Vauclin (Martinica) – Bruciato il locale tecnico di Orange

Riceviamo e diffondiamo

Vauclin (Martinica): bruciato il locale tecnico di Orange – Più di 2000 case e aziende senza internet e senza telefono – 19 marzo 2020

Nel bel mezzo del contenimento imposto dal Coronavirus, in un momento in cui la domanda di connessioni è alta, l’operatore Orange è stato vittima di atti vandalici sulla sua rete a Vauclin.
Uno o più individui hanno causato un incendio in un locale tecnico. Questo atto doloso ha causato l’interruzione dei servizi di telefonia fissa e di Internet per più di 2.000 abitazioni e imprese situate nei comuni di Vauclin, Le Marin e Sainte-Anne.
Anche le telecomunicazioni di rete mobile sono tagliate a Sainte-Anne in una zona che si estende da Calvaire alle Saline, passando per Beauregard.
I team tecnici di Orange sono stati mobilitati da questo giovedì mattina (19 marzo) per ripristinare le telecomunicazioni.

Norimberga – Incendio della vettura di uno sbirro riservista

Nella notte di ieri, tra giovedì e venerdì, un’automobile è stata incendiata nel quartiere Gostenhof, a Norimberga. L’automobile era parcheggiata nel quartiere con degli adesivi dell’associazione dei riservisti dell’esercito sul lunotto posteriore e una divisa da sbirro nel bagagliaio.

Con questa azione vogliamo manifestare la nostra avversione alla crescente militarizzazione della società e la soppressione di quasi tutti i diritti fondamentali, per l’attuale crisi da Coronavirus.

L’estate scorsa, le odiose forze dell’ USK (le forze speciali della polizia della Baviera) hanno occupato per settimane piazza Jamnitzer, la piazza centrale di Gostenhof. Noi non tollereremo più simili arroganze e continueremo a difendere il nostro quartiere dall’assedio degli sbirri.

Sbirri fuori dai quartieri!

Viva la società liberata! Morte al terrorismo di stato!

Libertà per i tre della Panchina del Parco!

    milizia del quartiere Gostenhof

 

 

 

Nuremberg (Allemagne) : Flics et réservistes hors de notre quartier

Milano – Saluto al carcere di San Vittore

Con mascherine e biciclette un gruppo di solidali ha voluto andare a far sentire la propria vicinanza alle persone recluse a S.Vittore. Dentro hanno sicuramente sentito il nostro baccano ma non hanno risposto ai nostri messaggi, immaginiamo che dopo la rivolta di lunedì 9 marzo abbiano ricevuto intimidazioni e false promesse per ristabilire l’ordine interno.
Tuttavia apprendiamo dai media che un detenuto è risultato positivo al Covid-19 e dunque deduciamo che la calma sia solo apparente.
Da oggi, infatti, sono saltati fuori i primi casi all’interno delle strutture carcerarie oltre a san Vittore il virus è entrato anche a Pavia, Voghera e Brescia.

Nel tardo pomeriggio altre persone sono andate al carcere di Opera dove già dalla settimana scorsa i detenuti lamentano un peggioramento delle condizioni detentive.
I contatti con l’esterno sono stati sospesi ( colloqui, pacchi, chiamate, radio, tv, posta), il vitto non passa a tutti, le persone ferite o malate non sono state portate in ospedale e ci dicono che non gli sono state neanche fornite delle mascherine di protezione. Il saluto è stato accolto con calorose battiture, cori e messaggi da recapitare ai parenti. Ci comunicano anche che ci sono delle persone malate in isolamento e che oggi gli sono state notificate le denunce per le rivolte di settimana scorsa.
I capi d’imputazione sono: oltraggio a pubblico ufficiale, procurato allarme, istigazione a delinquere, resistenza, danneggiamento a mezzo incendio, travisamento, lesioni personali aggravate.
Nonostante i detenuti abbiano fatto sentire la loro voce in modo fragoroso, ci sembra chiara la volontà dello stato di girarsi dall’altra parte, prima oscurando qualsiasi notizia a riguardo poi emanando un decreto inutile, di facciata e facendo arrivare con triste puntualità le proprie intenzioni repressive. Di fronte al disinteresse nel tutelare le persone recluse che continuano a viversi questo momento di preoccupazione e incertezze, isolati e senza risposte, noi ribadiamo la determinazione a non volerli lasciare da soli.

Milano – Saluto sotto il carcere di San Vittore

Questa mattina un gruppo di solidali ha scansato i controlli polizieschi per arrivare in bicicletta sotto il carcere di San Vittore. Mentre un gruppo chiedeva a gran voce notizie ai reclusi da Piazza Aquileia, un altro passava di fronte alla sezione femminile e al quinto raggio per gridare la propria solidarietà, raccontare le rivolte che si sono sovrapposte ad Opera, in tutto il resto d’ Italia e di come siano state represse. È stata resa nota anche la situazione qui fuori in questo stato d’emergenza.
Purtroppo nessuna risposta da dentro, al contrario dei giorni passati in cui quest’ultima è stata fondamentale e ci ha scaldato il cuore.
Sarà stato davvero reso inagibile l’intero braccio e quindi eseguiti dei trasferimenti? Una dura repressione avrà scoraggiato e reso ancora più difficile la comunicazione tra interno ed esterno?
La presenza solidale in questi giorni è e sarà necessaria, nostra volontà esserci sfidando le ordinanze nell’ottica di essere noi stessi i primi a responsabilizzarci sulla nostra sicurezza e quella di chi ci sta intorno.

Milano – Rivolta a San Vittore e saluto in solidarietà

A Milano, nel carcere di San Vittore i detenuti sono sul tetto e stanno dando fuoco alla sezione. Alcuni compagni e compagne sono in presidio sotto il carcere e per stasera è chiamato un appuntamento alle 19.00 in piazza Aquileia

Nel frattempo la leader dell’Associazione nazionale dei dirigenti e funzionari di polizia penitenziaria Daniela Caputo propone: “l’esercito intorno a tutti i muri di cinta, punizione severa di coloro che stanno fomentando le rivolte, interdizione da subito di ogni accesso a esponenti o associazioni che in ragione delle loro campagne storiche di tutela e promozione dei diritti dei detenuti possano vedere la loro voce strumentalizzata da facinorosi e violenti” (fonte: repubblica).

Qui sotto alcuni aggiornamenti sulla situazione:

Da questa mattina sono 27 le carceri dove si stanno svolgendo proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. E’ di otto detenuti morti il nuovo bilancio ufficiale diffuso dopo le rivolte di questi giorni: sei di questi sono detenuti deceduti nel carcere di Modena durante la rivolta dei detenuti di ieri pomeriggio. Per tre di questi ieri le fonti istituzionali sostengono che uno dei tre è morto per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato. Per gli altri 3 non ci sono notizie mentre in tutto sono 18 i detenuti ricoverati, in gran parte per intossicazione. Altri due morti per un’overdose da psicofarmaci si registrano negli Istituti penitenziari di Verona e Alessandria nella notte. I due erano stati protagonisti delle proteste e avrebbero, secondo le motivazioni ufficiali diffuse dai penitenziari, sottratto psicofarmaci dall’infermeria.

Una rivolta intanto è in corso nel carcere di Foggia dove alcuni detenuti sarebbero riusciti ad evadere, ma sono stati bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze di polizia . A quanto si apprende i detenuti hanno divelto un cancello della ‘block house’, la zona che li separa dalla strada. Alcuni detenuti sono saliti sul tetto, altri hanno rotto le finestre, e all’ingresso della casa circondariale è stato appiccato un incendio. Negli scontri con la polizia un detenuto è rimasto ferito alla testa ed è stato portato via in barella. A San Vittore a Milano proteste sul tetto e incendi dentro il carcere, mentre a Palermo un tentativo di evasione dal carcere Ucciardone è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Le strade attorno a vecchio carcere borbonico sono chiuse. Ieri sera la protesta era scattata anche al Pagliarelli, il secondo carcere di Palermo. A Rebibbia a Roma, oltre a bruciare diversi materassi – alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie.

A Pavia ieri sera i detenuti hanno bloccato per alcune ore due agenti di polizia penitenziaria, hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno inscenato una forte protesta devastando diversi locali del penitenziario. […]

fonte: radiondadurto.org

https://roundrobin.info/2020/03/milano-rivolta-a-san-vittore-saluto-in-solidarieta/

 

Spoleto – Tutti fuori senza paura

TUTTI FUORI SENZA PAURA

Da meno di una settimana sull’Italia è calata la mannaia di una legislazione di emergenza – progressivamente inasprita ogni 48 ore – per arginare la pandemia del nuovo Coronavirus, il Covid-19. Siamo nelle condizioni nelle quali non si può più nemmeno uscire di casa senza un permesso scritto delle autorità.
Abbiamo visto negli occhi la debolezza intrinseca, solitamente velata, della nostra società. Il consumismo e la globalizzazione che da panacea di tutti i mali si mutano nel peggiore degli incubi. L’eclettismo amministrativo dei politicanti: prima la corsa alla normalizzazione, volta a tranquillizzare e svalutare i pericoli, poi la repentina svolta repressiva di massa; il tutto trasmesso a reti unificate dai governanti attraverso i media, unico canale di socializzazione alienata che viene  ormai concessa agli individui. Il tutto nella supina accettazione di milioni di sudditi obbedienti, pronti a trasformarsi in spie che chiamano le forze dell’ordine per disperdere nuclei di ragazzini che giocano o i pochi che resistono alla psicosi per fare una passeggiata.
Perché, a questa condizione distopica, c’è chi si ribella. Caso emblematico le straordinarie rivolte che hanno riguardato una cinquantina di carceri italiane, devastando e rendendo inagibili dozzine di sezioni, con un grandioso episodio di evasione collettiva a Foggia. Lo Stato non ha esitato a reagire con una violenza senza precedenti dagli anni ’70: finora 14 morti accertate tra Modena, Rieti e Bologna. Alcuni per “overdose”, dicono i media, chi massacrato. Sappiamo bene di che pasta sono fatti i secondini e chi li comanda, tanto più in un momento nel quale questi hanno la totale copertura politica e la pressoché totale censura degli organi di informazione. A Modena si sono uditi distintamente degli spari e gli stessi carcerati hanno chiesto aiuto affermando che li stavano massacrando.
In una condizione di trattamento sanitario obbligatorio di massa, mai come adesso l’intera informazione pubblica è sotto il controllo dell’ideologia di Stato, ogni dibattito sospeso, ogni dubbio qualificato come atto di alto tradimento.
Ci sembra indicativo, in questo quadro di militarizzazione sanitaria, un episodio che è avvenuto il 10 marzo a Spoleto. Tre nostri compagni sono stati fermati immediatamente dopo aver affisso uno striscione e denunciati. Prima pedinati da agenti in borghese e poi fermati da una pattuglia dei carabinieri. Una volta rifiutatisi di seguire gli sbirri in caserma oltre che per violazione del decreto emergenziale sul Coronavirus e affissione abusiva, sono partite le denunce per resistenza a pubblico ufficiale. Un secondo striscione è stato sequestrato ancor prima di essere affisso, altri sono comunque comparsi in giro per la città.

Questi i testi:

TUTTI FUORI SENZA PAURA (A)

COMPLICI E SOLIDALI CON I CARCERATI IN RIVOLTA

MODENA E RIETI: SECONDINI ASSASSINI

CONTRO LO STATO MILITARE EVASIONE GENERALE

Con la ferma intenzione di continuare a rifiutare l’autocarcerazione, prima o dopo il 3 Aprile,

Anarchici a Spoleto

https://roundrobin.info/2020/03/spoleto-tutti-fuori-senza-paura/

Bologna – Rivolta alla Dozza, vandalismi anche all’esterno

Apprendiamo dai media locali

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/03/11/news/detenuto_morto_dozza-250944868/?ref=fbplbo

https://www.bolognatoday.it/cronaca/carcere-dozza-rivolta-alcolici.html

Nella giornata del 10 marzo “a poche ore dalla conclusione della
rivolta presso la Casa Circondariale di Bologna, il Provveditorato
dell’Amministrazione Penitenziaria, in Viale Vicini è stato danneggiato
da vandali – scrive il sindacato Sap – rompendo i vetri del portone
d’ingresso e invaso da scritte come: Acab, Solidarietà ai detenuti in
lotta, Fuoco alle galere e Secondini Assassini”.

https://roundrobin.info/2020/03/rivolta-alla-dozza-vandalismi-anche-allesterno/

Bologna – #IOSTOACASA?

Pubblichiamo questo testo apparso a Bologna:

#IOSTOACASA?

Stare a casa. Prevenire il contagio. Certo è saggio, ma non è per tutti.

Non abbiamo tutti le stesse possibilità: c’è chi è costretto ad andare a lavorare, chi se “sceglie” di stare a casa finisce i soldi, chi è recluso, chi una casa non ce l’ha (e per questo viene multato come successo a Milano).

Ci dicono che il problema sono i furbetti e gli irresponsabili che non si attengono alle prescrizioni, ci invitano alla “delazione per il bene comune” se vediamo sgarrare qualcuno.

E intanto i bus di chi va a lavorare sotto un padrone sono pieni, fabbriche, i magazzini ed i call-center lavorano.

Ospedali e strutture sanitarie sono stipate di persone costrette a lavorare senza le dovute cautele.

Lavorare ammassati si può, protestare chiedendo di stare a casa o dispositivi di protezione no (vedi i fermi dei lavoratori in sciopero a Campogalliano il 13/3/20).

Addossare la responsabilità sul singolo è quantomeno ipocrita.

Viviamo in una società che ha sempre anteposto il profitto a tutto, anche alla salute (Ilva, Marghera, Quirra, “terre dei fuochi” ecc…).

Mai come ora se non si hanno le stesse possibilità di tutelarsi, di fatto, nessuno le ha davvero.

Le lotte degli ultimi nei luoghi di lavoro, come nelle carceri sono lotte di chi rifiuta di essere sacrificato in quanto vita di serie B sull’altare dell’ordine costituito.

Se le loro lotte non avranno, tramite il nostro appoggio la forza di mettere in discussione il privilegio di poter scegliere, a pagare il conto della disuguaglianza capitalista saremo tutti.

CHE LA PAURA NON CI IMPEDISCA DI METTERE A FUOCO LA SITUAZIONE!

https://roundrobin.info/2020/03/bologna-iostoacasa/

Rieti – Qualcosa si muove sotto lo stato d’eccezione

riceviamo e pubblichiamo:

Pare che nella sonnolenta Chieti qualche migliaio di onesti cittadini non potrà abbeverarsi per un po dalla fonte dell informazione online, ne seguitare nelle sue abitudini di passivi spettatori via instagram dei simulacri virtuali delle vite proprie e altrui, e nemmeno ricevere comodamente a casa propria panico,moniti e ordini governativi.

Apprendiamo infatti che alcuni cavi della fibra ottica di recentissima posa sono stati danneggiati proprio in corrispondenza delle camere centrali, si dice da una grossa quantità di pioggia penetrata all’interno. Anche se non piove da una decina di giorni.

Forse vedere gli sbirri tutti concentrati agli ingressi della città ha fatto accendere la proverbiale lampadina a qualcuno, che si e divertito con poco (e non poco)? Forse non tutti aspettano composti il segnale del  ritorno alla normalità? Forse c e gente in giro che non aveva niente da guadagnarci dall’ordine di ieri, e oggi non ha niente da rimpiangere? Forse, la sospensione per decreto della routine che asserviva le nostre forze e ottundeva le nostre sensibilità e una gran bella occasione, non solo per leggere un libro?

Forse. Intanto e sicuro che migliaia di persone per un po avranno un occasione in meno di connettere le loro mediocrità, e una in più per ripensarsi o, chissà, magari per leggerlo davvero quel libro, se hanno deciso per la quarantena volontaria. Oppure, se hanno optato per continuare a prender parte alle vicende del mondo, non potranno più lasciarselo raccontare dai servi dell informazione e dagli spacciatori di panico…dovranno decidersi a mettere il naso fuori.

Facile, come versare un bicchier d’acqua

ognuno distrugga la propria prigione: che la fantasia divampi

https://roundrobin.info/2020/03/rieti-qualcosa-si-muove-sotto-lo-stato-d-eccezione/