Cronache dal contagio – giorno 14

Oggi finalmente siamo usciti di casa.. sono giorni che siamo rinchiusi.
Giriamo per una città deserta, vediamo le macchine parcheggiate, quasi nessuno in giro. Sembra ci sia appena stata una guerra chimica.

Io guido, lei è sul sedile posteriore, quello opposto al mio.
Anche se dormiamo nello stesso letto, se ci fermassero adesso l’uno accanto all’altra potrebbero denunciarci, qualcuno dice il carcere. Ma abbiamo deciso di evitare di rischiare perché oggi infrangeremo la legge, la stiamo già infrangendo. Siamo fuori senza un ‘motivo valido’.
Ci fermiamo nel parcheggio di un supermercato cosicché l’esser fuori di casa non attiri l’attenzione. Ci copriamo la bocca e ci mischiamo nel gregge.
La fila scorre e noi no, iniziamo a pensare che qualcuno potrebbe notarlo, allora sdrammatizziamo.
Siamo nervosi.
Poi arrivano e istintivamente, infrangiamo un altro divieto. Superiamo il metro che dovremmo mantenere e li abbracciamo. Esageriamo proprio e ci diamo pure due baci. Poi ci guardiamo intorno. Non sembra che ci siano delatori, però forse quel signore… siamo cinque persone assieme, non abbiamo guanti, né mascherine, decidiamo che non è sicuro.
Allora ripartiamo, una macchina dietro l’altra.
Uno di loro si nasconde sotto il sedile, se li vedessero tutti e tre assieme in una sola macchina li fermerebbero e dovrebbero giustificare la loro presenza.
Non hanno nemmeno il modulo, né uno scontrino da esibire. Cosa ci fanno qui?
Il luogo dove pensavamo di fare ciò che dobbiamo è troppo affollato visto il periodo, ne va trovato un altro.
Ci ricordiamo di un posto, ma è un po’ lontano, dovremo girare un po’.
Cerchiamo di evitare eventuali posti di blocco facendo vie secondarie, non ci sono macchine in giro, ci fermerebbero.
Alla fine arriviamo al posto, prendiamo la valigia e velocemente ci allontaniamo dalle macchine, nascondendoci alla vista di possibili passanti.
Controlliamo nervosamente attorno, pare che tutti siano rinchiusi nelle loro case protette, loculi contro il contagio. Qui siamo sicuri, possiamo iniziare, non dovrebbe accorgersene nessuno.
Ci sediamo, tiriamo fuori il cibo e iniziamo a parlare..

Ciò che fino a qualche giorno fa pareva scontato, ora non lo è più.
Chi ha causato l’epidemia oggi ci toglie quasi tutte le libertà individuali rimaste.
Ora viviamo in una dittatura totalitaria. Un tecno-totalitarismo perché, rispetto ai totalitarismi storici, quelli obsoleti, quelli contemporanei possono utilizzare raffinati strumenti tecnologici per controllarci. Dalle telecamere, al tracciamento del telefono, controllo delle chiamate, dati, sms.
E, certo, utilizzano ancora i vecchi metodi, quelli non passano mai di moda.
Il posto di blocco, il manganello, la perquisizione, il fucile, l’intimidazione, la galera.
E poi la classica delazione, perché dentro ogni buon cittadino si nasconde un mezzo sbirro.

Dicono che sarà un periodo d’eccezione, che tutto tornerà come prima, riavremo le nostre limitate libertà. Ma ci hanno mentito troppe volte. Perché questa volta ci dovremmo fidare?