sicure’ verranno impiegati per imporre con più efficacia la detenzione domiciliare degli abitanti della città. Dopo la Campania, è già il turno del capoluogo lombardo e subito si accoda il presidente della Sardegna richiedendo lo schieramento della Brigata Sassari, ‘autentico orgoglio’ della regione.

Pisa – Scrive ‘Io non sto a casa’ sulle mura Medicee nel Pisano

La scritta è stata vergata con dello spray blu, questa notte, vandalizzando una arcata dell’antico Acquedotto Mediceo nel Comune di San Giuliano Terme. Condanna assoluta da parte del sindaco, Sergio Di Maio

“Io non sto a casa”. E’ la scritta vergata con dello spray blu, questa notte, da alcuni ignoti che hanno, fra l’altro, vandalizzato una arcata dell’antico Acquedotto Mediceo nel Comune di San Giuliano Terme. “Condanna assoluta” da parte del sindaco Sergio Di Maio, che aggiunge:

“Questo atto spregevole mi è stato segnalato questa mattina dalla polizia municipale che, attraverso le telecamere di videosorveglianza nella zona e la ricerca di testimoni, è al lavoro per rintracciare i colpevoli e denunciarli.

Quel punto dei Condotti è per fortuna vicino ad alcune abitazioni, quindi non in un luogo isolato, perciò confidiamo di trovare presto gli autori di questo spregio”. Le violazioni in questo caso sarebbero due, perché oltre all’imbrattamento del bene monumentale, il sindaco ravvisa anche “il dispregio del decreto governativo sul Coronavirus”.

“Ci sono sempre i cretini che si sentono più furbi degli altri. Anziché manifestare senso di responsabilità e civiltà – dichiara il sindaco all’Agi – in una situazione di emergenza nazionale, nella quale siamo tutti chiamati a dimostrare rispetto per il decreto, c’è gente che va in giro a fare questi gesti. Per fortuna – conclude – nel nostro Comune è un episodio isolato, perché dai controlli che abbiamo fatto sul territorio stiamo registrando che ci sono tante persone che si muovono con coscienza”.

Fonte: AGI

 

Una testimonianza dai familiari dei detenuti nel carcere di Opera:

Buongiorno
Scrivo da Milano riguardo il carcere di opera e da domenica che non ho più notizie di mio fratello detenuto a opera .
Lunedì 9 è scoppiato un incendio,
Ci siamo recati al carcere dove abbiamo travato un muro di polizia penitenziaria carabinieri polizia che nn ci facevano passare alle nostre richieste di sapere cosa fosse successo alzavano fucili e bastoni .
Siamo disperati per favore aiutateci.
Sono arrivate poche chiamate e quelle arrivate parlano di botte in testa hai detenuti mani rotte .
Entravano in tre nelle celle e picchiavano abbiamo foto di una tuta ritirata da una ragazza nel pacco dove si vedono impronte di stivale e poco dopo ha ricevuto la chiamata del compagno dove spiega che lo hanno buttato a terra e gli hanno messo piedi sulla schiena e picchiato in testa con manganello ..
Ed è dovuto rimanere a letto perché aveva svenimenti e con la mano che molto probabilmente ha una frattura al mignolo . Aiutateci dai campi dietro si vede la parte bruciata . Ad oggi non hanno neanche il vitto .
Vi scrivo tutto ciò che abbiamo appreso

Familiare di un detenuto del secondo reparto: “Mi ha appena chiamato mio marito e mi ha detto che lui non è stato picchiato ma sono stati picchiati tutti i detenuti del dove c’è stato casino nel padiglione di fronte a lui, che è vero che lì sono entrati gli antisommossa che hanno spento le luci e li hanno picchiati tutti quanti, ma non mi ha saputo dire altro ma è vero che alcuni detenuti sono finiti al pronto soccorso”.

“Ho appena sentito un familiare che non riesce nemmeno a parlare, è stata chiamata dalla cognata che le ha detto che i suoi nipoti sono stati picchiati a Opera e che certi ragazzi avevano addirittura gli occhi di fuori dalle botte che hanno preso”.

Familiare di un detenuto del primo reparto: “Mi ha appena chiamato, mi ha raccontato tutto, che lo hanno picchiato in tre e lo hanno spaccato, che ha le mani rotte ma sta bene, che hanno picchiato tutti perché nella confusione non hanno guardato chi c’era e chi non c’era, hanno spento le luci e hanno picchiato tutti. Lo hanno tenuto a terra coi piedi e lo hanno picchiato con i manganelli. Dopo che lo hanno picchiato per riportarlo nella cella lo hanno dovuto trascinare perché non stava in piedi e per due giorni non riusciva ad alzarsi perché si sentiva svenire. Dopo quando hanno capito che non c’entrava e gli hanno chiesto scusa. Ha detto di portare da mangaire perché sono tutti alla fame”.

Familiare di un detenuto del primo reparto: “Ha detto che sono in una situazione di merda. Passano solo acqua e sigarette. Hanno tolto i fornelli. Oggi doveva arrivare la spesa ma non è arrivata. Oggi sono andati all’aria un’ora, meno male. Gli ho detto ‘finalmente hai chiamato, è una settimana che non dormo’ e lui mi fa ‘tu non dormi? Io ancora oggi dove guardo trovo lividi nuovi’.

Mi ha detto che c’è un ragazzo che i segni delle manganellate sulla schiena e li ha fatti vedere al direttore che gli ha risposto ‘quelle manganellate che tu hai sulla schiena io le ho nel cuore per tutto quello che vi è successo’”

testo da Facebook

Cronache milanesi (parte I) – Resoconto giornate di rivolta a Milano 8 – 9 – 10 marzo

DOMENICA 8 MARZO 2020

Domenica sera verso le 20 giunge la notizia tramite un gruppo Facebook di una rivolta in corso nel carcere di Opera. Opera è il carcere più grande d’Italia con la più grossa sezione di 41 bis, è una struttura all’interno della quale è molto difficile avere contatto con i detenuti, la posta viene spesso bloccata.
Si scopre presto che l’ingresso del penitenziario è stato completamente militarizzato.
Un gruppo di solidali è riuscito ad avvicinarsi al perimetro per un saluto, ottenendo una risposta calorosa: alcuni reclusi hanno iniziato una battitura, mentre altri hanno cercato di dare qualche informazione rispetto alla loro condizione.

LUNEDI’ 9 MARZO 2020

Lunedì mattina, intorno alle 9, inizia a circolare la notizia della presenza di alcuni ragazzi sul tetto di San Vittore e di una rivolta in corso.
In poco tempo sotto le mura del carcere si sono radunati solidali e familiari ed è iniziata una giornata lunga e densa di avvenimenti.
Mentre del fumo nero usciva da alcune celle, il presidio si è diviso in due.
Un primo gruppo si è fermato in piazzale Aquileia da cui si vedevano i ragazzi del Terzo raggio: dal tetto è stato srotolato uno striscione che recitava “Indulto” , altri fuori dalle celle hanno intonato forti cori e hanno aperto un altro striscione con scritto “Libertà”.
Fuori è stato allestito un gazebo ed è stata imbastita una merenda. Si è rimasti il più possibile sotto le mura per non lasciare soli i detenuti.
Tramite una cassa con microfono familiari e amici sono riusciti a comunicare con i loro cari all’interno.
I ragazzi reclusi ci hanno raccontato ciò che stava succedendo, lamentandosi dellasospensione dei colloqui, esprimendo le loro preoccupazioni per l’“Emergenza Virus” sia per loro che per chi si trova fuori.

Il secondo gruppo si è spostato sotto il Quinto raggio, dove anche lì dei ragazzi sono riusciti a salire sul tetto e a comunicare con le persone all’esterno.
Con l’aiuto dell’autoscala dei pompieri, a quanto dicono i giornali, un magistrato ha provato a trattare con i detenuti, ma dopo qualche minuto ha desistito. Sono rimasti sul tetto continuando a comunicare con i solidali in strada.
Dopo circa due ore quando i ragazzi si trovavano ancora sul tetto, nella strada di fronte alle mura è arrivato autobus della polizia penitenziaria, probabilmente con a bordo dei rinforzi per sedare la rivolta o per possibili futuri trasferimenti dei quali è girata voce successivamente.
Il mezzo è stato bloccato dai solidali che sono stati immediatamente caricati dalla Celere e quindi sono stati costretti ad abbandonare la via.
Solidali, parenti e amici si sono riuniti nel presidio dipiazzale Aquileia che è durato fino alle 19 momento in cui è stato fatto un ulteriore caloroso e rumoroso saluto ai prigionieri. Durante tutto il pomeriggio non sono mancati gli aggiornamenti sulle sommosse che si stavano susseguendo nel resto delle carceri d’Italia.
Poco dopo le 19 si è venuto a sapere che anche nel carcere di Opera i reclusi erano insorti e che la reazione della polizia è stata molto violenta. Rapidamente un ampio numero di solidali ha raggiunto i familiari che si erano riuniti all’ingresso del penitenziario.
La rabbia è stata tanta, si chiedevano informazioni sulla situazione dentro, lo schieramento di Polizia Penitenziaria e Carabinieri è rimasto in silenzio se non per provocare. Contemporaneamente un altro nutrito gruppo è riuscito a raggiungere il perimetro per un saluto. La risposta è stata impetuosa, sono partiti cori e battiture nonostante la repressione subita nelle ore precedenti.
I detenuti hanno raccontato le conseguenze subite in seguito alla rivolta. Sono stati pestati, sono stati privati del cibo, della televisione e della luce. Dell’esterno è stato visto chiaramente un intero braccio, proprio quello da cui è iniziata la rivolta, completamente al buio.

MARTEDI’ 10 MARZO 2020

Nella mattinata di martedì sui quotidiani on-line viene diffusa la notizia dell’apertura di un’inchiesta da parte della procura, per adesso a carico di ignoti con accuse di devastazione e saccheggio e resistenza, relativa ai fatti di San Vittore di lunedì.
Alle ore 15 nelle carceri milanesi apparentemente tutto tace.
Alle ore 20 un gruppo di solidali si è nuovamente avvicinato al perimetro del carcere di Opera. I reclusi hanno raccontato ciò che hanno subito successivamente alla rivolta. Non hanno ricevuto cibo, gli è stata tolta la televisione, sono stati privati delle ciabatte, gli sono state negate le telefonate. Sono stati picchiati, hanno riferito di avere le ossa rotte e di non aver ricevuto cure. Chi si trovava fuori dalla struttura ha raccontato ai ragazzi che sui giornali non è stato detto nulla di ciò che è avvenuto all’interno del penitenziario in questi giorni. Successivamente ci sono stati tanti cori, battiture e fuochi d’artificio all’esterno.

Testo da Facebook

 

A scuola di socialità dall’ OSM

Dall’organizzazione mondiale della sanità ci arriva uno studio illuminante. La diffusione del virus nello stivale sarebbe stato favorito dall’abitudine tutta italica di vivere in nuclei numerosi e dagli eccesivi contatti che ci sono tra le persone – leggasi baci, abbracci, super-cinque, ecc..

Senza voler difendere la famiglia tradizionale – che sebbene sia il primo motivo che spinge le persone a vivere assieme, non è certo l’unico – ci chiediamo cosa ci suggerisce in realtà l’OSM e quindi l’attuale sistema dominante: forse rifiutare totalmente la vita con altre persone ed iniziare a vivere sol con se stesse? È da un po’ che ci provate, comunque non c’è problema, tanto abbiamo svariati schermi sui quali vedere altri nostri simili, altoparlanti dai quali sentirne fuoriuscire le voci. E sul contatto fisico? Abbandoniamolo, una volta rifiutata questa antiquata convenzione sociale potremo finalmente rinchiuderci nelle nostre bare singole – o tristi appartamenti – con tutti i dispositivi elettronici da attivare alla bisogna. Iniziate a produrre quel tanto sognato simulatore di contatti fisici, dateci lo smart-working, la spesa a domicilio e qualche bella serie-tv e davvero non dovremo più uscire di casa. Là fuori ci sono il pericolo e i germi..

Contingente militare nei territori del Nord Est

Ieri 17 marzo il Ministro degli Interni Lamorgese ha comunicato al Prefetto di Trieste Valerio Valenti che verranno inviati in zona ulteriori 100 militari per controllare il confine con la Slovenia dall’arrivo di immigrati irregolari.

Il Prefetto ha convocato il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, assieme ai rappresentanti dell’Esercito Italiano e della IV Zona Polizia di Frontiera di Udine per dare le disposizioni sull’impiego dei militari. Una parte di questo contingente verrà utilizzata anche per controllare gli occupati interni, cioè tutti i cittadini italiani e stranieri che siano presenti nelle zone di Trieste, Gorizia e Udine per far sì che le limitazioni alla libertà decise dal governo per l’emergenza del coronavirus vengano rispettate.
Un altro piccolo passo per abituarci al futuro prossimo, quando gli sfruttati pagheranno in altri modi questa emergenza.

Contingente militare nei territori del Nord Est