La febbre gialla nel 1821 a Barcellona e l’emergenza attuale

Viviamo tempi di catastrofe, non solo perché lo dicono la stampa, i politici e l’accademia, ma perché la catastrofe la vivono quotidianamente i dominati.
Incendi in Australia, in Amazzonia, in California, diverse tempeste, tifoni, innalzamento del livello del mare, alluvioni…etc. e  adesso un’epidemia: prima ci fu l’influenza aviaria, l’influenza A, l’ebola e adesso la covidien – 19 o Coronavirus.
Era plausibile, dopo la speculazione farmaceutica con il medicinale Tamiflù per le influenze aviarie o l’abbandono degli africani colpiti dall’ebola, che si prevedesse con scetticismo questa “nuova piaga”. Lo scetticismo è stato accompagnato da notizie false e dalle ripetute teorie di cospirazione di diverso stampo.
Tutto lo sviluppo di direttive sul controllo della popolazione, sui suoi movimenti, sul suo lavoro e la sua salute sono effettivamente uno strumento di controllo sociale e una sperimentazione per il futuro che ci aspetta.

Il Grupo Especial Civil sfoggia divise speciali per notificare il confinamento ai vicini di Haro (https://www.lasprovincias.es/sociedad/guardia-civil-despliega-20200307201003-nt.html?ref=https%3A%2F%2Fwww.google.com% ), il protagonismo della Unidad Militar de Emergencias, il dispiego di militari e polizia su tutto il territorio sotto un comando centralizzato: sembra che, a parte i fatti medici/epidemiologici, si stia approfittando della situazione per provare fino a che punto siamo disposti a sopportare, in nome della “sicurezza”, limiti alle nostre minime libertà, i migliori modi di istituire misure di controllo, la catena di comando più efficiente e la struttura ottimale per mettere in moto qualcosa del genere.

Non si tratta di un complotto, è evidente che delle manovre “reali” sono meglio di qualsiasi simulazione e che sarebbe segno di una totale inettitudine non approfittarne.
Quindi, a parte tutto ciò che è stato detto: epidemiologia, interessi economici farmaceutici, complotti, manovre militari/poliziesche…vogliamo parlare partendo dall’esperienza storica di Barcellona, città che, nonostante non si ricordi, ha già passato situazioni come quelle che stiamo vivendo, anche se più letali.
La febbre gialla a Barcellona:
Barcellona ha sofferto varie “pandemie” dalla peste nel secolo XIV, fino a quelle ricorrenti del colera (1834, con 100.000 morti in Cataluña e 3.300 a Barcellona e quelle dopo del 1854, 1865…), il tifo endemico nella città o i differenti episodi di influenza, come l’influenza russa del 1889 o del 1918, l’influenza “spagnola”…anche se in tutti i casi morirono per la maggior parte poveri, e anche se fecero contenimenti ed esclusioni, c’è un caso che è il più “esemplare”, quello della febbre gialla ( https://medlineplus.gov/spanish/ency/article/001365.htm ) a Barcellona.
Sembra che fu nel mese di Agosto del 1821, per via marittima, che arrivò la febbre gialla a Barcellona. I primi casi si verificarono nella Barceloneta a inizio Settembre e, nonostante gli sforzi delle autorità per isolarla, si diffuse nel resto della città e attorno.
La Barceloneta era sicuramente il quartiere più povero della città, occupato da una popolazione emarginata, per il mestiere o per la razza, come los gitanos o altri migranti e fu la zona dove ci furono più vittime (su 8.846 morti il 14 % erano abitanti di barceloneta e nel picco dell’epidemia arrivarono a morire 60 persone al giorno).
La Barceloneta e la zona del porto furono chiuse e dismesse nel corso di tutta l’epidemia.
Barceloneta rimase chiusa dall’esercito e la milizia. Senza dubbio, diverse volte gli abitanti cercarono di rompere il blocco [no quedando claro si fueron vicitimas entre los fuguistes.]
Nel frattempo la borghesia e i benestanti fuggirono dalla città, chiudendo fabbriche e commerci, lasciando gli operai e artigiani disoccupati e senza fondi economici.
Barcellona fu circondata da una “cintura sanitaria” formata da soldati e “cittadini onesti” armati, che sotto la pena di morte proibivano l’uscita dalla città. Cintura che i ricchi e i benestanti elusero tranquillamente.
Di fronte alla miseria e alla mancanza di alimenti (che aumentarono di prezzo), la folla, senza lavoro né soldi, percorreva la città esigendo dai ricchi che rimanevano soldi e alimenti e assaltando le case benestanti vuote. Un fatto molto significativo fu la «crema popular», nelle Ramblas, di un pupazzo di paglia e stracci figurante un medico in rappresentanza di una classe medica inetta impantanata nel dibattito tra contagionisti e anticontagionisti.
Curiosamente gli anticontagionisti, medici più concentrati sull’igiene e sull’ambiente e che sono visti come poco moderni, avevano ragione in questo caso (la trasmettono le zanzare non da persona a persona), come nel caso del colera dove la trasmissione avvenne tramite l’acqua contaminata.
Per allontanare la gente dal porto, che si supponeva fosse il focolaio, le autorità crearono un accampamento, l’ “Accampamento Costituzione”, alle falde del Montjuic per ospitare i più poveri, 400 baracche che vennero occupate da 4.000 persone, distribuendo zuppa tra i bisognosi.
Alla fine di ottobre Barcellona era una pentola a pressione, le manifestazioni e gli assalti non si fermarono e le forze dell’ordine cominciarono ad avere delle perdite per la febbre, i governanti ampliarono la zona dell’esclusione in tutto il piano di Barcellona…per quelli che potevano pagare 20 reali!!!
Il 2 Dicembre si diede per terminata l’epidemia con un “Te Deum” nella cattedrale, nell’epidemia morirono quasi 9.000 persone, anche se alcune fonti salgono fino a 20.000 vittime. La maggior parte delle vittime furono tra la popolazione con meno difese e che non poterono uscire dalla città e allontanarsi dalle zanzare trasmettitrici.
Durante l’epidemia nello stato francese furono accumulate truppe alla frontiera con la scusa di impedire l’emigrazione degli ammalati. Queste truppe rimasero alla frontiera e accumularono forze e interferirono politicamente, armando gli insorti assolutisti.
Su richiesta del re, Fernando VII, la Santa Alleanza (trattato reazionario in cui partecipavano le potenze del momento) autorizzò l’ “intervento umanitario” di un esercito francese per chiudere con il governo liberale. I centomila figli di San Luis entrarono il 7 di Aprile del 1823, e trovarono una resistenza scarsa da parte della disincantata popolazione e un’accoglienza entusiasta da parte dei realisti. Il 4 novembre la caduta di Barcellona, ultimo focolaio di resistenza, ha rappresentato la fine del triennio liberale e di nuovo l’inizio dell’assolutismo.
La Santa Alleanza intervenne contro i focolai liberali in altri posti, a Napoli, in Sicilia e in Piemonte…
Quale sarà la Santa Alleanza che ci invaderà? E, soprattutto, che tipo di assolutismo ci imporranno?

testo originale:

[Analisis] La fiebre amarilla de 1821 en Barcelona y la emergencia actual