Napoli – Proteste al carcere di Secondigliano

I prigionieri del carcere di Secondigliano stanno protestando in seguito al probabile contagio da coronavirus di quattro di loro. Sono state fatte delle battiture e stese delle lenzuola con delle scritte fuori da alcune celle.

I contagiati, come riporta questo quotidiano, forse sono stati ‘addirittura’ portati in ospedale.. ma come? Sono prigionieri, gli scarti, gli esclusi della società, possono morire..

Nuovo sito Podcast “La nave dei folli”

Episodio 1

La nave dei folli è la società cibernetica globalizzata che procede verso l’inevitabile naufragio.

Ora che è scoppiata una pandemia, a bordo c’è un gran trambusto.

Riusciranno il capitano e i suoi secondi a mantenere la rotta pur nelle enormi difficoltà e veleggiare verso un futuro post umano?

Riusciranno i passeggeri a far valere i loro diritti nello stato di emergenza che si è creato?

Intanto sottocoperta un gruppo di mozzi non è d’accordo e cerca di cambiare rotta.

https://lanavedeifolli.noblogs.org/

 

Apre il sito ilrovescio.info

Quello che non appare, la zona d’ombra di ciò che viene detto, la
violenza dietro lo sviluppo, il controllo dietro la sicurezza, il
disciplinamento dietro l’educazione, la schiavitù dietro lo smartphone,
la solitudine dietro la connessione, la cantina insanguinata sotto il
salotto democratico, il gesto di ribellione non raccontato,
l’insoddisfazione dietro i falsi sorrisi, il bisogno d’amore che preme
dietro la rabbia, le classi dietro la comunità, lo Stato dietro il bene
pubblico.
Ma anche il temporale della rivolta, l’esperienza storica e l’utopia
della rivoluzione sociale, lo sconquasso che fa saltare il mondo
dell’autorità e della merce, la libertà e l’uguaglianza sognate,
intravviste, vissute.
Di tutto ciò vorremmo parlare in questo sito, partendo dall’attuale
stato di emergenza per andare anche altrove nel tempo e nello spazio.

Sentiamo l’esigenza di affiancare alla carta – che continuiamo e
continueremo testardamente a imbrattare e a diffondere – un altro
strumento di comunicazione.
Per dire la nostra anche su fatti ed episodi apparentemente più minuti,
la cosiddetta cronaca, che possono tuttavia aprire qualche lampo di
riflessione sui tempi in cui viviamo, e, come loro rovescio, sulla vita
per cui ci battiamo. Compresi quei fatti ed episodi a cui difficilmente
dedicheremmo un volantino.
Per smascherare questo o quel progetto del potere economico e politico,
dando all’ingiustizia nome, cognome e indirizzo.
Per provare a leggere i conflitti latenti e far conoscere le pratiche,
anche piccole, di solidarietà e di autorganizzazione.
Per lanciare appuntamenti di dibattito e di lotta, e per raccontarli a
modo nostro, contro il “monopolio del discorso” che la classe dominante
esercita attraverso i suoi giornali e le sue televisioni.
Per dare spazio alle azioni che infrangono l’ordine del denaro e della
gerarchia.
Per mettere in corrispondenza le lotte di oggi con le controstorie
dell’utopia.

Non siamo né vogliamo essere dei “professionisti” né ci vogliamo far
condizionare dalla “comunicazione in tempo reale”. Per comunicare
davvero qualcosa, bisogna viverlo.

https://ilrovescio.info/

Prigione di Rémire-Montjoly (Guyana) – Incendi e furto di chiavi

[Tradotto dal blog Attaque, qui in francese]

Dei detenuti della prigione Rémire-Montjoly sono insorti questa mattina [ndt: primo aprile 2020]. Verso le 8.30, all’apertura delle celle, se la sono presa con una guardia che è stata poi derubata delle chiavi. I detenuti hanno acceso un fuoco. La calma è tornata dopo la mobilitazione di un importante dispositivo di sicurezza.

Ci sono stati fino a 80 gendarmi, un intero squadrone di brigadieri mobili, gli effettivi della compagnia di Matoury, che si sono riversati nel centro penitenziario appena dietro gli uomini del Groupe d’intervention de la Gendarmerie nationale [ndt: gruppo d’intervento della gendarmeria nazionale, paragonabile per funzione ai GOM italiani]. Il GIGN è quest’unità di élite specializzata nella gestione delle crisi. Ci è voluto poco più di un’ora a questi uomini per avanzare fino ai due raggi dove si annidava la rivolta… Dei militari appoggiati nella loro manovra da un elicottero che non ha smesso di fare degli archi di cerchio al di sopra dei fili spinati.

Durante tutta l’ora che è durata l’operazione, non è trapelato nulla, se non il fruscio delle pale, i rumori a singhiozzo dei camion d’intervento e le grida angosciate dei detenuti che arrivavano alle orecchie delle persone riunite all’esterno. Si è dovuto aspettare il bilancio stilato dalle autorità, che è piuttosto positivo. Ci sono stati di certo dei danni materiali, causati soprattutto dall’incendio, ma nessun ferito. La guardia molestata, dopo essere rimasta per qualche tempo rinchiusa dai prigionieri, resta tuttavia sotto shock. È stata portata all’ospedale di Caienna, la sua testimonianza sarà preziosa per determinare le cause di questo ammutinamento. […]

Napoli e Milano – Tante persone evadono dalla quarantena

I continui inviti all’obbedienza stupida e acritica fortunatamente non vengono recepiti da tutti, segno che la domesticazione delle persone ancora non è totale. Negli ultimi giorni quindi, tra le critiche delle istituzioni, in tanti hanno ripreso a girare per le strade delle loro città. I più con la mascherina, evidentemente consci del fatto che se non vogliono essere contagiati o diffondere il virus non è necessaria l’auto-reclusione, ma basta questa semplice contromisura.

Un video da Napoli e uno da Milano.

A maggio fa’ ciò che ti piace: un appello al conflitto

[Tradotto dal blog Attaque, qui il testo originale in francese]

In questo contesto possiamo facilmente renderci conto di come il gel idroalcoolico serva tanto a disinfettare le mani, quando ad appiccare degli incendi. In altre parole che non abbiamo bisogno delle direttive dello stato per prenderci cura dei nostri cari e, una volta sistemata la questione della sopravvivenza, non abbiamo niente di meglio da fare che uscire, ad occhi aperti e in agguato per un colpaccio; ora abbiamo più che mai bisogno di vendetta e di amicizie realmente vissute.
Ora che siamo presi in questo sistema futurista non possiamo che dichiarare guerra alla normalità se non vogliamo morire di un’asettica noia.

Siamo di fronte ad un doppio movimento. Da un lato il potere non sembra essere mai stato così forte, non sembra aver mai conquistato così tanto i cuori e gli spiriti dei suoi cittadini docili. Dall’altro, sembra non aver mai dovuto gestire una situazione tanto complessa (almeno dalla nostra nascita).

Di fronte a tutto ciò, forse possiamo tirare un paio di conclusioni.

Prima di tutto che non si tratta più di aspettare chissà quale massa che si dovrebbe risvegliare per affrontare la situazione.

In secondo luogo, che il momento sembra propizio per attaccare.

Propizio qui non significa che è il solo buon momento. È sempre il momento di opporsi.

No, propizio significa qui che il nostro avversario è preso completamente da altre cose e che noi non abbiamo nessun mezzo di sapere né ciò che i nostri atti possono produrre come effetto a catena (vista la situazione abbastanza inedita per la nostra epoca) né se avremo prossimamente un’altra occasione.
Sembra essere una scommessa interessante per i nemici del potere. Cogliere l’occasione e vedere ciò che potrebbe succedere…

Nel momento in cui le forze di controllo, che setacciano lo spazio coi mezzi, coi droni o a piedi non sono mai state così presenti e sovraccariche di lavoro, cosa succederebbe se fossero minacciate nei loro bastioni da messaggi di morte scritti a vernice? Se ce la si prendesse ripetutamente con loro con qualche pietra/cocktail/fuoco d’artificio/petardo in piena notte durante i loro sonni? Facendosi attaccare durante i loro pattugliamenti?

Nel momento in cui le gabbie sono piene fino a scoppiare e dove si muore dietro le sbarre, cosa succederebbe se alcune macchine dei secondini si trovassero a contatto con un cacciavite/un martello/qualche accendifuoco? Se le persone che sorvegliano e rinchiudono, già sotto costanti pressioni, si facessero aggredire rientrando a casa?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, lavorano/studiano/condividono/si rilassano/si informano/ insorgono/fanno sesso… di fronte ad uno schermo, cosa succederebbe se qualche cavo in fibra ottica, sotto un facile pannello d’accesso, venisse sabotato?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, “comunicano” tramite telefono. Ordinano/comandano/ pianificano/organizzano per produrre (e perfino per militare) o “si prendono cura” tramite app o incessanti colpi di telefono, cosa succederebbe se dei ripetitori situati in posti spesso molto poco frequentati venissero resi inoperativi?

Nel momento in cui tutte le persone o quasi, vivono isolate in una bolla domotica connessa alla matrice come un ersatz di vita, cosa succederebbe se un traliccio dell’alta tensione, di facile accesso, crollasse a terra?

Non sappiamo assolutamente cosa tutto ciò potrebbe produrre. Ed è proprio per questo che bisognerebbe assolutamente tentarlo.

Diffondi e traduci questo testo se ti è piaciuto. Attacca e Cospira se vuoi partecipare. Comunica e sviluppa le tue idee se vuoi dialogare con altrx ribellx.

Questo breve testo vuole essere un punto d’incontro per un mese di maggio pericoloso.

Nota (1) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare maggio e questo invito non ti è piaciuto, non esitare ad attaccare ad aprile e dare un senso al tuo attacco col tuo potenziale comunicativo.                                                                                                     Nota (2) di Att: se sei troppo impaziente per aspettare puoi attaccare ad aprile e a maggio!

Torino – Borghesi in coda

28 Marzo. In coda per l’accesso del mercato di piazza Foroni, un gruppo di avventori ha deciso di ingannare l’attesa prendendo di mira il presidio della polizia municipale, che ha dovuto attendere l’arrivo dei rinforzi in borghesi per riuscire a placare la situazione. Sebbene i motivi all’origine della tensione, nel mercato appena riaperto, non siano effettivamente emersi risulta tuttavia evidente come le tante pattuglie in giro per la città di Torino siano pronte a intervenire in forza ovunque si palesino possibili focolai di disordine dell’ordine pubblico.

 

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